Carlo Andrea Barnabè – Il Resto del Carlino: Ballandi, l’uomo delle stelle che sognava di vivere in Riviera / Trent’anni d’amore e lustrini: l’ultima volta del ‘cardinale’ della tivù
RIMINI. BIBI Ballandi agli amici più cari aveva confessato un sogno: «Da vecchio chiudo bottega e vengo a stare in Riviera». Da casa sua, sul porto di Riccione, si vede il mare. Una striscia di Adriatico, l’unico mare che abbia mai conosciuto. Aveva casa in Sardegna, ma non ci aveva mai messo piede. Rimini per Ballandi, era il cortile di casa, l’aria di festa. Il mito, come lo è stato per tanti emiliani della sua generazione. «Vengo a vivere giù in centro, a Bologna, prendo il treno e in un’ora sono al mare», ripeteva ogni volta. L’ultima è stata qualche mese fa. Bibi Ballandi è morto ieri mattina, lontano dal mare, in un’ospedale di Imola, accanto alla moglie Lella che per 58 giorni l’ha vegliato mentre lui combatteva il male per 15 anni ha cercato di strappargli quel sorriso da buono e le forze residue. Aveva 71 anni. A RIMINI c’era arrivato con il padre Iso: «Mi voleva un gran bene – raccontava Bibi – Faceva l’impresario nelle balere, portava in giro i cantanti. Io ho iniziato con lui, mi ha insegnato il mestiere». Talmente bene, che nel giro di qualche decennio quel ragazzo dal nome che sembrava un diminutivo, è diventato il ‘signore della tivù’, il ‘cardinale’ dello showbiz italiano, il confessore delle star. «Sai, sono come bambini… », confidava parlando dei più grandi. Fragili e paurosi. E lui era il loro babbo. Iniziò tutto con il ‘Bandiera Gialla’, sulla collina di Covignano. Le prime serate in diretta, quasi sempre al giovedì; Conti, Bonolis, Panariello e Sabani, le ragazze di Non è la Rai. Da lì fu un colpo dopo l’altro. Il Celentano di Stasera me ne infischio, e ancora prima i grandi concerti, Paoli e la Vanoni, Dalla e Morandi… «due miei fratelli». (…)