San Marino. Sciopero, Csu: “In migliaia sul Pianello”

San Marino. Sciopero, Csu: “In migliaia sul Pianello”

SAN MARINO. Lavoratori di tutti i settori privati e pubblici, pensionati, ma anche studenti, disoccupati e cittadini hanno aderito in massa alla manifestazione sul Pianello promossa dalla Csu, durante i lavori consiliari. Al termine della mattinata, prima le forze di opposizione, e di seguito anche quelle di maggioranza, hanno chiesto di incontrare una delegazione della CSU, guidata dai Segretari Generali, i quali hanno ribadito le ragioni dello sciopero. La manifestazione è proseguita anche nel pomeriggio.

“Uniti per il Paese”: una grande partecipazione

Una grande partecipazione, dunque, che i lavoratori hanno assicurato con forte spirito di libertà e dignità, vanificando le pressioni e i tentativi di ostacolare l’adesione allo sciopero in molti uffici della PA con circolari intimidatorie, e in qualche caso anche nel settore privato. Un atteggiamento antisindacale di cui non abbiamo memoria negli ultimi decenni. Avevano paura dello sciopero, ma non sono riusciti a fermare la partecipazione! Molti i cartelli che recitavano, anche ironicamente, i temi della protesta: tra questi “Confuorti con i deboli, deboli con Confuorti”, “BCSM: Bravi con i soldi miei”. “Dalla spending rewiev alla stipending rewiev”. Dal palco di fronte alle finestre di Palazzo Pubblico i Segretari Generali CSU hanno scandito con forza le tantissime motivazioni che hanno spinto migliaia di lavoratori, pensionati e cittadini ad aderire allo sciopero generale.

“In piazza non per litigare ma per farci ascoltare”

Il Segretario CDLS Gianluca Montanari ha messo subito in chiaro che “siamo scesi in piazza non per litigare ma per farci ascoltare. Il nostro mestiere non è sostenere o far cadere governi, ma trovare le soluzioni alle tante emergenze che pesano sul Paese. Da sedici mesi è andato in scena un confronto con il Governo assolutamente generico e di facciata. Un finto confronto, scandito da Decreti che cambiano in maniera sostanziale la vita delle persone, le regole, i diritti e gli stipendi di chi lavora. Sedici mesi di un Governo chiuso in una presuntuosa autosufficienza. Nell’ingannevole illusione di sostituire la fatica e l’impegno del confronto con un indistinto rapporto diretto con il popolo, magari condito con il chiacchiericcio su Facebook”.

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