San Marino. La CSU ha incontrato la maggioranza: nessun passo avanti

San Marino. La CSU ha incontrato la maggioranza: nessun passo avanti

La CSU ha incontrato la maggioranza: nessun passo avanti

Forte delusione della CSU: alle richieste su banche, patrimoniale, Fondiss e reintegro dei contratti integrativi non sono arrivate risposte. Continua la latitanza del Governo, che dopo lo sciopero generale non ha dato nessun segnale di disponibilità al confronto

RSM 8 giugno 2018 – A seguito dello sciopero generale dello scorso 30 maggio, presso la sede sindacale questa mattina la CSU ha incontrato una delegazione delle forze politiche che compongono la maggioranza consiliare. Un incontro nel complesso deludente: alle richieste circostanziate della CSU, infatti, non sono arrivate risposte, ma solo una generica disponibilità al confronto. Ma per la CSU, deve essere chiaro, il confronto non ha nessun senso se maggioranza e Governo non sono disposti a considerare le richieste della CSU sostenute dalle migliaia di persone che hanno riempito Piazza della Libertà.

A tal proposito la CSU ha ricordato come lo slogan dello sciopero, “Uniti per il paese”, abbia voluto proprio sottolineare il fallimento del dialogo tra parti sociali e Governo, il cui metodo fatto di decisioni unilaterali senza confronto continua ad allontanare le posizioni e a creare nuove divisioni nel paese.

È chiaro – ha precisato la CSU – che i problemi non sono stati creati da questo Esecutivo, ma si sono accumulati e ingigantiti nel corso delle varie legislature con i rispettivi governi; quello che non ha fatto il Congresso di Stato in questi 17 mesi, è stato ricercare il contributo delle parti, preferendo invece condurre un’azione solitaria e autoreferenziale che ha costretto la CSU a dichiarare lo sciopero generale.

La CSU ha rivolto a tutta la politica – maggioranza ma anche opposizione – un appello affinché cessi di mettere in scena uno scontro senza quartiere che ha visto punte di conflittualità altissime. Il paese ha bisogno di disinnescare questa conflittualità attraverso un rapporto più sereno tra le forze politiche e con il coinvolgimento, da parte del Governo, delle parti sociali alle scelte. Senza unità, coesione e umiltà San Marino non può farcela.

Non è normale, ha puntualizzato la CSU, che il Congresso di Stato non abbia dato nessuna disponibilità alla ripresa del confronto politico col sindacato unitario sui temi generali dopo lo sciopero. Il Governo deve dare un segnale ai tantissimi lavoratori e cittadini che hanno partecipato alla manifestazione, uscendo dall’arroccamento in cui si è isolato e ricostruendo un rapporto di fiducia con la cittadinanza.

Il Governo deve aprire il tavolo del dialogo costruttivo che la CSU ha chiesto fin dal febbraio scorso. Le Confederazioni hanno ribadito alla maggioranza questa richiesta, rafforzata ulteriormente dalla Piazza gremita di pochi giorni fa. Un confronto generale che faccia da cabina di regia alle riforme, da cui far discendere anche i provvedimenti sui singoli temi specifici.

Fatta questa premessa generale, la CSU ha sottoposto alla maggioranza i temi prioritari su cui chiede risposte, ad iniziare dalla verità sulla situazione delle banche. I cittadini vogliono conoscere l’ammontare del debito di Carisp, che ha un impatto fortissimo sul debito pubblico. La cifra di 534 milioni di debito non ci convince, ha affermato il sindacato. Vanno considerate le somme derivanti dalla vendita degli NPL di Delta, e va fatto tutto il possibile per recuperare i crediti fiscali dall’erario italiano. In tal modo il debito si può abbassare in modo significativo, ma maggioranza e Governo devono fornire tutte le informazioni necessarie e mettere tutte le carte in tavola.

Al contempo è necessario conoscere la reale situazione (Aqr) di tutte le banche, risposte che i cittadini aspettano da mesi. Finora il Governo ha cercato di rassicurare dicendo che ce la faranno da sole, ma noi non abbiamo tutte queste certezze. Serve senza meno l’Aqr, che qualche settimana fa è stato addirittura definito inutile, in quanto sarebbe una fotografia del passato. Ma la CSU non ci sta e continua a chiedere trasparenza e verità.

Una volta definito l’ammontare del debito pubblico, in base alla reale situazione economica di Carisp e delle banche private, sarà possibile far discendere gli interventi necessari, che devono comunque ruotare attorno al principio dell’equità.

Tra le priorità c’è senz’altro il Decreto sulla tassa Patrimoniale; la CSU ha rinnovato la richiesta di ritirare il decreto per tornare al tavolo di confronto e modificare il testo accogliendo le richieste sindacali. Come ricordiamo: progressività delle aliquote, cumulo dei beni mobili e immobili, evitare la tassazione del patrimonio netto delle imprese, caduta del segreto bancario interno.

La maggioranza, anche su questo punto, non ha dato nessuna risposta; ha ammesso che la volontà del Governo è di andare avanti per la sua strada, senza accogliere questa richiesta di sospensione del Decreto e di confronto. Ha aggiunto che lo stesso Esecutivo sarebbe intenzionato a varare un successivo decreto che andrebbe a modificare quello attuale, introducendo tra le altre una non meglio precisata progressività delle aliquote. Anche questa risposta della maggioranza è significativa della inesistenza di qualsiasi volontà di confronto e concertazione!

Altra priorità è la disponibilità delle risorse di Fondiss – i risparmi dei lavoratori del secondo pilastro previdenziale – che dal 1° luglio devono tornare al Comitato Amministratore, che deve provvedere ad investirle presso le banche, ad esclusione della Banca che ne ha beneficiato fino ad ora. La CSU ha inoltre chiesto di sapere quali titoli nel luglio scorso sarebbero stati acquistati e per quale durata, informazione questa nella disponibilità di BCSM e non certamente violatoria – se divulgata – di nessun segreto, men che meno quello istruttorio.

La CSU ha colto l’occasione per ribadire alla maggioranza la ricostruzione della grave vicenda emersa con l’ordinanza titoli; la dinamica e la tempistica con cui sono stati emessi i tre decreti nel luglio 2017, e il modo in cui l’accordo del 20 luglio è stato disatteso solo nel giro di un giorno, chiama in causa forti responsabilità politiche del Governo.

La CSU ha quindi ribadito la richiesta di ripristino dei contratti integrativi dei dipendenti degli istituti di credito, attraverso il ritiro dei recessi messi in atto dalle direzioni delle banche, e in generale l’apertura dei tavoli per i rinnovi dei contratti scaduti. Ciò, ad iniziare da Cassa di Risparmio, che è la banca che appartiene allo Stato e su cui la parte pubblica ha quindi piena responsabilità. Anche su questo aspetto la maggioranza non ha fornito risposte.

Per affrontare l’attuale stato delle cose a seguito dello sciopero generale e in particolare la netta chiusura alle richieste sindacali che maggioranza e Governo continuano a mettere in atto, la CSU ha convocato per la mattinata di martedì 12 giugno l’Attivo Generale dei rappresentanti sindacali, che sarà chiamato a decidere il proseguo dell’iniziativa sindacale.

CSU

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