L’Informazione di San Marino
Ancora nulla sui crediti monofase
Marino Cecchetti
Per decenni abbiamo avuto al governo il “gruppo criminale” descritto nei volumetti sul processo Conto Mazzini (giudice Gilberto Felici), che l’Editore Carlo Filippini ha pubblicato e sta continuando a pubblicare anche in queste settimane.
La degenerazione del Paese è finita? Stiamo ritornando sulla buona strada?
No. Lo dimostsra il silenzio – devastante – sulla sentenza Conto Mazzini. Lo dimostra lo stravolgimento della legge di iniziativa popolare – targata Civico 10 – sul recupero dei soldi per monofase non pagata e sul recupero dei soldi pubblici stanziati per le banche per garantire i depositanti ed usati dai vertici delle banche per coprire i buchi di furbi ‘prenditori’ amici.
Per detti recuperi (di credito monofase e di credito d’imposta) si era impegnato anche il precedente governo, San Marino Bene Comune, prevedendoli già nella finanziaria 2016 (artt. 39 e 40). La coalizione Adesso.sm in campagna elettorale ne aveva fatto il cavallo di battaglia. Quindi tutte le forze politiche si erano dette d’accordo nel 2016.
Vinte le elezioni, Civico 10 già il 2 gennaio 2017 depositò in Segreteria Istituzionale la legge che aveva promosso, fornendo così da subito al nuovo governo il canale per passare, da subito, alla concretizzazione di detti recuperi.
Prima sorpresa: la legge va in Consiglio, per la prima lettura, non però nella prima seduta utile, ma solo il 23 febbraio 2017 .
Seconda sorpresa: la Commissione Finanze, cui la legge era stata assegnata per la discussione, la prende in esame solo il 27 marzo 2018. Cioè dopo 13 mesi.
Terza sorpresa: la legge approda in Consiglio in seconda lettura solo nella sessione che inizierà il 19 luglio prossimo ed al comma n.20!
Un ritardo enorme.
Ma c’è dell’altro e di molto peggio: il testo iniziale della legge Civico 10 è stato nel frattempo completamente stravolto.
Insomma, di quei due crediti, per un totale di quasi mezzo miliardo di euro, si potrebbe non recuperare nulla.
Certe, invece, saranno le spese necessarie per imbastire l’ambaradan di pura facciata – messo assieme da azzeccagarbugli vecchi e nuovi? – che consentirà all’universo dei politici di dire: abbiamo fatto il possibile.
Insomma, si va avanti come se Conto Mazzini non ci fosse stato. Per questo è calato il silenzio sulla sentenza del giudice Felici, lasciato solo come il generale Dalla Chiesa a Palermo?
Non sempre occorrono le pallottole per fare fuori qualcuno.
Ricordando un’amara scritta sui muri di Palermo, dobbiamo, amaramente, concludere: così è morta la speranza dei sammarinesi onesti.
Marino Cecchetti
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