Rimini. Manuea Fabbri scrive a Paolo Maggioli: “Ci aiuti a mettere in atto l’economica circolare”

Rimini. Manuea Fabbri scrive a Paolo Maggioli: “Ci aiuti a mettere in atto l’economica circolare”

[c.s.] “Gentile Presidente Maggioli,

quest’oggi (ieri per chi legge) l’ho ascoltata con interesse in due dichiarazioni su Raitre, a orari differenti, ospite del TgR Emilia-Romagna con la sua viva voce in diretta. Compio un’estrema sintesi sull’aspetto che più mi ha colpito. Nelle due occasioni lei, Presidente di Confindustria Romagna, traccia le linee guida che ispirano la costituenda Fondazione dell’Industria di Romagna, poiché dice “unendosi le provincie romagnole possono competere con maggiore forza sul mercato globale”. Molto bene, d’accordo, l’unione fa la forza.

Si intuisce tuttavia che più che di competitività sul mercato globale l’attività sarà soprattutto di forza contrattuale e lobbing per ottenere maggiore ascolto nelle scelte strategiche della politica sul territorio in cui operate. Nulla di male, su Rai Replay si può riascoltarla e anche dirmi se ho capito bene, lei fa due esempi per i quali vi batterete con decisione. Riguardano le infrastrutture e l’economia del territorio (mentre non nomina gli aeroporti… terreno minato?): “Dobbiamo ottenere che l’alta velocità passi anche in Romagna, anziché deviare da Bologna sull’altro versante – fin qui capisco – e affinché si mantengano le trivellazioni di gas, sia in terra che per mare: sono una grande risorsa economica, soprattutto per le attività portuali di Ravenna. Sarebbe un enorme danno chiuderle come vogliono gli ambientalisti – e conclude – solamente come scelta ideologica.”

Mi creda, non ho capito. Premetto che ci conosciamo da sempre con suo padre, le sue sorelle, lei stesso, e lei sa che tra i primi ambientalisti a Rimini ho fondato la prima lista verde negli anni ’80, consigliere provinciale verde e via via tutte le battaglie ecologiche, tra le quali il referendum abrogativo che ha fermato il Piano Nucleare. E anche allora, nonostante l’umanisticamente colto, scientifico e snob Club di Roma sia stato tra i primi a porre decisamente l’attenzione sui suoi pericoli (di produzione scorie, ancora lì sepolte, di potere e garanzie di controllo), voi industriali eravate a loro favore…  tant’è che il nostro comune amico, il rimpianto Angelo Marconi, mi ha sempre rimproverato per questo. Non posso non aggiungere che tutti voi Maggioli avete conosciuto e a volte apprezzato la mia formazione cultuale liberal e radicale, la complicità politica con Marco Pannella ed Emma Bonino.

Perché dico tutto questo? Perché le chiedo la cortesia di definire quel “per scelta ideologica”. Che significa?

Da radicale, anche se attualmente prestata al Pd… il quale peraltro mi ridarebbe indietro volentieri, ho solo ideali e una dichiarata e nota avversione per le ideologie delle quali ho sempre fatto carico a una certa sinistra nostalgica (leggi Pci e successori). Dunque vorrei dirle con sincerità e convinzione che non esiste ideologia nella scelta che insieme a tanti altri ambientalisti, ho sostenuto e sostengo… Lei forse confonde i NoTriv coi NoTav, e si stupirà ma giunti a questo punto, poiché il traffico su ruote deve essere ridotto a favore di quello su ferro, penso che sia bene concludere la Torino-Lione, poiché di ferrovia si tratta anche se qualche danno ambientale lo ha fatto e lo farà. Tutto il mondo scientifico si sta interrogando sull’inversione di tendenza all’attuale modello di sviluppo. Dunque sostengo anche ora e con la stessa convinzione del 2016, l’assoluta contrarietà alla trivelle, pur col referendum perso per mancanza di quorum e nonostante il “ciaone” del Pd, cosi come la battaglia invece vinta per fermare le centrali nucleari, ma solamente a causa e grazie al disastro provocato da Cernobyl, purtroppo.

Presidente Maggioli, ascolti con attenzione dove porta la tendenza nella formazione dell’opinione, per esempio in Germania, la più affermata e potente economia d’Europa, ed anche la maggior produttrice di anidride carbonica e gas tossici con l’industria del fossile.

Stia con noi, ci accolga, aiuti i giovani ad avere consigli e magari finanziamenti dagli industriali più affermati per creare lavoro sulle energie rinnovabili.

Nel recupero e riuso della plastica e di tutti i materiali di scarto e riciclabili in grado di produrre biogas, evitando di violentare terra e mare e creare subsidenza trivellandolo.

Il contenimento dei repentini cambiamenti climatici, la sopravvivenza delle specie animali e vegetali del mondo, sta nella riconsiderazione di scelte con consumi e stili di vita, fin qui prese. E poiché molte sono state contro la natura, per il futuro di aria, acqua, terra che lasceranno le attuali generazioni sarà essenziale averle cambiate.

Voi imprenditori che sapete inventare, organizzare e gestire il lavoro, non potete non riconoscere che il progresso è nell’economia circolare. Ci aiuti a metterla in atto, a noi persone di Romagna la cui principale risorsa, come lei ha detto sono il manifatturiero e il turismo, abilità e talenti complementari in cui siamo considerati eccellenze.

I grandi numeri, le quantità che solamente se rispettano la natura sono sostenibili, è il motivo per il quale stiamo promuovendo il marchio Romagna Plastic Free / 2023. Ci siamo dati 4 anni per de-plastificarci, non dalla plastica che serve ma dal suo abuso e l’usa e getta, come ci dice l’Europa, anticipandola. Per essere un esempio significativo, come sappiamo fare, se vogliamo. Durante il nostro Fuorisalone per Ecomondo 2018, ci hanno riconosciuto la validità della sfida, sia il Gruppo 24 col Premio Oasis per l’Ambiente che il Ministro Sergio Costa. Perché non gli industriali romagnoli? Glielo chiedo da ecologista non integralista, ma anche da professionista avvezza nel prevedere i cambiamenti di costume e di mercato. La qualità dei nostri ospiti andrà di pari passo con la sostenibilità ambientale (e non solo) che il nostro territorio saprà esprimere, allora perché non fare lobbing per questo tipo di scelta?

Manuela Fabbri, vicepresidente del Comitato Basta Plastica in MARE, aps”.

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