San Marino. Blocco degli scrutini: le ragioni degli insegnanti

San Marino. Blocco degli scrutini: le ragioni degli insegnanti

[c.s.] “Nel comunicato impropriamente indirizzato alla stampa dal Dipartimento Istruzione e dalla Direzione Generale della Funzione Pubblica – che non si sa perché si sostituiscano alla Segreteria Pubblica Istruzione – si afferma di non “comprendere le motivazioni alla base della mobilitazione” dei docenti della Scuola Media e della Scuola Superiore.

Proviamo di nuovo a spiegarle a loro e, soprattutto, ai nostri concittadini, ai quali vogliamo chiarire che la scelta del blocco degli scrutini è stata adottata per mandare un forte messaggio simbolico alla Segreteria Pubblica Istruzione e, al contempo, per utilizzare lo strumento che meno danneggiasse gli studenti e le loro famiglie, le quali possono oggi avvalersi del registro elettronico per conoscere in tempo reale l’andamento scolastico dei loro ragazzi.

Il comma 1 dell’articolo 4 del decreto 121/2018 impone ai suddetti docenti di “completare” l’orario, dal momento che le ore scolastiche attualmente svolte non durano 60 minuti, ma una media di 50. Ne è seguito un calcolo assurdo, che ci costringe a recuperare tutti in modo differenziato secondo la casualità dell’orario di lezione mattutina: un’impostazione che tradisce uno sguardo da burocrati per noi assolutamente inaccettabile. Anche e soprattutto perché, lo chiariamo una volta per tutte, l’adozione di ore da 50 minuti non dipende in alcun modo dalla volontà del corpo docente, ma è l’effetto di decisioni amministrative che hanno tenuto conto negli anni del sacrosanto risparmio sull’organizzazione dei trasporti per gli studenti. Imporre surrettiziamente un simile “completamento” di orario permette alla Segreteria Pubblica Istruzione di attribuire a tutti i docenti un “debito” di fatto inesistente: debito che genererebbe la colpa di non lavorare abbastanza. In questo modo il decreto arriva a recepire tutti i peggiori luoghi comuni diffusi nei bar (con tutto il rispetto per i bar!): quelli che ci dipingono come insegnanti neghittosi, che non avrebbero a cuore la formazione dei loro alunni.

Il vero obiettivo di questo comma pare essere, invece, il risparmio di spesa sulle tante attività didattiche (potenziamento, recuperi, orientamento, attività elettive, ecc.) che necessiterebbero, per essere svolte al meglio, di un adeguato finanziamento e che non possono essere praticate in maniera improvvisata e unicamente tarata sull’improbabile recupero dei minuti. Attività che, peraltro, da anni il corpo docente svolge in maniera pressoché volontaria.

Il comma 2 dell’articolo 4 prevede che le ore scolastiche vengano portate, entro una data non meglio specificata, a una “durata non inferiore a 55 minuti”. Ribadiamo che non sarebbe certo un problema per noi, ma solo se ci fosse garantito che tale riorganizzazione non comportasse né tagli del personale, né riduzioni dell’offerta formativa – tagli invece prevedibili, a meno che non si pensi a un esorbitante aumento del tempo scuola, controproducente per la didattica e per i ragazzi. In caso contrario, lo scopo palese del suddetto comma sarebbe quello di continuare a tagliare la spesa per la pubblica istruzione –sforbiciando posti di lavoro soprattutto a danno dei giovani precari – e, in buona sostanza, di peggiorare l’offerta formativa.

Si vede bene, quindi, che la logica di questo provvedimento aderisce pienamente a una ragion di governo che, più in generale e ormai da molti anni, in base al cappio del debito, si limita a prevedere, senza progettualità, sempre nuovi tagli alla spesa pubblica: spesa indispensabile a garantire servizi e diritti sociali a tutti i cittadini.

Risulta chiaro allora che la nostra mobilitazione ha come scopo la difesa dello Stato sociale, della scuola pubblica e del diritto all’istruzione degli studenti, quelli presenti e quelli futuri. Chiediamo dunque con forza al Segretario di Stato di fermarsi, sospendere l’applicazione dell’articolo 4 del decreto 121/2018, cancellare integralmente il presunto debito ingiustamente attribuitoci e adoperarsi per una sua riscrittura finalmente condivisa con il corpo docente: una riscrittura che preveda l’adeguato finanziamento per i servizi che si intende garantire.

Gli insegnanti in mobilitazione della Scuola Media Inferiore e della Scuola Secondaria Superiore

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