Governo sulle pensioni: “Bisogna intervenire al più presto”

Governo sulle pensioni: “Bisogna intervenire al più presto”

L’equilibrio dei fondi pensione è già da alcuni anni in costante e progressiva difficoltà, in conseguenza di una serie di concause, dalle più positive a quelle negative.

Il Governo, attraverso una nota stampa della Segreteria alla Sanità, interviene sul tema previdenziale: “Se è vero che siamo il Paese con la più alta aspettativa di vita, merito delle condizioni generali oltre che dell’efficiente sistema sanitario, è altrettanto vero che il rapporto fra lavoratori attivi e pensionati si è notevolmente ridotto, passando da 1 pensionato per ogni 4 occupati degli anni passati, ad 1 pensionato ogni 2 lavoratori attivi di oggi. I conti non tornano.

Ogni anno i lavoratori, dipendenti e autonomi, versano nei fondi pensione contributi per circa 125 milioni di euro, ma agli oltre 9.800 pensionati vengono erogati assegni previdenziali per quasi 165 milioni. Un divario di circa 40 milioni di euro colmato ogni anno dall’intervento economico dello Stato”.

I dati dimostrano che di questo passo si rischia di raggiungere il temuto “punto di non ritorno”.

“Se vogliamo garantire una migliore sostenibilità del sistema pensionistico – afferma il Segretario di Stato alla Sanità e Sicurezza Sociale, Franco Santi – dobbiamo intervenire in fretta per correggere l’andamento dei fondi pensione e riscrivere le regole, senza minare la stabilità del sistema”

Siamo una comunità che invecchia, e il pensiero deve andare, in particolare, alle giovani generazioni, per le quali, in assenza di correttivi adeguati oggi, il futuro pensionistico si annuncia tutt’altro che roseo.

Tre le direttrici principali sulle quali il Governo intende muoversi:

  • L’innalzamento dell’età pensionabile
  • La variazione del sistema di calcolo degli assegni previdenziali
  • La revisione delle aliquote contributive

L’intento è quello di arrivare entro la fine dell’estate all’approvazione di una legge che sappia introdurre correttivi adeguati e sostenibili per far partire quel percorso di riequilibrio che dovrà dare i suoi frutti nell’arco di un decennio”.

“Rinviare ulteriormente la riforma – dichiara il Segretario Santi – sarebbe una scelta irresponsabile e fortemente penalizzante per la nostra collettività”.

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