CSU: sicurezza sul lavoro, valore non negoziabile

CSU: sicurezza sul lavoro, valore non negoziabile

CSU: SICUREZZA SUL LAVORO, VALORE NON NEGOZIABILE

26 aprile 2019 – La sicurezza sul lavoro è un valore non negoziabile. Lo affermano con forza i Segretari della CSU, Giuliano Tamagnini e Gianluca Montanari, in occasione della Giornata mondiale per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro promossa dall’ILO, l’Organizzazione internazionale dl lavoro, e  in calendario domenica 28 aprile.  Una giornata che ha come obiettivo la promozione a tutti i livelli – istituzioni, imprese, lavoratori –  della cultura della prevenzione.

A San Marino gli ultimi dati disponibili ci consegnano uno scenario dove il binomio sicurezza-prevenzione resta un impegno prioritario: negli ultimi 6 anni la media degli infortuni si attesta sui 412  casi all’anno, per un totale di poco più di 7mila giorni di malattia.  Sempre negli ultimi 6 anni si è registrato un incidente mortale, accaduto nel 2017, mentre erano stati 2 nei 6 anni precedenti. 

“Non esiste progresso di alcuna natura che consideri la sicurezza della vita dei lavoratori un valore negoziabile – sottolineano Giuliano Tamangini (CSdL) e Gianluca Montanari (CDLS) – Nell’era della digitalizzazione e delle nuove tecnologie  c’è ancora tanto da fare per sconfiggere la subcultura che considera la sicurezza un costo, piuttosto che  un investimento etico e produttivo” .

Spesso esiste, osservano i segretari CSU,  uno stretto rapporto tra “insicurezza e improduttività“: le  imprese poco salubri  risultano in molti casi anche imprese poco produttive,  così come c’è una forte correlazione tra infortuni e lavoro nero e precario.

Per questo – affermano Tamagnini e Montanari –  oltre all’impegno costante nel diffondere sui posti di lavoro la cultura della prevenzione e il rispetto delle regole antinfortuni, da parte di Governo e istituzioni  deve corrispondere un forte e diffuso investimento  nelle attività ispettive”.  Insieme ad una cultura della prevenzione e alla promozione della dignità del lavoro,  servono insomma più controlli. 

Allo stesso tempo, “anche la certezza della pena è un fondamentale deterrente per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. A questo proposito dobbiamo invece segnalare che, a fronte di una legge che prevede l’avvio automatico del procedimento penale in caso la prognosi complessiva superi i 30 giorni, solo in poche occasioni scatta la denuncia in tribunale. Segnaliamo altresì che nel 2017 su 80 infortuni sul lavoro solo in un caso la prima prognosi è stata superiore a 30 giorni, mentre nel 2018 (dati disponibili fino a novembre) vi è stato un caso su 64.”

“È un’anomalia – concludono i segretari della Centrale Sindacale Unitaria – che va superata con modalità di rilevamento delle prognosi più consone alla gravità degli infortuni e con la tempestiva comunicazione all’autorità giudiziaria da parte delle strutture sanitarie.”

 

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