«Ucciso dai Savi, dimenticato dalla città»

«Ucciso dai Savi, dimenticato dalla città»

«Ucciso dai Savi, dimenticato dalla città»

Nel degrado il giardino dedicato alle vittime: il dolore del figlio di Antonio Mosca

ALESSANDRA NANNI – A FRANCESCO Mosca fa un gran brutto effetto vedere la piccola lapide di suo padre spaccata e dimenticata in mezzo all’erba alta. Altro che ‘Giardino della memoria’, quello che in via Circonvallazione Occidentale ha la pretesa di ricordare le vittime della Uno bianca. Sono molto più visibili gli assassini, di quello spazio verde con i mandorli dimenticato dalla città che ti fa venire il magone per come è ridotto. Francesco, 40 anni, è il figlio di Antonio, ammazzato dai Savi, come lui fa il poliziotto. E chiede a Rimini di non perdere la memoria. Ci passa spesso da quel giardino? «Sì, e quando vedo quelle mattonelle con i nomi spaccate, la targa annerita, mi viene una gran rabbia. Mio padre ha dato la sua vita per questa città, e tante altri sono caduti sotto i colpi della banda. Ma a guardare quel giardino, sembra che a nessuno interessi più niente». (…)

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