Caterina Morganti replica a Canti (PDCS): imprecisioni strumentali

Caterina Morganti replica a Canti (PDCS): imprecisioni strumentali

Morganti replica a Canti (PDCS): imprecisioni strumentali

In merito alla lettera firmata dal Consigliere del Pdcs Stefano Canti pubblicata su Repubblica.sm in data 9 maggio 2018 si rendono necessarie alcune precisazioni. Il chiosco in prossimità della pista di Pattinaggio non è una società ma una ditta individuale. Il debito di cui parla il Consigliere, come già chiarito dal Segretario al Territorio,  è oggetto di un piano di rientro con mutuo ipotecario concordato con Banca Centrale, di cui pago regolarmente le rate, come consentito dalla legge, dunque nessuna insolvenza da parte mia piuttosto una sofferenza di liquidità dovuta soprattutto alla impossibilità di lavorare in modo continuativo e al massimo della potenzialità in una struttura che, per legge, avrebbe dovuto essere ricostruita già dal 2014 (Variante al Piano Particolareggiato della Zona A103 (…) anno 2010) legge che i precedenti governi, a maggioranza democristiana, hanno sempre disatteso, nonostante la presentazione da parte mia di ben tre progetti di ricostruzione.

Una ricostruzione che avrebbe risolto, così come è accaduto per tutti gli altri chioschi incidenti su suolo pubblico, qualsiasi eventuale violazione dovuta all’obsolescenza della struttura. Una ricostruzione sempre impedita dai governi precedenti che, con il loro operato, hanno creato un forte discrimine di opportunità determinando una grave violazione del diritto/dovere sancito dalla norma che ha fatto subire a me e alla mia famiglia un danno economico e un grave danno morale. Una violazione del diritto dovuta alla volontà di quei governi di destinare il sito delle due Cave, su cui insiste il chiosco e definito dalla norma a “progetto speciale”, alla realizzazione di un centro benessere (Cava degli Umbri o – p 7) e un’area eventi (Cava Antica o p 6) come da bando vinto dall’architetto Simone Grandoni (anno 2012).

Un progetto che comprende anche gli spazi per la ricostruzione dei due chioschi già in essere, ma ad oggi non ancora realizzato. In attesa di tale realizzazione, che richiede la partecipazione di investitori privati (mai palesatesi), questi precedenti governi, eludendo la norma, hanno risolto l’attesa con deroghe, impedendo la ricostruzione. Un modo di operare discutibile che ha tratta il suolo pubblico come se fosse di proprietà del Governo di turno (e il Consigliere conoscerà spero la differenza tra Stato e Governo!) e lo rende, di fatto, oggetto di una compravendita. Quei due chioschi sono una spina nel fianco per chi vorrebbe fare concessioni a ipotetici investitori e il Consigliere Canti ne è ben consapevole, forse è per questo che si agita tanto!

La variante che tanto lo disturba oggi, che finalmente pone fine a questa violazione del diritto, è necessaria per consentire ai due chioschi di rientrare nei termini della legge del 2010. Questo esecutivo è, nel rispetto del diritto, intervenuto a correggere l’anomalia creata dai governi precedenti.

Inoltre la copertura che il Consigliere contesta quale abusiva è normata nella mappatura che ad oggi definisce il perimetro di occupazione del suolo pubblico del chiosco e sul quale l’ufficio fa i conteggi per la tassa di occupazione. La velata considerazione che ci sia stata la richiesta di una sanatoria della situazione attuale del chiosco è una vera e propria falsità, illazione che viene smentita nei fatti dai tre progetti di riqualificazione e demolizione dell’esistente da me presentati il primo nel 2011, il secondo nel 2015 e l’ultimo in data 14 giugno 2018.

Per quanto riguarda il parere contrario della Commissione Monumenti, cui fa riferimento il Consigliere, è relativo allo spostamento del chiosco al p.6 e non comprende il chiosco del Pattinaggio sul quale la commissione si era già espressa positivamente in altre occasioni così come la Giunta di Castello di Città (la documentazione è facilmente consultabile negli uffici preposti). La variante respinta dalla CCM con due voti contrari –  DC e Rete – e uno a favore e poi stata successivamente approvata con le dovute correzioni, dunque anche in questo caso la premura di chiarezza del Consigliere Canti lascia adito a imprecisioni del tutto strumentali.

Caterina Morganti

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