Marchi “taroccati”: una felpa della Ferragni inguaia due agli arresti
Per la finanza la registrazione a San Marino fu fatta in mala fede, ma per la difesa non c’è rilevanza penale
ANDREA ROSSINI. Una felpa “Trasher” indossata da Chiara Ferragni rischia di inguaiare i due imprenditori finiti agliarresti domiciliariconl’accusa di contraffazione. Se la indossava la principale influencer italiana, vuol dire che la marca non solo era popolare, ma anche di tendenza. Quindi, è la sintesi estrema del ragionamento, chi lo ha registrato a San Marino doveva essere in mala fede. Il giudice Manuel Bianchi, condividendo l’impostazione degli investigatori della Guardia di Finanza di Rimini, spiega in un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare perché, quindi, gli indagati non potevano non conoscere la notorietà acquisita dal marchio statunitense in Europa, al momento della registrazione («in mala fede e con il preciso in tento fraudolento») a San Marino. (…)
Tratto dal Corriere Romagna