“Nemico della Repubblica”, chi ostacola i poteri forti a San Marino

“Nemico della Repubblica”, chi ostacola i poteri forti a San Marino

“Nemico della Repubblica”, chi ostacola i poteri forti.

 Un mestiere pericoloso quello nel settore dell’informazione, se non si va con la corrente.

Dopo due anni  e mezzo di scontri verbali  orripilanti,  in politica  è scoppiata la ‘pace’.  Oltre una dozzina di forze politiche, tutte, all’unisono  a magnificare l’accordo universale sul sistema bancario con l’aggiunta delle forze sindacali nonché delle  associazioni datoriali di categoria.  La risoluzione del problema,   però, cioè liberare il Paese dai filibustieri della finanza,  è  altra cosa.   Insomma ancora una volta si potrebbe finire per  prendere decisioni nell’interesse dei poteri forti, come fa pensare  l’affidamento della  risoluzione di detta  crisi  ai responsabili della stessa, che sono stati  maestri ad intascare i guadagni ed a scaricare le perdite sullo Stato.

Chi osa pubblicare   quel che pensa,  rischia di essere portato  in tribunale come  ‘Nemico della Repubblica’.

È già successo, ad esempio,  nel 2010, quando  per il  sottobosco politico affaristico, ‘animato’ da  548 società anonime,    sotto la pressione internazionale,  le  13  forze politiche, in toto, inventarono l’‘anonimato trasparente’. Cioè:  intestazione della azioni nominative  a società fiduciarie. Chi denunciò lo scandalo   fu  trascinato in tribunale da una decina di consiglieri  come   ‘Nemico della Repubblica’.

Ora, per il momento,   è  stata annunciata   – e da alcuni applicata – una lista di proscrizione nel settore dell’informazione.  Insomma non si vuole che si scriva  che  la  musica non cambia spostando di posto i musicisti e  mantenendo invariato  lo spartito.

In un paese come il nostro si è soliti pensare che non vi sia alcun controllo, che ognuno possa scrivere ciò che vuole, senza rischiare severe sanzioni, come nelle democrazie più serie, né la vita o il carcere, come nei paesi a democrazia sospesa. Eppure anche qui da noi la vita può essere dura per coloro che non hanno un padrone e rispondono solo al lettore” (*)

Marino Cecchetti

 

(*) Caterina Malavenda, Carlo Melzi d’Eril e Giulio Enea Vigevani,  Le regole dei giornalisti. Istruzioni per un mestiere pericoloso, Bologna, 2012, il Mulino.

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