San Marino. Mons. Andrea Turazzi “fotografa” il Pellegrinaggio in Terra Santa

San Marino. Mons. Andrea Turazzi “fotografa” il Pellegrinaggio in Terra Santa

Il Vescovo Mons. Andrea Turazzi accompagna circa cinquanta fedeli ad un Pellegrinaggio diocesano in Terra Santa.

Il programma che ogni giorno il gruppo di pellegrini vive è “fotografato” dal Vescovo che invia quotidianamente un breve sunto di quanto il gruppo ha puntualmente osservato.

24 Settembre 2019
Cinquanta pellegrini di San Marino e del Montefeltro sono arrivati a Nazaret, martedì 24 settembre, dopo un viaggio impegnativo. Forte l’emozione di essere nella terra di Gesù. Accanto a questa emozione spirituale i segni evidenti di una sofferenza che lacera queste terre: i lunghi e meticolosi controlli ai check in, i chilometri di muraglia che separano i territori palestinesi da quelli israeliani come lama che squarcia… Ma anche segni di speranza. Uno per tutti: le tre lingue che coesistono in un unico cartello stradale. (…)

25 settembre 2019
Su Nazaret – araba in gran parte – scende il canto-preghiera dai minareti dialoganti traloro. Misterioso e suggestivo. Il sole ci accompagnerà con la sua luce accecante per tutta la giornata. Siamo in Oriente, la terra delle grandi religioni. Per noi tutta la giornata è illuminata da un’altra luce: quella di Dio che, “stanco”dei tanti tentativi dell’uomo di raggiungerlo, scende, si fa vicino, si fa bambino nel grembo di una fanciulla di questa cittadina, allora un villaggio di 150 persone, sì o no. Qui si impara immediatamente che la mistica autentica non è fuga dalla realtà. (…)

26 settembre 2019 
Tutta la giornata attorno ad un lago (i Vangeli talvolta lo chiamano mare)… Qui Gesù di Nazaret ha trascorso gran parte della vita pubblica. Lo inseguiamo: dal monte delle Beatitudini a Tabgha, luogo della moltiplicazione dei pani e del primato di Pietro; da Cafarnao, base missionaria di Gesù, a Magdala, la città della discepola, la Maddalena.
Per molti di noi è la prima volta e ci diventa più facile collocare gli episodi evangelici nel tempo e nello spazio; appaiono più comprensibili anche le parabole sullo sfondo della collina, della strada o del campo. Apprezziamo il contributo dell’archeologia che ha portato alla luce case, sinagoghe, macine da mulino, pavimenti: strati di altrettanti vissuti. Desta devozione immaginare dove, “probabilmente”, Gesù ha compiuto quel miracolo, ha pronunciato quel discorso, ha incontrato questo o quel personaggio. Fanno da sfondo alla vicenda di Gesù quell’orizzonte con i contorni delle case, le onde del lago, le colline, le sorgenti che dai tempi di Gesù non smettono di zampillare. 
Daniela evoca un tema importante: quello del Gesù storico. Più nessuno, oggi, sostiene posizioni ottocentesche sull’argomento. Sono tante e tali le testimonianze che l’interrogativo sull’esistenza storica di Gesù è decisamente superato. La questione, semmai, è ad altre profondità: comprendere lo spessore dell’incarnazione. Davanti a questo mistero si ammutolisce. (…)

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