Libera: “La politica non può ingerire sul corretto funzionamento della giustizia”

Libera: “La politica non può ingerire sul corretto funzionamento della giustizia”

“La politica non può e non deve mettere le mani in situazioni che rischiano di ingerire sul corretto funzionamento della giustizia”.

A sostenerlo in una nota è la neonata lista “Libera”, entità composta da Civico 10, Ssd e Res che si presenterà alle prossime elezioni del 8 dicembre.

“La chiarezza – scrive Libera – è uno dei presupposti della nostra politica. Siamo coscienti che la tutela dell’autonomia della magistratura rappresenti il punto cruciale per una democrazia capace di garantire chiarezza”. 

“Questa posizione – si legge ancora – parte da un presupposto: l’ordinamento giudiziario in vigore a San Marino prevede una specifica procedura per la nomina dei giudici e, giustamente, una volta avviato il percorso, nessuno può intervenire, se non chi si ritiene leso nell’interesse legittimo.

Per essere più chiari, solo chi si fosse sentito penalizzato dalla procedura può chiedere un riesame avanzando un’obiezione. Questo invece non può e non deve essere fatto da altri organi e soprattutto non può e non deve essere fatto dalla politica, poiché il contrario rappresenterebbe un’ingerenza in contrasto con le norme sui cui poggiano le nostre regole costituzionali”.

“Libera – scrive la lista – si batterà quindi con forza contro ogni tentativo che la politica potrebbe mettere in campo per intervenire in atti tutelati da regole che salvaguardano l’autonomia della magistratura anche nel caso della delicata fase di nomina dei giudici.
Rendere più efficiente il Tribunale incide sul buon andamento della giustizia e da un’immagine positiva di un settore strategico nel garantire i diritti di cittadini e imprese, perno dello Stato di diritto.

Per questo motivo “Libera” ritiene che la questione della presa d’atto debba essere affrontata, in quanto riteniamo che non si debba in alcun modo rischiare di ostacolare cause in corso di definizione, anche se siamo sicuri che i nostri magistrati siano già perfettamente in grado di affrontare le difficoltà che il loro lavoro comporta, con gli attuali carichi di lavoro. Rendere più efficiente il Tribunale, consente di migliorare la capacità dello Stato di rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese e rafforza la certezza del diritto”.

E ancora: “Il nostro Paese, come del resto quelli regolati da democrazie parlamentari, vivono di frequente fasi in cui le legislature terminano e si rinnovano. Le leggi consentono di agire con sufficiente rapidità, ma nessuna procedura che sia sostenuta dalla volontà politica viene messa a rischio in queste fasi”.

Infine la frecciata agli ex alleati di Repubblica Futura: “Questa è la migliore risposta che si può dare a chi, strumentalmente, sostiene che ad esempio anche i lavori della commissione di inchiesta possano essere impediti da un cambio di legislatura”.

Libera

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