San Marino. “Non ci candidiamo, ma continueremo a lavorare per la sanità”

San Marino. “Non ci candidiamo, ma continueremo a lavorare per la sanità”

“Da alcune settimane è iniziato il fermento politico nel nostro paese”. Inizia così una lettera dei dott. Ghinelli e Alfarano. “Come medici, fino a qualche anno fa guardavamo un po distratti e senza particolare interesse la politica sammarinese. Per un quarto di secolo l’ospedale è stato il nostro mondo, la nostra casa mentre cambiavano ripetutamente direttori e Segretari di Stato.

Quanto sta succedendo nel nostro paese e soprattutto nell’ambito della nostra sanità pubblica ci ha spinto ad avvicinarci alla politica.

Non ci tiriamo indietro di fronte all’impegno di mettere a disposizione la nostra esperienza, le nostre idee per riformare, migliorare, mantenere sovrana la nostra sanità pubblica e riportala ai livelli che tutti quanti meritiamo.

Per far questo è necessario lavorare e dedicare tanto tempo e sacrificio proprio alla politica, unico strumento democratico.

Siamo medici ai quali piace ancora il proprio lavoro e per il senso di responsabilità che ci distingue essendo abituati a gestire il rapporto di fiducia che ci lega ai nostri pazienti non riusciremmo a raccontar bugie all’elettorato, occorre serietà e tempo per gli impegni istituzionali e ci sentiamo ancora profondamente legati alla nostra professione.

Avremmo potuto candidarci per portare consensi al movimento per poi rinunciare eventualmente al mandato! Ma non siamo abituati a raccontar frottole! Questo è quanto ci ha insegnato il nostro Primario dott. Soragni.

Se diamo ora un’occhiata alla politica, vediamo quanto sia facile sciogliere i gruppi, formare aggregazioni nuove con gli stessi nomi per confondere l’elettorato esausto, disattento o deluso.

Se per rispetto della politica, che riteniamo una cosa seria, non possiamo entrare negli impegni istituzionali, possiamo invece riaffermare che continueremo a lavorare affinché Elego, con chi altro sia disponibile, possa finalmente ridarci la sanità che abbiamo perduto.

Ci sembra quanto mai doveroso spiegare a tutti coloro che ci stimano perché non siamo oggi candidati”.

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