L’ultimo comunicato di Rete è l’emblema di cosa siano andati a testimoniare in tribunale Ciavatta e la Tonnini:
semplicemente le loro congetture per fare fuori giornalisti e magistrati, puntellando di fatto la denuncia di Gabriele Gatti. Bisogna dire che son bravi a inventarsi collegamenti inesistenti
ANTONIO FABBRI Ma sono ancora più bravi a convincersi che siano veri e a darla a bere ai loro superficiali adepti… e pure ai più boccaloni degli altri partiti. Loro credono, nel fantasticato delirio di onnipotenza e di immacolata concezione di se stessi che li pervade, che chi non è con loro, chi li contesta, chi mette in evidenza le loro contraddizioni, chi li critica, chi è coerente con la propria linea – perché loro non lo sono mica! – abbia per forza un germe di sporca illegalità, perché l’autoproclamata natura divina di Rete non è in discussione. I loro dogmi sono tre. (…)
Nell’ultimo comunicato di Rete – ma gli altri non sono tanto meglio – ogni tre frasi circa ce n’è una falsa e una che è un collegamento inventato. Non c’è molto altro da aggiungere, perché il fatto che siano sostenuti strenuamente anche da condannati per riciclaggio e millantatori, dice già abbastanza.
Articolo tratto da L’informazione
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