REPUBBLICA FUTURA? Repubblica passata? (oppure un gustoso minestrone?) di Carlo Franciosi RF

REPUBBLICA FUTURA? Repubblica passata? (oppure un gustoso minestrone?) di Carlo Franciosi RF

Da quando giovani improvvisatori uniti ad attempati strateghi delle forze alleate con R.F. nella coalizione “adesso.sm” hanno esternato la frenesia di mettere in crisi il legittimo governo eletto nel Dicembre 2016, ho cominciato ad avere problemi di insonnia; e con la mente lucida della notte, mi è tornata la mania di pensare le cose che avrei dovuto scrivere al “risveglio”.

E sono anche abbastanza incavolato!

Che fossero gli agguerriti oppositori a farlo, è ovvio. La DC e RETE avevano subito una sonora batosta elettorale e non si sono fatti scrupoli a trovare una ferrea unità di intenti per rendere la vita difficile al nuovo governo.

Ma che facessero sponda una parte di SSD e la parte più effervescente di Civico10 era proprio impensabile. Sarò io ad avere idee antiquate sulla politica, ma con tutte le difficoltà e i problemi ereditati dal passato, con tutte le cose da rimettere pazientemente in ordine, con tutte le macerie da rimuovere e la ricostruzione di credibilità da realizzare sia all’interno sia verso l’esterno, non ci mancavano proprio le riserve mentali, le manovre palesi e sotterranee poste in atto per inquinare ulteriormente il clima politico e sociale e per salvare e in definitiva restaurare il sistema di potere contro il quale da tempo avevamo lottato riuscendo finalmente a sconfiggerlo.

“Ma anche voi siete stati partecipi di quel sistema!”

E’ l’accusa che ci viene rinfacciata da più parti.

Facciamo chiarezza una buona volta. Noi eravamo nel PDCS fino al Febbraio 1993 in posizione molto critica dal 1990 (l’epoca di FORUM), quando abbiamo rotto col partito perché non tolleravamo più l’andazzo dei suoi vertici ed eravamo molto preoccupati per il futuro di San Marino.

Siamo stati accusati di tradimento e di ambizione di carriera.

I fatti scandalosi e tutto il fango che avrebbe travolto il Paese ci hanno dato purtroppo ragione.

Dopo un po’ di tempo i padroni del vapore ci hanno sollecitato a ricomporre una collaborazione, e noi abbiamo ritenuto nostro dovere dare una mano in vari momenti storici, ottenendo in alcune occasioni risultati apprezzabili.

La convivenza in varie formule di governo ha presentato alti e bassi, ma abbiamo potuto incidere in alcuni settori della crescita democratica, specie sul piano legislativo e su quello giudiziario. Ma la nostra compagine era troppo debole per poter condizionare a sufficienza lo strapotere dei più grandi.

Certamente non abbiamo gradito nel 2008 la partecipazione ingombrante di Gabriele Gatti alle Finanze accanto ad Antonella Mularoni subentrata agli Esteri; tuttavia, dopo un anno, Gatti è stato costretto ad andarsene e, successivamente, il suo partito lo ha designato alla Reggenza come contentino per aver lasciato il governo.

Abbiamo mal digerito la riedizione dell’alleanza con la DC, sempre più precaria, fino al terremoto del 17 ottobre 2015 con l’arresto del leader maximo.

In quell’occasione clamorosa ho caldeggiato la crisi immediata di governo e il passaggio temporaneo a un esecutivo di emergenza (o di salute pubblica), ricordando le vicende della caduta del fascismo nel Luglio 1943 che consentirono la rinascita della democrazia nel paese e la lenta ma progressiva ripresa economica e sociale della Repubblica.

Non ebbi successo. E così dovemmo sorbirci anche la sceneggiata dell’espulsione dal partito delle mele marce con relativa costituzione di parte civile e pretesa di danni (dai poveri caproni espiatori).

Ma tutti gli altri dov’erano e cosa facevano? Forse stavano già organizzando le doverose prescrizioni!

La rottura definitiva con la DC avvenne solo dopo una penosa trascinarella, verso la fine del 2016, sulle questioni legate a Cassa di Risparmio; si è giunti così alle elezioni del 4 Dicembre, che sanzionarono il crollo del sistema di potere imperniato su mamma DC. Il sogno del riscatto ha avuto vita breve. Di ciò dobbiamo ringraziare i provvidenziali strateghi della maggioranza di SSD e gli scalpitanti puledri di Civico10, che sono riusciti a resuscitare il partito DC e hanno fatto da sensali nella fatidica unione con gli agguerriti duri e puri di RETE.

Adesso il trilemma è: verrà fuori un governo DC+RETE, o RETE+LIBERA, o LIBERA+DC? Oppure si metteranno tutti insieme appassionatamente con tanta amicizia e buona volontà per cucinare un variegato minestrone e mangiarsi il Paese?

Intanto lo chef è già pronto al grande ritorno!

 

Carlo Franciosi

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