Si ipotizza un governo Pdcs-Dim-Npr
Le segreterie di Stato pare che ritornino 10, cioè 3 in più del governo precedente
Cinque sono, secondo L’Informazione di San Marino, le “opzioni più plausibili” per la Democrazia Cristiana, che questa mattina ha ricevuto il mandato di formare la coalizione di governo. La Dc comincerebbe con “l’intesa per governare con Dim e Npr“.
Ebbene, secondo voci ricorrenti, sarebbe proprio questa la prima ipotesi attorno cui si starebbe già lavorando. Addirittura c’è chi la dà già per approvata dai vertici delle tre formazioni. Insomma, per l’attuazione, mancherebbe solo il passaggio nei rispettivi organismi interni.
Le 8 segreterie di Stato (Congresso di Stat) andrebbero assegnate: 4 al Partito Democratico Cristiano Sammarinese; 3 a Domani in Movimento (di cui 2 a Rete e 1 a Domani Motus Liberi) ed 1 a Noi per la Repubblica. AGGIORNAMENTO: al termine della giornata del 10 dicembre, si apprende che la composizione del Congresso probabilmente ritornerà a 10 membri con la seguente ripartizione: 5 al Partito Democratico Cristiano Sammarinese; 3 a Domani in Movimento (di cui 2 a Rete e 1 a Domani Motus Liberi) e 2 a Noi per la Repubblica.
La nuova maggioranza potrebbe contare su 44 consiglieri: 21 Dc, 15 Dim e 8 NpR. Avrebbe la possibilità di varare anche riforme importanti senza l’aiuto delle opposizioni, disponendo di oltre 39 consiglieri (maggioranza qualificata).
L’asse Dc-Rete, base della suddetta ipotesi di governo, non è una sorpresa. Scriveva Antonio Fabbri il 4 novembre scorso sul giornale sopra citato: “Le dichiarazioni per la negoziazione post elettorale … hanno reso evidente quello che era già sottotraccia, seppure emerso più volte: con tutta probabilità la Democrazia cristiana si alleerà con Rete e Rete con la Dc“.
Quindi nessuna sorpresa? In effetti la sorpresa c’è stata. Eccome! Domenica scorsa fra Dim e Dc le parti si sono invertite. Ora è la Dc che offre a Dim la possibilità di entrare in una maggioranza di governo. Invece prima delle elezioni si dava per scontato che Dim sarebbe diventata la forza politica di maggiore consistenza. Tanto che andava vagheggiando addirittura di raggiungere da sola la maggioranza assoluta per non essere costretta – per formare il governo – a patteggiare con i politici del fronte della ‘restaurazione’, vale a dire quelli del conto Mazzini. Domani Motus Liberi, a ridosso delle elezioni, pregava gli elettori di dare alla coalizione Dim la maggioranza assoluta (“50%+1“) per evitarle di dover “stringere accordi proprio con le forze che hanno negli anni portato il Paese sull’orlo del fallimento e che oggi, dopo essere stati il “cancro” di questa Repubblica pretendono di ripresentarsi come la cura“.