Non condivisibile l’opinione del “Dragone” sul dopo elezioni
(…) L’incontro, lo scontro fra culture politiche, gli spiragli di novità e reciproca permeazione che Dario invoca per l’endorsment alla nuova coalizione di governo, sono dunque cose già tutte avvenute.
Il dopo elezioni dell’8 dicembre a San Marino dice solo una cosa: ha stravinto la vecchia, ”gloriosa” DC. Che tutti i partiti e movimenti hanno indicato come salvatore della patria e alla quale, con sfumature diverse naturalmente, tutti hanno fatto una corte spietata: bastava leggere i programmi elettorali, per lo più tutti allineati con poche idee di futuro per la piccola Repubblica, ma molte irrealizzabili promesse.
Ma forse il futuro davvero non c’è perché è sottilissimo il limite che la globalizzazione impone a uno Stato per essere addirittura un “piccolo Stato” e la miscellanea di una millenaria vicenda storica con le economie di rigetto delle piccole particolarità. Sempre più breve è il passo fra storia da continuare a vivere e ad alimentare e “curiosità della storia” da mostrare come in un museo.
A differenza di molti dunque, ma non ha molta importanza: la diversità non gioca nessun ruolo, io credo che quella del Dragone su Repubblica di venerdì 13 dicembre 2019 sia la più spericolata “ruffianata” che si potesse fare ad una coalizione che sta assumendo responsabilità di governo. La mia speranza è che qualcuno se ne accorga e, per il bene del Paese, ne tenga conto. Grazie.
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