San Marino. Il nuovo governo dopo le feste

San Marino. Il  nuovo governo dopo le feste

Il programma presentato agli elettori dalla Democrazia Cristiana è al centro del confronto

Dentro la Dc e negli altri partiti le ‘normali’ tensioni che caratterizzano la formazione dei governi

In questi giorni è in corso  la formazione del nuovo governo sostenuto  da Partito Democratico Cristiano Sammarinese, Democrazia in Movimento (Domani Motus Liberi e Rete) e Noi per la Repubblica. Si prevede l’insediamento dopo le feste. C’è chi ipotizza una riunione dell’Ufficio di Presidenza per il 2 gennaio e la convocazione del Consiglio Grande e Generale per il 7 gennaio.

La frantumazione dell’area politica che storicamente si richiamava al socialismo sta esaltando ancor più il successo del Partito Democratico Cristiano Sammarinese che nonostante gli scandali emersi nel processo Conto Mazzini è visto dalla gente come un’ancora alla quale agganciare la salvezza del Paese.
Anche il  fatto  di non aver cambiato mai il proprio simbolo, resistendo alle mode del momento, si è rivelata una scelta  vincente.
La Dc  interpreta  il senso di comunità che le sciagurate avventate decisioni degli ultimi dieci anni non hanno ancora distrutto, tanto era solido.

Gli altri partiti sono apparsi come comitati elettorali frutto di contingenze,  perché senza un vero e chiaro riferimento ideologico e nemmeno un leader a supplirne la mancanza.
Di fatto è come se l’intero Consiglio Grande e Generale si sia di fatto ‘democristianizzato’ tanto che un nuovo esponente di Rete (cioè  il movimento antidemocristiano per eccellenza – chi non ricorda le esternazioni di Zeppa? – ) non ha esitato a citare Federico Bigi, uomo simbolo a cui fare riferimento per impostare la rinascita  anche morale del Paese.

 

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