San Marino. Giudici, ora il Governo deve adempiere tempestivamente

San Marino. Giudici, ora il Governo deve  adempiere tempestivamente

Giudici, ora il Governo deve  adempiere tempestivamente

Articolo tratto da L’informazione di San Marino

ANTONIO FABBRI – La Sentenza dei Garanti non lascia dubbi su ciò che debba fare il Governo. Ciò che emerge dalla sentenza di 13 pagine di sentenza del Collegio dei Garanti è molto chiaro, anche se il Segretario alla Giustizia, Massimo Andrea Ugolini, parla di aspetti “particolarmente complessi” ai microfoni di Rtv.

A ben vedere quanto dispone la sentenza dei Granti è molto chiaro: il governo ha il dovere di mettere nelle condizioni di entrare nel pieno delle loro funzioni, i due giudici di appello vincitori del concorso, Ferdinando Treggiari e Andrea Morrone. La loro nomina è già avvenuta con la proclamazione da parte della Commissione giudicatrice.

Pertanto sia in astratto – cioè esprimendosi dando una spiegazione delle norme dei principi fondamentali e costituzionali dello stato – sia in concreto – cioè applicando la verifica di costituzionalità al caso concreto sollevato – “è dovere del Congresso dì Stato compiere tutti gli atti e tenere tutti i comportamenti necessari per consentire ai giudici di appello nominati di assumere tempestivamente la carica ed esercitare le loro funzioni e che è altresì dovere dei Capitani Reggenti in quanto Capi di Stato di ricevere il giuramento dei giudici di appello già nominati nel procedimento che ha dato origine al conflitto”.

Perché questo concetto espresso e sancito dalla sentenza è fondamentale? Perché mette a tacere le più fantasiose interpretazioni che si sono ascoltate per mesi e tutte finalizzate a bloccare la nomina dei due giudici di appello in questo modo causando una pericolosa ingerenza del potere politico sul potere giudiziario.

Altra cosa dalla sentenza si evince, è la smentita netta a chi ha sostenuto – la ex opposizione oggi maggioranza – anche attraverso comunicati stampa oltre che con fuorvianti e distorcenti dichiarazioni pubbliche che il ricorso dei giudici di appello sul conflitto di attribuzioni fosse un attacco alla Reggenza. Affermazioni seguite da ostentati proclami di solidarietà. Ebbene leggendo la sentenza emerge che il ricorso non era contro la Reggenza in quanto tale. Non era contro i Reggenti in quanto Capi dello Stato. Anzi, se lo fosse stato, sarebbe stato pure legittimo. Quindi i Reggenti non erano chiamati in causa in quanto tali, ma in quanto presiedono il Consiglio e l’Ufficio di presidenza, che erano invece gli organi chiamati in causa. Non c’è dubbio che la sentenza debba essere rispettata, anche perché pone dei principi costituzionalmente e universalmente riconosciuti, oltre che imprescindibili per la separazione dei poteri. Concetto fondamentale cui si richiama anche il programma di governo che a pagina 4 parla di “corretta separazione ed autonomia dei poteri dello Stato”, e non v’è chi non veda che la sentenza dei Garanti indichi come fare. Il Segretario Ugolini ha detto d’altra parte a Rtv che ci cercherà di per cercare di “intraprendere il percorso più corretto dal punto di vista istituzionale”. Per mettere i giudici nel pieno delle loro funzioni, si spera, il che va fatto “tempestivamente”, dicono i garanti. 

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