Rapitore, stupratore e torturatore viene assolto grazie a un cavillo
Le prove sono nel fascicolo, ma non possono essere utilizzate dal giudice per un errore legato alla notifica
ANDREA ROSSINI. Rapì una ragazza mai stata con un uomo per farla prostituire. Per convincerla la tenne prigioniera per un mese stuprandola ogni giorno, a turno con due complici, e la seviziò con delle lamette e dei fili elettrici. L’imputato, grazie allo stesso cavillo processuale che gli ha evitato il carcere e ha reso carta straccia una prima sentenza di condanna, l’ha fatta definitivamente franca. L’uomo, un romeno di 38 anni, è stato infatti definitivamente “assolto perché il fatto non sussiste”. Le prove a suo carico sono nel fascicolo, schiaccianti, ma – come ha fatto notare l’avvocato difensore Fiorenzo Alessi – non possono essere prese in considerazione in un processo. (…)
Tratto dal Corriere Romagna