Rimini. “Con la chiusura delle attività troppi disagi economici”

Rimini. “Con la chiusura delle attività troppi disagi economici”

“La chiusura immediata provocherebbe la mancata spedizione di merci deperibili o a scadenza programmata, dove non è possibile fermare il ciclo produttivo, o a quelle a ciclo stagionale dove la mancata presentazioni di nuovi prodotti vorrebbe dire chiudere per sei mesi se non un anno. Per alcune aziende significherebbe l’impossibilità di continuità aziendale e decine di famiglie senza sussistenza”.

E’ il grido di allarme che arriva da Confindustria Romagna. Come è noto l’emergenza dovuta al diffondersi del Coronavirus è diventata particolarmente critica nella zona SUD di RIMINI tanto che, vista la difficoltà di gestione del contagio, si stanno ipotizzando ulteriori disposizioni.

Le garanzie delle condizioni di salute sono la priorità per tutti e Confindustria Romagna esprime la totale disponibilità a collaborare con le autorità e con le istituzioni al fine gestire gli spostamenti e l’attività produttiva a ciò che è indispensabile.

Purtroppo la chiusura immediata provocherebbe la mancata spedizione di merci deperibili o a scadenza programmata, dove non è possibile fermare il ciclo produttivo, o a quelle a ciclo stagionale dove la mancata presentazioni di nuovi prodotti vorrebbe dire chiudere per sei mesi se non un anno. Per alcune aziende significherebbe l’impossibilità di continuità aziendale e decine di famiglie senza sussistenza.

L’eventuale chiusura, anche se temporanea delle attività produttive, non comporterebbe la sola sospensione della produzione e dei fatturati per il periodo in essere, ma sarebbe fonte di ingenti disastri economici che si riverserebbero direttamente sulle lavoratrici e lavoratori delle nostre aziende (occorre tenere conto che la stessa cassa integrazione non può essere anticipata dalle aziende per decreto e che quindi decine di famiglie si troverebbero senza stipendio per mesi).

 Per questo la Delegazione di Rimini di Confindustria Romagna, ad integrazione di tutto quanto previsto dalle norme fino ad ora emanate ed applicate dalle aziende, propone un ulteriore CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE, con l’obiettivo sempre di privilegiare LA SALUTE DELLE PERSONE.

1. CHI PUO’ CHIUDERE per una o due settimane senza forti danni per la continuità aziendale lo FACCIA.

2. RIDUCIAMO ulteriormente la SETTIMANA LAVORATIVA E/O GLI ORARI DI LAVORO.

3. PORTIAMO il più possibile i lavoratori in HOME e SMART WORKING.

4. RIDUCIAMO la presenza AD UNA SINGOLA PERSONA per UFFICIO che possa aiutare fisicamente chi lavora da casa.

5. DOVE NON FOSSE POSSIBILE E NEGLI IMPIANTI PRODUTTIVI portiamo la distanza tra le persone a ben oltre quella suggerita di 1,5 m ma a 2,5 metri o meglio ancora 3 metri.

6. SCAGLIONIAMO GLI ORARI DI INGRESSO per impedire afflussi di personale in contemporanea.

7. CHIUDIAMO spogliatoi e luoghi di aggregazione all’interno e all’esterno.

8. SANIFICHIAMO gli ambienti di lavoro.

9. FORNIAMO DOVE POSSIBILE MASCHERINE A TUTTI i dipendenti (qui vi possiamo aiutare).

10. OBBLIGO DI MASCHERINE in tutti i corridoi.

11. EVITIAMO RIUNIONI CON PRESENZA FISICA SIA ESTERNE CHE INTERNE usiamo telefoni e videocall.

12. EVITIAMO GLI SPOSTAMENTI TRA SEDI e TRA FORNITORI il più possibile.

13. CHIUDIAMO L’ACCESSO agli esterni alle nostre aziende.

14. MONITORIAMO E COMUNICHIAMO IN CONTINUITA’ CON L’ASSOCIAZIONE DI APPARTENENZA E CON LE AUTORITÀ.

15. SI SOSPENDE l’utilizzo di lavoratori provenienti dai Comuni di Pesaro e di Urbino e dalla Repubblica di San Marino e si limita l’utilizza dei lavoratori che devono fare trasferimenti interprovinciali”.

 

 

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