San Marino. La crisi economica inizia a spaventare più di quella sanitaria

San Marino. La crisi economica inizia a spaventare più di quella sanitaria

Dopo la crisi globale del 2008, la blacklist italiana dal 2009 al 2014, la fine dei così detti capisaldi, svariati scudi fiscali, ora San Marino viene travolta dall’emergenza Coronavirus. E per il Titano rischia di essere il colpo del KO. 

La situazione è decisamente seria. Tant’è che il Governo, a sindacati e opposizioni che hanno chiesto di “chiudere tutto”, ha risposto in modo chiaro: “Noi potremmo scegliere anche questa strada – ha detto il Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta qualche giorno fa – ma il sindacato deve essere disponibile a comprendere che, se questo avverrà, non parleremo più di un 30% in Cassa integrazione ma, probabilmente, di zero finché non finirà la situazione. La poca liquidità del Paese dobbiamo utilizzarla per l’ospedale”.

Quindi le casse pubbliche, già in più che precarie condizioni, ora si stanno svuotando inesorabilmente tanto che ormai la situazione economica inizia a spaventare più di quella sanitaria.

“L’Iss ha un bilancio di più di 300 mln di euro – ha spiegato il Segretario Ciavatta nella diretta di lunedì 23 marzo – per cui parliamo di circa 1 milione di euro al giorno. E grazie a Dio che c’è e che sta salvando la nostra gente. Solitamente questa somma viene finanziata con i contributi dei datori di lavori e con la monofase dei prodotti che non vengono esportati. Ora – ha aggiunto il Segretario sconsolato – molti dipendenti sono in cassa integrazione per cui contributi stanno diminuendo e il commercio interno è praticamente azzerato e con esso la monofase”.

“A fronte di costi sanitari che aumentano – è il sunto – abbiamo entrate in diminuzione”. Quindi che fare?

Per questo da politica e parti sociali si inizia a parlare con insistenza della necessità di richiedere aiuti internazionali da parte dell’Antica terra della libertà. Una strada che il Governo sta intraprendendo lontano dai riflettori.

“Siamo in contatto con tutti gli organismi internazionali e gli Stati che possono darci aiuti – ha detto il Segretario Ciavatta nella diretta di lunedì 23 marzo – Il lavoro del governo in questa direzione è molto significativo così come sono in corso i contatti con gli Stati che stanno bloccando i dispositivi in transito da altri paesi”. Inoltre sono stati spostati a favore dell’emergenza i fondi del bilancio destinati ad altre iniziative che sono saltate a causa del virus stesso.

 

 

Iss ha bilancio di più di 300 mln di euro, 1 mln di euro al giorno, e grazie a Dio che c’è e che sta salvando la gente. Solitamente li finanziamo con i contributi dei datori di lavori che però stanno diminuendo e dalla monofase che rimane interno che è praticamente azzerato.

A fronte di costi che aumentano. Se riusciamo a trovare nel breve termine un finanziamento possiamo garantire il 100% altrimenti non si riesce.

Non abbandorenemo nessuno se in difficoltà ma ci deve essere la consapevolezza che siamo in una situazione inedita, che dobbiamo fronteggiare ognuno mettendo a disposizione qualcosa per aiutare il sistema. Ognuno di noi dobbiamo mettere in conto anche la disponibilità di rimetterci personalmente.

Ho visto purtroppo alcuni cittadini che puntano il dito su alcune categorie. Non è così. I decreti coinvolgono tutti: I dipendenti Pa, gli imprenditori, i politici, i magistrati. Chi lavora ha garanzia del 100% dello stipendio e chi non lavora è a casa alle stesse condizioni. Non dobbiamo chiederci se gli altri pagano di più o di meno ma dobbiamo chiederci cosa possiamo fare di più.

Ne usciamo se siamo tutti insieme come comunità a fronteggiare l’emergenza. E ripartiremo più forti di prima.

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