San Marino. Csu: “Si torna ai vecchi metodi: tagli unilaterali sul telelavoro del corpo docente”

San Marino. Csu: “Si torna ai vecchi metodi: tagli unilaterali sul telelavoro del corpo docente”

Il Governo interviene con un Decreto Legge (il n. 55/2020) nel quale si riduce al 60% (per le settimane dal 9 al 22 Marzo) e poi al 70% (per le settimane dal 23 Marzo a seguire), la retribuzione del corpo docente della Scuola Elementare, Media Inferiore, Secondaria Superiore, CFP-UPAL. 

Lo scrivono le Le Federazioni Pubblico Impiego della CSU – CSdL – CDLS, aggiungendo: “Per la Scuola dell’Infanzia e per i Servizi Socio Educativi per la Prima Infanzia è stato previsto dal Decreto un trattamento diverso è ulteriormente peggiorativo.

E’ indispensabile chiarire che le Federazioni Pubblico Impiego della CSU non sono per nulla d’accordo con la scelta unilaterale che ha assunto il Governo

Nel vero dialogo, entrambe le parti sono disposte a cambiare”, come sempre le Federazioni Pubblico Impiego della CSU erano, come sono, sempre state disponibili al dialogo ed a trovare un equilibrio accettabile. Ci vorrebbe ora un moto di umiltà e grande senso di responsabilità da parte del Governo per attivare immediatamente un confronto con la CSU e intervenire con la revisione radicale di quanto imposto per Decreto.

In questa drammatica situazione, come conseguenza della chiusura delle scuole dovuta all’attuale emergenza sanitaria per il Coronavirus, il corpo docente di ogni ordine e grado si è dovuto attrezzare con gli strumenti in dotazione, con disponibilità e abnegazione, per attivare la didattica a distanza

Il ruolo sociale e formativo del corpo docente è la medicina culturale e formativa per affrontare in modo coeso e costruttivo una situazione di straordinaria emergenza, poter garantire la prosecuzione dell’anno scolastico e mantenere vivo il rapporto con gli studenti e con le loro famiglie è una garanzia di tenuta dei rapporti sociali. Il lavoro preparatorio per le lezioni a distanza ed il monitoraggio dei risultati degli studenti è una attività complessa e impegnativa.

Non può essere in alcun modo condiviso dalla CSU il principio che l’insegnamento a distanza del corpo docente (che peraltro viene svolto con grande senso di responsabilità da parte degli interessati, non essendoci alcun obbligo di Legge al riguardo), venga remunerato in modo diverso e peggiorativo rispetto all’insegnamento in presenza. Questa discriminazione economica, a parità di ore lavorate da remoto rispetto che in presenza, non è ammessa nelle altre tipologie di telelavoro del settore privato; la parità di trattamento economico è un principio cardine presente anche in altre legislazioni. Le Federazioni Pubblico Impiego della CSU, di fronte a questa palese discriminazione, si riservano di attivare una segnalazione all’OIT/OIL – Organizzazione Internazionale del Lavoro – per verificare il rispetto dei diritti, delle normative e degli accordi a tutela dei lavoratori di tutti i settori.

Con il Decreto Legge 55/2020 il Governo vuole introdurre, in modo subdolo, colpendo oggi la categoria del corpo docente, il pericolosissimo principio che il telelavoro può essere remunerato meno del lavoro normalmente svolto in presenza, come se un qualsiasi dipendente che si trova a lavorare da casa (peraltro in rispetto alle norme di Legge emanate per prevenire i contagi da Coronavirus) debba essere penalizzato economicamente, in quanto meno efficiente e produttivo!!

Oggi, nel corso di una emergenza che richiede nuove forme di organizzazione ed adattamento, come domani, quando bisognerà fare un bilancio e, possibilmente, trarre insegnamento per il futuro anche in questo settore, per la CSU la formazione delle nuove generazioni continua ad essere una delle sfide più importanti per garantire un prospero futuro al nostro Paese.

 

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