Rimini. Festa della Liberazione, le parole di Gnassi

Rimini. Festa della Liberazione, le parole di Gnassi

È il 25 aprile che non avremmo mai voluto perché per la prima volta in 75 anni non ci vede scendere in piazza, riempire insieme le bellissime piazze d’Italia, a onorare persone e a diffondere un messaggio collettivo di libertà. – ha detto il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi che col Prefetto Alessandra Camporota questa mattina, a nome della comunità riminese ha reso omaggio, in occasione del 75° anniversario della Liberazione d’Italia, a tutti i caduti della seconda Guerra mondiale e della Resistenza con la deposizione di corone d’alloro prima al Monumento alla Resistenza di parco Cervi dei Caduti e poi al Monumento ai Caduti per la Libertà di piazza Tre Martiri -.”

Un momento solenne, che ha visto Sindaco di Rimini, Prefetto e la rappresentante di Anpi sostare commossi davanti ai luoghi che perennemente ricordano il sacrificio fatto di lutti e privazioni a cui tutta la popolazione fu sottoposta in quegli anni terribili, che si è concluso sulle note dell’Inno nazionale prima e di Bella Ciao suonata con uno struggente arrangiamento originale elaborato per l’occasione dai musicisti Federico Mecozzi al violino, Stefano Zambardino, alla fisarmonica, Massimo Marches alla chitarra che ha riempito di commozione una surreale piazza Tre Martiri quasi deserta.

“Proprio questo buco della storia – aveva proseguito il Sindaco Gnassi nel suo discorso dopo che sia Silvia Zoli, vicepresidente dell’Anpi riminese, sia il Prefetto di Rimini Alessandra Camporota erano intervenute – ci consegna del giorno della Liberazione la sua straordinaria bellezza e attualità. Il dono della libertà prima di ogni cosa: quella libertà che assume dentro sé il concetto di responsabilità e che non ha nulla a che fare con l’egoismo. L’ideale del sacrificio come elemento fondante e necessario di una rinascita, individuale e di comunità. Lo strumento della solidarietà, del mutuo soccorso quando davanti si para chi, quella libertà, vorrebbe togliercela con ogni mezzo. E soprattutto la centralità della memoria quale pietra angolare della democrazia: chi dimentica piccona l’essenza stessa della libertà, della responsabilità, della solidarietà tra persone.

E in questo 25 aprile 2020, in cui le piazze sono forzatamente vuote, abbiamo comunque l’occasione di ricordare i caduti e ripensarci come comunità democratica e libera. E quando quelle vie e quelle piazze torneranno a riempirsi di noi, forse, lo spero, saremo più forti.”

 

“Un pensiero non può andare che ai partigiani – ha ricordato nel suo intervento Silvia Zoli – ai pochi rimasti,al nostro presidente Valter Vallicelli il partigiano Tabac che oggi per la prima volta dopo 75 anni non ha potuto essere presente qua in piazza. E voglio dire ai partigiani e a chi si è battuto per la libertà che noi non consentiremo a nessuno di rivisitare questa pagina di storia e questa giornata  che sarà sempre la giornata della liberazione dal nazismo e dal fascismo.”

 

Un saluto al partigiano Tabac a cui si è associata il Prefetto Camporota che ha ricordato nel suo intervento come “il Presidente della Repubblica abbia messo in evidenza i valori della Resistenza come base della nostra storia. La Resistenza, ha affermato, è festa di liberazione e solidarietà, una libertà riconquistata all’Italia intera insieme con la dignità perduta con i vent’anni della dittatura fascista, con le leggi razziali firmate dalla monarchia, con la sciagura della guerra a fianco dei nazisti.

È esattamente da quella data – ha proseguito il Prefetto Camporota – dalla lotta spontanea al nazifascismo della Resistenza che è rinato il concetto di patria unito alla rifondazione in democrazia dello Stato con la nascita della Repubblica delle sue istituzioni e della Costituente. Il nesso tra la Resistenza, il 25 Aprile e la Repubblica costituzionale è il principio fondante della nostra democrazia e il suo principio di legittimazione.”

 

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