San Marino. Lettera aperta degli insegnanti elementari: “Rispetto per il nostro settore”

San Marino. Lettera aperta degli insegnanti elementari: “Rispetto per il nostro settore”

“Leggere certe insinuazioni, pronunciate da parte di alcuni membri del Congresso di Stato, non solo è ingiusto e svilisce la nostra categoria ma è anche una profonda ferita arrecata a tutto il corpo docente, non tenendo in considerazione il grandissimo impegno che tutti noi insegnanti stiamo portando avanti”.

È un passaggio della lettera aperta che gli insegnanti della scuola Elementare di San Marino hanno indirizzato al Segretario all’Istruzione Andrea Belluzzi e ai membri del Consiglio Grande e Generale.

Una missiva in cui gli educatori respingono le accuse di lavorare meno ora che le lezioni sono a distanza. “In questa situazione di emergenza  – scrivono – noi docenti, come ben sapete, ci stiamo adoperando per offrire ai nostri alunni una tipologia di didattica totalmente nuova, cercando di assicurare anche vicinanza relazionale e garantire loro, per quanto possibile in questo periodo, uno scambio sociale.

Ogni giorno (spesso dal lunedì alla domenica, giorni festivi inclusi) lavoriamo per progettare attività didattiche innovative, riadattando la programmazione con l’utilizzo delle tecnologie; facciamo corsi online e cerchiamo tutorial per conoscere al meglio gli strumenti offerti per il lavoro in rete, spesso investendo anche soldi personali oltre che il nostro tempo; predisponiamo supporti didattici per i nostri alunni; registriamo più e più volte le videolezioni cercando di renderle chiare e facilmente fruibili per tutti; assicuriamo ore in videoconferenza per uno scambio in diretta sia con i nostri alunni che con i nostri colleghi e dirigenti; inviamo compiti che poi correggiamo e rimandiamo feed-back in risposta a quanto svolto; ci interfacciamo con i genitori costantemente, con grande flessibilità giornaliera ed oraria; compiliamo settimanalmente relazioni accurate da trasmettere alla nostra dirigenza che monitora regolarmente il lavoro svolto, visionando anche i nostri materiali digitali autoprodotti e inviandoci a sua volta considerazioni sul nostro operato”.

“Per assicurare un’offerta formativa adeguata ed in coscienza, noi insegnanti stiamo lavorando praticamente tutto il giorno perché vogliamo bene ai nostri alunni e abbiamo a cuore le loro vite ed il loro futuro”. 

 

Quindi si rivolgono al titolare dell’Istruzione: “Sarebbe auspicabile innanzitutto chiarezza d’intenti e rispetto per il nostro settore. Non capiamo in base a quali fonti il Segretario Belluzzi, che dovrebbe avere a cuore il mondo della scuola e sostenerlo, possa affermare che gli insegnanti stanno proponendo una “prestazione pari alla metà dell’attività svolta in presenza”; inoltre a noi non è giunta nessuna richiesta di fornire tale “prestazione ridotta”, la quale non sarebbe assolutamente sufficiente per garantire il diritto all’istruzione ad ogni alunno. Diritto all’istruzione che, appunto, riguarda tutti. Quindi infine, ma non per importanza, vorremmo proprio parlare di un tema caro a tutti gli insegnanti: l’inclusione scolastica”.

Altra ferita aperta sono le “gravi affermazioni pronunciate durante la conferenza stampa che ha anticipato i punti del prossimo decreto, secondo cui: “ci sono i ragazzi portatori di disabilità che fino ad oggi non hanno avuto nessun tipo di servizio e assistenza. Inizieremo, trovando le condizioni di sicurezza e i presidi adatti, a fornire anche a loro l’istruzione e a cominciare anche con loro”. Ci teniamo a precisare che sin dal primo giorno della chiusura scolastica tutti gli insegnanti, sia di sostegno che curricolari, si sono preoccupati di organizzare una didattica inclusiva, individualizzata e personalizzata dove necessario, impegnandosi a seguire ogni alunno (tra cui coloro con Bisogni Educativi Speciali) con tutti gli strumenti disponibili”.

“Ci auguriamo – concludono gli insegnanti – che arrivino presto chiarimenti e smentite in riferimento a queste dichiarazioni, che possano riportare la nostra categoria a godere di quel minimo di rispetto che ci permetta di lavorare con serenità e comprensione”.

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