Decreto sulla Fase 2 in forte ritardo ma è pronta una “leggina” sulla giustizia
ANTONIO FABBRI – Mentre ancora a due giorni sulla riapertura, annunci a parte, manca il decreto per organizzare la ripartenza (ieri sera alle 23 era stato emesso il solo decreto tassa-pensioni), la solerzia per mettere le mani sulla giustizia e organizzare l’eventuale epilogo futuro di processi pendenti, evidentemente prosegue. In piena emergenza Covid, infatti, è stato trasmesso, lo scorso 24 aprile, all’Ordine degli avvocati e alla Camera Penale – non pare sia stato trasmesso ai magistrati e al Tribunale – un progetto di legge che modifica alcuni articoli del Codice di procedura penale, introducendo un limite temporale alla carcerazione preventiva, ma soprattutto, e questo è ciò che potrebbe incidere sul futuro di determinati processi, la nascita de facto di un terzo grado di giudizio al quale sarà possibile ricorrere praticamente sempre, ogniqualvolta l’imputato e i suoi legali ritengano, cioè, di aver subito una “ingiustizia sostanziale”. Mentre fino adesso, cioè, il ricorso al giudice per i rimedi straordinari era possibile sulla base di previsioni tassative e se fossero presenti elementi certi, adesso diviene possibile praticamente sempre, invocando la “lesione di diritti fondamentali della persona generalmente riconosciuti”. Per introdurre questa modifica sostanziale del Codice di procedura penale, al progetto di legge avanzato dalla segreteria Giustizia sono sufficienti tre articoli, più un quarto per l’entrata in vigore. (…)
Articolo tratto da L’Informazione di San Marino
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