San Marino. Screening sierologico su tutti i lavoratori

San Marino. Screening sierologico su tutti i lavoratori

Tutti i lavoratori di San Marino faranno uno screening sierologico per verificare la presenza degli anticorpi contro il coronavirus.

La ha stabilito il Congresso di Stato per contenere il rischio di contagio in vista della riapertura di negozi, bar e ristoranti.

L’iniziativa è prevista dal nuovo decreto n.68 uscito nella notte.

Non si tratta, per intenderci, del tampone che scova la presenza del virus nelle vie aeree della persona, ma del test sul sangue capace di evidenziare la presenza o meno degli anticorpi contro il virus. La prima analisi rileva l’infezione in corso, la seconda dimostra che una persona è già entrata in contatto con il virus e serve per capire se la persona ha sviluppato le difese immunitarie in grado di proteggerla in caso di nuovo contatto. La differenza tra le due analisi è anche numerica: in queste settimane San Marino non ha analizzato più di 80/100 tamponi al giorno mentre con il test sierologico i numeri sono  più alti.

 

La norma spiega che i criteri e le modalità organizzative di questo screening saranno stabilite dall’ISS con il coinvolgimento del medico del lavoro eventualmente incaricato e che verrà individuata le gradualità dei prelievi in base al numero degli occupati alla data del 31 marzo 2020.

“L’attività di screening – viene specificato – non sostituisce nessuna delle misure di contenimento già prescritte dai decreti-legge in vigore, che devono già essere state implementate nell’ambiente di lavoro, oltre ad eventuali misure incrementali adottate dall’impresa”.

Per il lavoratore che rifiuta di sottoporsi al test scatta l’astensione obbligatoria temporanea dal lavoro senza accesso ad alcuna delle misure di sostegno al reddito, fino ad esecuzione del test che verifichi esito negativo, o in caso di ulteriore rifiuto fino alla cessazione dell’emergenza COVID-19. 

A fronte dell’esecuzione del test, il datore dovrà riconoscere all’ISS “una parziale compartecipazione alla spesa della prestazione” fissata in 15 euro per ogni test.

 

digià

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