Rimini. Protocollo balneazione, la rabbia di Gnassi

Rimini. Protocollo balneazione, la rabbia di Gnassi

Gnassi, duro attacco al governo: “Così si uccide il turismo balneare”

Il sindaco analizza il documento dell’Istituto superiore della sanità, diverso dal protocollo regionale: “Un’industria che rappresenta il 15% del Pil nazionale non può essere trattata senza alcuna dignità”

MARIO GRADARA – Cinque metri di distanza tra le file dei lettini, quattro metri e mezzo tra i paletti degli ombrelloni. Controlli sulle spiagge libere affidati a vigili e steward. Niente asciugamani né persone adagiate sulla sabbia. Spogliatoi, cabine, docce, sdraio e lettini da sanificare dopo ogni uso da parte di un cliente. Non solo: piscine e idromassaggi in spiaggia vietati, distanziamento sociale tra i bagnanti in acqua (ma chi li controlla?). Il salvataggio deve lavarsi le mani con alcol dopo un massaggio cardiaco, e lavare gli indumenti dopo ogni intervento di soccorso. Sono alcuni passaggi del “Documento tecnico balneazione” diffuso dall’Inail, una ventina di pagine che decretano la fine del turismo balneare italiano. (…)

“Evocato da sempre come industria strategica, sostanzialmente trascurato da tutti i governi della Prima, Seconda e Terza Repubblica, eccetto per le azioni e le proposte recenti del ministro Franceschini, colpito a morte dal coronavirus, adesso il turismo balneare italiano corre il rischio di trovarsi davanti al suo colpo di grazia”. Il grido dal bunker è di Andrea Gnassi, sindaco di Rimini. “Se la risposta alle proposte serie – prosegue Andrea Gnassi – puntuali e rigorose fatte dalle categorie economiche e dagli operatori nella stagione più difficile dal dopoguerra, anche sui protocolli, poste a tavoli regionali e nazionali, è il documento Inail – Istituto superiore della sanità che in questo momento sta circolando su tutti i siti d’informazione nazionali, allora si abbia il coraggio di dire che i protocolli alo studio a Roma altro non sono che protocolli per fare tenere chiuse le spiagge italiane nel 2020”. “Quanto sono cogenti queste indiscrezioni – prosegue il sindaco Gnassi – queste indicazioni, nelle decisioni del governo? Quale è la gerarchia decisionale? Ero rimasto a quanto ci ha comunicato domenica la Regione Emilia Romagna e cioè che entro venerdì sarebbero usciti i protocolli sull’utilizzo delle spiagge, condivisi tra ministeri, enti, operatori e categorie economiche. E adesso arriva, ancora come anticipazione, un materiale che è difficile anche commentare. Io più di chiedere chiarezza al governo e chiedere alla regione Emilia Romagna chiarezza e anche forza per farsi sentire in tal senso, oggi non so cosa dire di più. Attendiamo risposte rapide, imprese e centinaia di migliaia di lavoratori. Un’industria che rappresenta il 15 per cento del Pil nazionale, che non può essere trattata senza alcuna dignità”. (…)

Articolo tratto da Il Resto del Carlino 

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