San Marino. “Raccolta rifiuti, un ritorno al passato”

San Marino. “Raccolta rifiuti, un ritorno al passato”

L’Associazione Micologica Sammarinese esprime il proprio parere in merito al sistema della raccolta porta a porta.

“La raccolta dei rsu con il sistema “Porta a Porta” a San Marino è tramontata.
Lo rende noto Stefano Canti il Segretario al Territorio, Ambiente, Agricoltura, La Protezione Civile e Rapporti con l’A.A.S.L.P.
Le motivazioni riportate sarebbero che nel 2019 il sistema del pap è riuscito a raggiungere una percentuale del 40% ampiamente sotto quel 70% auspicato e caldamente richiesto da parte della confinante regione Emilia Romagna, pena la minaccia di non raccogliere e smaltire più il nostro rsu. Percentuale che è “raccomandata” anche dalle UE a tutti i paesi membri, Italia compresa, la quale è sempre soggetta a sanzioni per mancato raggiungimento della percentuale richiesta. Non è certamente un bel biglietto da visita per San Marino che sta richiedendo a gran voce l’accordo di associazione con l’UE, mostrarsi come paese poco virtuoso nella raccolta differenziata del rsu.

Peccato, aggiungiamo noi, che il sistema non sia mai stato esteso a tutto il territorio ma a macchia di leopardo, dilazionato su diversi anni. Oggi i cittadini che usufruiscono del servizio pap sono circa un terzo del totale della popolazione, e la media della raccolta differenziata si attesta a circa al 70%. Se la percentuale totale è di circa il 40%, significa che nei Castelli in cui si utilizzano ancora i cassonetti stradali la percentuale di differenziazione, scende a circa il 26%. Con i cassonetti, più o meno ‘intelligenti’, ormai tutti lo sanno che non si otterranno obbiettivi di differenziata superiori al 40/50% e noi vogliamo tornare al passato, alle isole ecologiche disseminate sul territorio, a questo sistema abbandonato da tutti.

A San Marino la quantità di rsu prodotti si avvicina a circa 600 kg per abitante all’anno quindi non bisogna intervenire sul rifiuto, come si sta facendo ora, solo alla fine del suo ciclo, ma puntare alla riduzione della produzione a monte dello stesso.
Il compostaggio domestico, ricavando terriccio dagli scarti della cucina e del giardino, dovrebbe essere reso obbligatorio a chi ha orto o giardino, in quanto la parte umida dei nostri rifiuti incide intorno al 30% e si ridurrebbe di molto il peso totale.
Il pap si basa sulla responsabilizzazione del cittadino, che poi può essere maggiormente controllato, cosa che non avviene nell’isola ecologica dove un rifiuto erroneamente inserito può contaminare e pregiudicare l’intero cassonetto. Inoltre con una corretta tariffa puntuale si andrebbe a premiare chi differenzia di più rispetto ad altri.
Interveniamo sui cassonetti delle zone industriali/artigianali che dovrebbero servire per i rsu invece sono usati per gli scarti artigianali, che essendo rifiuti speciali spetta alle ditte smaltire. Così lo smaltimento ricade sulla collettività e i cittadini, ed è un costo molto alto perché questi rifiuti pesano circa il 30% del totale prodotto.
Visto che sul nostro territorio non si possono insediare discariche e non potremo pesare in eterno su altri Stati il nostro vero futuro è nella strategia “rifiuti zero” (come peraltro approvata anni fa in un odg del CGeG) che dice no agli inceneritori, no alle megadiscariche, no ad una società del “gettar via” e sì ad una società sostenibile con il recupero pressoché totale della materia attraverso una politica di riduzione degli imballaggi, la cultura del riuso e la diffusione di una cultura ambientale.
Si potrà disquisire sul fatto che i vari Governi non siano mai riusciti a firmare accordi con i vari consorzi italiani che raccolgono e pagano per il ritiro del prodotto differenziato e che quindi rende meno conveniente il sistema della raccolta pap. Se in questi anni non si sono ottenuti i risultati auspicabili vuol dire che qualcosa nn funziona anche a livello dirigenziale nella gestione dei rsu, e quindi questi personaggi dovrebbero essere allontanati e sostituiti da altri più competenti e responsabili.
Attendiamo con impazienza e molta curiosità di vedere cosa ci porterà il ritorno al passato ma ricordiamoci che abbiamo ratificato l’Accordo di Parigi per ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra e questo non è un buon inizio per la nuova Segreteria al Territorio e Ambiente perché meno rifiuti si producono e più si riciclano fa risparmiare materia prima, energia, acqua e crea meno CO2 e inquinamento atmosferico.
L’Associazione Micologica Sammarinese è sempre stata sostenitrice e promotrice della strategia “rifiuti zero” e del pap ormai introdotto da diversi anni in innumerevoli amministrazioni comunali italiane.
Invece da noi, con il nuovo Segretario al Territorio e Ambiente, si torna al passato”.

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