San Marino. Processi al cinema, c’è chi non è d’accordo

San Marino. Processi al cinema, c’è chi non è d’accordo

Cinema “sfrattato” dal Concordia, amarezza degli Istituti Culturali

Il direttore degli Istituti Culturali, Vito Testaj, prende carta e penna per esprimere la proprio amarezza per la destinazione del Cinema Concordia alla attività del Tribunale, in particolare alle udienze del Conto Mazzini (che inizieranno il 3 luglio), evidenziando come si potessero individuare altre sale idonee. “Non può che dispiacere, detto senza mezzi termini, apprendere – scrive in una nota Testaj – che a San Marino, dopo una prima riapertura di cinema e teatri fissata con decreto legge al 15 giugno, non ci sarà un cinema. O, meglio, ci sarà ma servirà ad altro. A partire dal mese di luglio e fino quando necessario, infatti, il cinema teatro Concordia di Borgo Maggiore sarà occupato per funzionare come aula di giustizia. Ora, senza entrare nel merito di tale necessità, quello che non si capisce e che non è dato sapere è perché non possano essere adattate altre sale sul territorio per soddisfare questa esigenza. C’è la sala polivalente di Serravalle, la sala Montelupo, la sala Cassar, o le sedi vuote delle banche, di cui una con un perfetto auditorium, al limite. Per non parlare di spazi più ampi e meno attrezzati, su cui si potrebbe comunque intervenire. Ma, a quanto pare, ciò che serve senza meno è il cinema teatro Concordia, l’unica sala in territorio dotata di attrezzature per le proiezioni cinematografiche, quella nella quale si potrebbe per dimensioni e adattabilità infondere un senso di rinascita con una prima offerta di spettacolo al pubblico. Una offerta contingentata, convalescente, ma almeno presente a testimoniare che pian piano si sta tornando alla normalità, in attesa di poter superare del tutto le ombre di questi lunghi mesi di isolamento e distanziamento sociale (…)”.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino 

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