La fuga disperata del giovane parà
La nuova perizia ricostruisce la morte in caserma di Emanuele Scieri, per cui è indagato il consigliere di Montescudo-Montecolombo
Non fu costretto a salire sulla torre di asciugatura dei paracaduti, ma ci salì per sfuggire al pestaggio feroce a cui lo stavano sottoponendo i “nonni”. Su quella torre, Emanuele Scieri, 26 anni, cercò la fuga, ma i suoi commilitoni non gli lasciarono scampo. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, uno di loro, Alessandro Panella, salì all’interno della scala e continuò a colpirlo sulle mani e sui piedi, costringendolo così a molare la presa. Il ragazzo precipitò dalla torre e morì probabilmente sul colpo. Lo lasciarono lì e se ne andarono, e il suo corpo fu trovato soltanto tre giorni dopo, il 16 agosto del 1999, nella caserma Gamerra di Pisa, sede del centro di addestramento dei paracadutisti, dove Scieri era appena arrivato come recluta. Questa la nuova ricostruzione fatta dalla Procura pisana che ha spedito cinque avvisi di conclusioni indagini per omicidio volontario, preludio alla richiesta di rinvio a giudizio. Fra i tre protagonisti principali, oltre a Panella c’è anche Andrea Antico, 41 anni, consigliere comunale di Montescudo-Montecolombo, attualmente in servizio presso il 7° Reggimento Aves l’Aviazione dell’Esercito. Il terzo commilitone era Luigi Zabara. Tre caporali che, a detta degli inquirenti, avevano fatto del nonnismo un regno del terrore. Per questo omicidio, sta procedendo nei loro confronti anche la Procura militare, ma la svolta è arrivata grazie alla nuova perizia della professoressa Cristina Cattaneo che ha lavorato sui resti riesumati di Emanuele, andando a caccia delle lesioni che alla fine hanno ricostruito la dinamica dei fatti. (…)
Articolo tratto da Il Resto del Carlino
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