San Marino. Ucs: “Titani, progetto di legge lacunoso e non condiviso”

San Marino. Ucs: “Titani, progetto di legge lacunoso e non condiviso”

L’Unione dei Consumatori Sammarinesi a confronto con i partiti di maggioranza e opposizione sul tema della moneta interna, i ‘Titani’.

“Si è svolto nella giornata di ieri (23 giugno) l’incontro fra le Associazioni dei Consumatori, prima con le forze di Maggioranza e a seguire quello con le forze d’Opposizione sul PDL “Titani”.
Unione Consumatori Sammarinesi – UCS, premettendo che capisce la volontà dei promotori di questo Progetto di Legge di creare un polmone di liquidità interno e l’intento, nella sua possibile applicazione, di portare dei benefici per il cittadino/consumatore di questa Repubblica in un’ottica non depressiva, è fortemente critica nel metodo adottato di non condivisione del percorso di sviluppo dello stesso che, a nostro parere, ha portato ad un PdL in alcuni ambiti lacunoso, non propriamente appetibile e non ben visto/capito da gran parte della popolazione.

“È fondamentale che i confronti, in merito a proposte che ricadono sulla popolazione tutta, debbano essere “aperti” prima del deposito delle proposte di legge, afferma il presidente UCS Francesca Busignani; tali confronti non possono esimersi dall’essere fatti con quelle forze sociali che rappresentano la popolazione e che hanno il polso diretto nella ricaduta delle norme sulla stessa, essendo tutti i giorni a stretto contatto con essa.
Con un confronto a monte del deposito del PdL, non solo si sarebbe attuata quella reale condivisione, esplicitata negli enunciati di tutti i programmi di Governo di tutti i tempi e a volte disattesa nei fatti, ma sicuramente si sarebbe creato un documento, certamente ulteriormente perfettibile, che avrebbe però preso in considerazione tutti gli aspetti di ricaduta o di possibile attuazione, in un’ottica di reale aiuto alla popolazione.
UCS, ritiene in ogni caso valida la Smac come veicolo per implementare gli acquisti in Repubblica indipendentemente dai Titani ma, la stessa deve tornare ad essere veicolo per scontistiche e promozioni, lasciando la veste acquisita negli anni di tracciante fiscale: non possono coesistere nello stesso strumento due funzioni così dissimili, rischiano di annullarsi a vicenda o di non ottemperare a pieno alle funzioni richieste.
Non si può pensare che i Titani siano usati per pagare imposte, tasse e tributi dovuti all’Eccellentissima Camera se, così come già segnalato al momento dell’accredito IGR su Smac, di cui eravamo fortemente contrari, non tutti gli uffici statali sono dotati di pos per i pagamenti.
Riteniamo inoltre che per far funzionare uno strumento, che in sintesi è un polmone di liquidità virtuale interno al Paese, tale strumento deve essere spendibile ovunque e facilmente in Repubblica, viste le ridotte dimensioni della stessa.
Il Titano, se decideranno di emanare la Legge, deve essere fruibile per comprare tutto, sia beni che servizi; quindi si devono poter pagare tasse, alberghi, dentisti, falegnami, elettricisti, meccanici, vestiti, mobili, ristoranti, cibo, bevande, sale congressi, corsi di lingua, consulenti di marketing, pubblicità sui giornali locali, e persino la connessione Internet.
Come si può pensare che sia ben visto il Titano, che in teoria potrebbe essere uno strumento valido, se non si possono pagare anche affitti o quant’altro con lo stesso, visto la ridotta estensione del territorio?
Così come proposta la norma, l’impalcatura non regge e non è appetibile.
Inoltre per non violare i diritti fondamentali del consumatore le persone devono, come riportato nel PdL poter scegliere se usufruirne o no, ma riteniamo che 30 giorni dall’entrata in vigore della norma siano pochi. Chi entra nello stato di disoccupato con ammortizzatore sociale, o pensionato, o lavoratore in un lasso di tempo eccedente i 30 giorni, come fa ad avvalersi della facoltà di non avere quota parte in CCFS?
Riteniamo che una norma del genere, che è di forte impatto sul Paese, finché non avrà la giusta impalcatura tecnica, la corretta strutturazione operativa e la giusta e normale condivisione preliminare anche con le parti non politiche rappresentanti i cittadini, anche se in linea di principio d’intenti può essere condivisibili, non possa essere emendata”.

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