San Marino. Covid, nuovo ospedale, conti Iss: parla il Segretario alla Sanità Ciavatta

San Marino. Covid, nuovo ospedale, conti Iss: parla il Segretario alla Sanità Ciavatta

I giorni della quarantena, delle morti da Covid-19, dell’ospedale di San Marino stracolmo di infetti, della ribalta internazionale per la percentuale di contagiati e morti, sono per fortuna soltanto un ricordo.

Tra i protagonisti di questi mesi terribili per la nostra Repubblica c’è il neo Segretario di Stato per la Sanità Roberto Ciavatta, insediato meno di due mesi prima dell’inizio della pandemia.

Lo abbiamo intervistato per avere qualche spunto su presente e soprattutto futuro della sanità sammarinese. 

 

Segretario, partiamo con una provocazione. Lei ha dichiarato pubblicamente che la sua forza politica ha chiesto espressamente di avere la delega alla Sanità nellaccordo di governo: col senno di poi lo rifarebbe?

“Credo che attorno alla sanità si giochi la possibilità, per il nostro Stato, di alimentare le sue speranze. La sanità è ciò che segue i cittadini dalla nascita alla morte, ma per mantenerla è necessario garantirne la sostenibilità. Per farlo, si deve arginare le spinte di chi, sulla sanità, fa una battaglia politica e clientelare, per ricondurla al suo unico ruolo di servizio alla cittadinanza. Sì, tornassi indietro lo rifarei”.

 

Qual è stato il suo momento più difficile durante questa pandemia?

“I primi giorni del contagio, tra la fine di febbraio e i primi di marzo, quando l’ondata di pazienti gravi era continua, io appena insediato non conoscevo nessuno e ciononostante l’ospedale andava riorganizzato in tempi record, che siamo riusciti a rispettare con non poche difficoltà creando un reparto malattie infettive e ampliando le terapie intensive da 6 a 20 posti”. 

 

Cosa lha sorpresa positivamente della macchina sanitaria sammarinese?

“Il fatto che ben pochi si siano tirati indietro, che per una parentesi temporale tutti abbiano abbandonato le rivendicazioni tornando a fare ciò per il quale il nostro paese è noto al mondo: comunità!”.

 

Le polemiche, anche politiche, non sono mancate neppure durante il Covid. Se dallopposizione era lecito aspettarsele, un popiù a sorpresa sono state quelle rivolte a lei dalla maggioranza e in particolare dagli ambienti Dc. Se laspettava?

“Se c’è chi ancora oggi continua a considerare l’ISS un fortino elettorale, con ciò facendo del male all’ISS stesso, io non me ne occupo, da qualsiasi parte vengano tali polemiche. Sarei felice se riuscissi a liberare anche solo parzialmente l’ISS da queste logiche autodistruttive”.

 

Al centro del dibattito politico ad un certo punto è finito anche il dott. Massimo Arlotti che lei ha difeso strenuamente. Resterà ancora molto a San Marino? Che eredità lascerà il suo lavoro?

“Arlotti resterà a San Marino come c’era prima del COVID. Sarà il suo ruolo a cambiare. A fine emergenza tornerà ad essere consulente infettivologo come in precedenza. L’ho già avvertito che in caso di riaccensione dell’epidemia in autunno, cosa che mi auguro non avvenga, tornerò a contattarlo auspicando nel suo contributo tecnico”.

 

Proviamo a lasciarci il Covid alle spalle: qual è il suo più grande obiettivo che intende portare a termine col proprio mandato?

“In parte ne ho già parlato: depoliticizzare l’ISS. Per il resto, è indispensabile ridurre il disavanzo dell’ISS, che negli ultimi anni è arrivato (tra ospedale e previdenza) a perdite superiori ai 135 milioni all’anno, con aumenti dei costi per il personale del 13% in 4 anni! Una situazione di abbandono insostenibile, ben conosciuta dagli operatori. Senza ottimizzare, razionalizzare, governare, l’ISS stesso rischia di venire travolto, ridimensionato, lasciando le fasce più deboli sole di fronte ai propri bisogni di salute”.

 

Si parla da tempo di costruire un nuovo ospedale: lo ritiene una priorità? 

“Una delle priorità. L’attuale ospedale ha criticità sistemiche, comporta enormi spese di manutenzione e ampi sprechi energetici, oltre a disservizi operativi. Si tratterà di verificare strade utili a co-finanziare un’impresa tanto costosa quanto necessaria”.

 

In che senso?

“Servirà la finanza di progetto in partnership col privato. Buona parte dell’investimento si ripagherà con i risparmi che dovremo promuovere”.

 

Parliamo un podi politica. Per lei e Rete è la prima esperienza in maggioranza, come sta andando?

“Sa, siamo stati colpiti da una pandemia senza precedenti, fino ad ora c’è stato ben poco da pensare a come andasse: dovevamo fare! Come ben vede RETE è l’unico bersaglio di ogni critica, perché per partiti storici trovarsi sovrastati elettoralmente da un gruppo appena nato, e senza legami con alcuno dei piccoli RAS di quartiere, non è digeribile. La verità è che tutti, a San Marino, continuano a fare la corte ai più rappresentativi: i secondi più rappresentativi sono il nemico da abbattere e sostituire. Ne eravamo consapevoli, non dobbiamo far altro che metterci al servizio del paese al meglio delle nostre possibilità. Le polemiche sterili, e la partigianeria di certa stampa, danno la misura della autonomia dei loro attori”. 

 

Cosa risponde a chi vi accusa di poca coerenza rispetto alle battaglie del passato?

“La nostra coerenza, in verità, ritengo sia encomiabile. Coerenza non significa fissità, ma capacità di orientarsi e adattarsi al cambiare delle situazioni con unica stella polare il bene del paese, contro gli interessi beceri di politici, affaristi e giullari di corte.

Continuiamo ad affrontare i tanti problemi ereditati cercando di adattare le risposte al variare delle situazioni. Ora c’è da tenere in piedi un paese, non riteniamo il nostro dovere consista nel cercare consenso o nel correre dietro alle provocazioni di chi ha come unico obiettivo il proprio ritorno al potere a discapito dell’interesse generale. Noi, senza politica, avremmo e avremo molti problemi in meno”.

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