Incubo Covid, 4 aziende su 10 temono il blocco
Indagine flash fra gli associati per captare le aspettative degli industriali e programmare il rilancio Oltre il 75 per cento segnala la contrazione delle vendite
Le aziende romagnole hanno reagito alla crisi innescata dall’emergenza coronavirus sfruttando lo stop all’attività per “ristrutturarsi e innovarsi dal punto di vista tecnologico e informatico, adattandosi velocemente allo smart working”. Ma la situazione resta “complicata”, anche per la “mancanza di certezze”. E infatti, oltre quattro imprese su dieci (il 41,4 per cento) temono una “nuova possibile chiusura forzata”. È questo il sentimento che emerge dall’indagine flash (sul 20 per cento delle aziende associate) realizzata da Confindustria Romagna dedicata a ripartenza e prospettive autunnali. Tra le azioni messe in campo per rilanciare l’economia, ha spiegato ieri mattina il presidente Paolo Maggioli, il 40 per cento punta sul marketing, oltre il 36 sulla produzione, il 22 su ricerca e sviluppo e il 20 sull’accesso ai finanziamenti statali. Mentre tra le maggiori difficoltà, oltre il 75 per cento segnala la contrazione delle vendite sul mercato interno, il 53 la difficoltà di pagamento dei clienti, il 41 la contrazione dell’export, il 33 i ritardi del governo sui decreti attuativi che nei “prossimi mesi potranno rappresentare un problema”, mentre quasi sei aziende su dieci trovano difficile accedere alle informazioni e beneficiare dei programmi governativi. Da qui una serie di “misure utili” suggerite per la ripresa, ha proseguito Maggioli: sblocco dei grandi cantieri, investimenti infrastrutturali, taglio delle imposte, riduzione del cuneo fiscale, riforma della burocrazia e una strategia di rilancio industriale. “Niente di nuovo”, insomma, ha commentato il presidente, ma “c’è più urgenza”. (…)
Articolo tratto da Corriere Romagna
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