Sputnik non riconosciuto e quarantena obbligatoria: addio ai turisti russi
NICOLA STRAZZACAPA – Stessa spiaggia e stesso mare, come intonava Piero Focaccia negli anni d’oro della Riviera? No, se ti sei vaccinato con Sputnik V o Sinopharm: il rischio concreto è infatti che la variante Delta che oramai rappresenta il 90% dei contagi dirotti i turisti lontano dall’Italia, in Paesi concorrenti con le maglie più larghe. Su spinta dell’Ema, la Commissione Europea pare infatti in procinto di pubblicare una raccomandazione con cui invita i governi dell’Unione europea a non riconoscere i due vaccini e a pretendere quindi da eventuali turisti extra-Ue – Regno Unito compreso quindi – tamponi e quarantene. Trattandosi di raccomandazione e non obbligo normativo, ci sono però Stati che hanno scelto di essere appunto più “leggeri” pur di spalancare le porte agli ospiti stranieri: Grecia, Cipro, Spagna, Portogallo, Malta e Croazia ad esempio, dove la quarantena non viene prevista per i britannici, a differenza che in Germania (due settimane), in Francia (una settimana) e Italia (cinque giorni). (…)
“Questa situazione non sta né in cielo, né in terra, le leggi devono valere ed essere uguali per tutti. O siamo tutti Paesi europei e adottiamo un unico protocollo o si creeranno penalizzazioni assurde: l’Italia non può e non deve essere anti competitiva”, tuona la presidente dell’Aia Rimini, Patrizia Rinaldis. “Il mondo è grande e non ritengo qualcuno abbia prodotto vaccini non efficaci: abbiamo la necessità di lavorare e di farlo anche con i russi, che devono circolare nel nostro Paese. È sbagliato fare raccomandazioni lasciando libertà di interpretarle a piacimento, bisogna fare leggi, ma nel caso le cose restassero così chiediamo che l’Italia sia meno restrittiva. La Russia è uno dei nostri mercati più importanti e fino all’altro giorno era tutto bloccato: una persona non viene in vacanza per farsi la quarantena e lo abbiamo già visto in occasione della Pentecoste che è uno dei nostri periodi d’oro sul mercato tedesco e che quest’anno nell’incertezza sulle regole non ha invece prodotto praticamente nulla”. (…)
Articolo tratto da Corriere Romagna
——