San Marino. Antonio Fabbri: Re Nero, le difese incalzano il consulente dell’accusa

San Marino. Antonio Fabbri: Re Nero, le difese incalzano il consulente dell’accusa
L’informazione di San Marino 
Re Nero, le difese incalzano il consulente dell’accusa 
Antonio Fabbri

Al processo Re Nero in corso a Forlì, che vede imputati i vertici di Asset Banca, è iniziato il contro esame del consulente tecnico d’ufficio, Giancarlo Feruccini, da parte delle difese. Gli avvocati hanno incalzato il teste, evidenziando quelle che i ritengono contraddizioni o conclusioni errate contenute nelle oltre 700 pagine di perizia.

Intanto è mutato il quadro dei difensori del processo Re Nero. Diversi gli avvocati che si sono avvicendati, secondo le voci di corridoio per una “review” decisa dai clienti. Nell’udienza di ieri, in mattinata, è stata la volta degli avvocati di Banca d’Italia, parte civile nel processo, che hanno cercato conferme nelle risposte del consulente.

Poi è toccato alle difese. Ha iniziato l’avvocato Sirotti, difensore dell’ex direttore di Asset, Barbara Tabarrini. Il legale ha incentrato le sue domande sulle fidejussioni, sulle garanzie che Asset avrebbe dato in funzione di prestiti che erogava la Banca di Credito e Risparmio di Romagna e sul controllo da parte della banca sammarinese su quella forlivese. 

Non è mancato qualche momento di tensione durante l’esame delle difese, tanto che il presidente della Corte d’Assise, Massimo De Paoli, è dovuto intervenire più volte a richiamare i legali. “Lei di illazioni ne fa tante…”, ha accusato l’avvocato Sirotti contestando una risposta del teste. “Io non faccio illazioni. Le mie sono ricostruzioni logiche”, ha replicato il perito Ferrucini. 

E qui è intervenuto il presidente della Corte richiamando tutti ad un contegno più consono all’aula. L’oggetto del contendere era nella divergenza tra le domande specifiche del legale su determinate transazioni e le risposte più di ordine generale del testimone. “Come fa a dire che questi cinquanta milioni di crediti concessi non erano garantiti?”, ha chiesto l’avvocato Sirotti. “Per ogni singolo conto non glielo so dire, ma ho fatto prospetti dove ci sono tutti i conti correnti della Bcrr e i relativi affidamenti. Non ho avuto modo di fare le somme di tutti. Però si riscontra da questo prospetto che ci sono molti clienti che non hanno affidamento”.

Scontro anche sulla conclusione del perito secondo cui, di fatto, la banca di Forlì era sotto il controllo della banca del Monte. “Sul controllo della Bcrr da parte di Asset: come fa a dirlo se Ercolani aveva il 10% circa alla costituzione e in seguito, in assemblea, poco più dell’8%?”, ha chiesto l’avvocato Sirotti. “Sommato con le quote di Zacaroni aveva la maggioranza”, è stata la risposta. “Ma ha verificato se vi fossero accordi tra Ercolani e Zaccaroni?”, ha incalzato l’avvocato. “Le intese sono in re-ipsa – ha detto il consulente – nelle assemblee vincevano loro, anche se in seguito avevano una percentuale più bassa del 30,45%”.

Sulla stessa linea le domande dell’avvocato Francesco Petrillo che ha incalzato il teste sulla presenza o meni di documentazione per determinate transazioni, fidejussioni, garanzie. Domande alle quali il consulente di accusa ha risposto sottolineando il fatto che in determinati casi i rapporti di fatto emergono da una ricostruzione logica, seppure non siano emerse prove documentali.

Qui il secondo richiamo, pacato ma determinato, del presidente della Corte, che ha richiamato anche l’avvocato Petrillo sulla modalità di fare le domande, “perché altrimenti – ha detto il Giudice – la sua attività non è più l’esercizio di un diritto di difesa, ma un disturbo al processo. Lo dico e qui mi rinnego perché so che non è così. E’ la seconda volta che la richiamo poi non lo faccio più. Il consulente merita rispetto”, ha detto il giudice. Le risposte del consulente non hanno convinto gli avvocati che hanno definito “impegnativa, ma soddisfacente” l’udienza di ieri dal punto di vista difensivo. Il legale dell’ex presidente di Asset Stefano Ercolani, Gaetano Pecorella, ha dal canto suo ripercorso e, di fatto, contestato alcune affermazioni del testimone pronunciate nella scorsa udienza durante l’esame del pubblico ministero, Filippo Santangelo.

L’avvocato Pecorella ha chiesto di chiarire anche l’affermazione secondo cui risultava che diversi soggetti italiani avessero rapporti aperti con Asset Banca, se di questi rapporti vi fosse documentazione e come avesse fatto il perito ad acquisire l’elenco dei conto correnti in una banca sammarinese.

Il consulente ha richiamato il sequestro di oltre 10mila assegni. “Questi abbiamo potuto esaminarli perché vennero sequestrati presso la camera di compensazione di Milano. Questi assegni qui sono stati emessi da soggetti italiani, dal sud al nord, da conti correnti di soggetti italiani e quindi versati su Asset”. “Come fa a dire che Asset garantiva affidamenti in Bcrr? Ci sono dei documenti?”, ha ancora chiesto l’avvocato Pecorella. “Ci sono dei fax e delle conversazioni telefoniche dalle quali si evince che la banca di San Marino dava il via libera per aprire i conti”, ha risposto Ferrucini. Insomma, i legali incalzano e contestano l’assenza di documenti a supporto delle ricostruzioni logiche del consulente, che si difende dagli “assalti” degli avvocati richiamando il quadro complessivo dell’impianto peritale. Una “battaglia” proseguirà il prossimo 11 aprile con la conclusione del controesame del consulente di accusa da parte delle difese che, poi, porteranno anche le testimonianze dei periti di parte, “che la pensano in maniera molto diversa da lei”, hanno già preannunciato i legali.

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