San Marino. Gatti e Galassi rinviati a giudizio, riciclaggio tangente Centro Uffici

San Marino. Gatti e Galassi rinviati a giudizio, riciclaggio tangente Centro Uffici

L’informazione di San Marino

Riciclaggio tangente Centro Uffici, rinviati a giudizio Gatti e Galassi

Antonio Fabbri 

Ancora scandalo nella politica sammarinese. Questa volta sono coinvolti due ex Segretari di Stato.

Riciclaggio dei soldi della tangente del Centro Uffici, due rinvii a giudizio. E’ stato notificato in questi giorni, infatti, ai legali dei due ex Segretari di Stato agli Esteri e alle Finanze, Gabriele Gatti e Clelio Galassi, il decreto di rinvio a giudizio dell’indagine, così come etichettata all’epoca dell’ordinanza di custodia cautelare, sulla tangente del Centro Uffici dei Tavolucci. 

Decaduta l’ipotesi di reato originariamente contestata di associazione a delinquere. Restano quindi in piedi le contestazioni di riciclaggio. Si tratterebbe di quelle relative alle movimentazioni di denaro proveniente da quattro episodi corruttivi ricostruiti fin dal primo momento anche nell’ordinanza della custodia cautelare di Gabriele Gatti del 17 ottobre 2015. A quasi tre anni da quella data, quindi, arriva il decreto di rinvio a giudizio.

Sarebbe contestato dunque il riciclaggio del denaro proveniente dalla vicenda del Centro Uffici: dall’acquisizione dell’immobile ex Grey&Grey di Andrea Angelo Facchi, alla convenzione con Ambrogio Rossini per lo stabile attualmente sede del tribunale e dell’ufficio tributario. Nel primo caso, secondo l’accusa, il denaro arrivò da Andrea Angelo Facchi, poi beneficiario di un vitalizio da 500 milioni di lire annui.

Il vitalizio venne concesso dopo che l’Eccellentissima Camera acquisì l’area dove in seguito sorse il Centro Uffici. I denari, 825milioni di lire, poi diventati poco più di 416mila euro, furono versati da Gatti sul libretto Carmelo. Una parte di questi soldi fu trasferita, sempre secondo l’accusa, a Clelio Galassi: 70 milioni di lire e 40mila euro in contanti, mentre 190mila euro li versò sul suo conto. Il resto per l’accusa li tenne Gatti. Dopo la Grey&Gray, il Centro Uffici. Nella ricostruzione degli inquirenti, Ambrogio Rossini versò un assegno da 500 milioni delle vecchie lire che traeva la provvista da un conto della Cartiera Ciacci. I magistrati mettono in relazione quel versamento con la delibera che il Congresso di Stato emise poco tempo dopo, nell’agosto 2001, e relativa alla realizzazione del Centro Uffici e alla destinazione  del tribunale. Delibera che prevedeva  una convenzione con Rossini per una operazione da oltre 26 miliardi di lire. Meno di un anno dopo quel libretto fu estinto e la provvista rimasta, nel frattempo convertita in euro – poco più di 260mila –, finì per l’accusa sul conto di Gatti. Altro episodio di riciclaggio sarebbe legato, stando alle prime carte dell’inchiesta, alla vicenda della concessione della licenza della EuroCommercial Bank. I magistrati avevano ricostruito nella prima ordinanza del 2015 come anche per la concessione della licenza della EuroCommercialBank, ci fosse stata una dazione di denaro a favore di Gatti che versò sul libretto “Carm” oltre 380mila euro in contanti provenienti, attraverso il passaggio su un altro libretto, da fondi messi a disposizione dalla famiglia Gerani.

Altra contestazione di riciclaggio, infine, sarebbe legata alla vicenda della complessa operazione finanziaria e immobiliare che venne prospettata ai fratelli Valli, i quali cercavano una nuova sede per la loro attività. Stando all’accusa venne loro proposto dall’allora Segretario agli Esteri Gatti, al quale si erano rivolti per cercare una soluzione che il mercato immobiliare non offriva, un “contributo” superiore al miliardo di lire.

Successe, sempre secondo le ricostruzioni già fatte due anni fa dagli inquirenti, che Wonderfood dovette acquisire la Polichem e la rispettiva area a Rovereta. Una somma consistente la incassò Gatti, ma quello che hanno specificato i magistrati in questa ricostruzione è che, all’insaputa dei Valli, incassarono anche Luigi Moretti e il Direttore dell’Anis, Carlo Giorgi, ai quali andò parte di quel “contributo”. Nella vicenda i Valli che si rivolsero a Gatti, vennero poi contattati da Moretti e subentrò Giorgi in quanto incaricato dalla parte venditrice ottenendo, stando a quanto era emerso nelle prime indagini, un “compenso” non dovuto.

Questa la ricostruzione dell’accusa dei cosiddetti reati presupposti, di corruzione nello specifico, dai quali deriverebbe il capo di imputazione, ovvero riciclaggio, del quale Gatti e Galassi dovranno, ciascuno per gli episodi che gli vengono contestati, rispondere. Accuse che i diretti interessati tramite i loro legali hanno già contestato in più di una occasione, in particolare Gatti anche nelle vicissitudini processuali della fase preliminare. Posizione difensiva che probabilmente terranno anche nel processo. Processo che è ancora da fissare e con tutta probabilità verrà assegnato al giudice Roberto Battaglino, considerato che, dopo che il giudice Gilberto Felici avrà preso servizio alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, resterà l’unico decidente fino a che non sarà designato un altro giudice di primo grado.

 

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