San Marino. Verbali della Commissione affari di Giustizia dal “Caso Guidi” al “Colpo di Stato”

San Marino. Verbali della Commissione affari di Giustizia dal “Caso Guidi” al “Colpo di Stato”

L’informazione di San Marino

In commissione il “Caso Guidi” da cui scaturì la costruzione del teorema sul “Colpo di Stato” 

Dalla proroga dell’incarico, alla lettera anonima circa il reclutamento di un nuovo giudice di appello ai ricorsi amministrativi, tutto concorse a elaborare un quadro di sospetti.

I verbali della Commissione affari di Giustizia, a distanza di quasi un anno, fanno capire molte dinamiche. Compresa la costruzione di un teorema autoalimentato dalla segretezza nella quale la politica ha trovato sponda per fare crescere una rappresentazione distorta di quanto accaduto. Oggi quelle situazioni vanno lette inevitabilmente alla luce dell’evoluzione delle vicende, anche giudiziarie, innescate proprio da quelle azioni e che in buona parte, e nei tratti fondamentali, smentiscono il teorema costruito nell’ambito di una situazione che si voleva tenere nascosta. E’ il caso del pensionamento di Guido Guidi, probabilmente non simpatico a molti in tribunale, il cui incarico alla fine non venne comunque prorogato. Il punto focale, tuttavia, è che la vicenda che viene descritta in Commissione affari di Giustizia dall’ex Dirigente come il “sintomo” del fatto che “la storia si ripete”, richiamando un altro periodo di difficoltà per il tribunale, tra il 2004 e il 2006, facendo collegamenti di Guidi con i “mazziniani”, ricollegando la sua posizione a una lettera anonima sul bando per il reclutamento di un nuovo giudice di appello, e accusando lo stesso Guidi di minacce e abuso di ufficio verso un cancelliere. Una ricostruzione che raccolse le perplessità della maggioranza in Commissione, mentre riscontrò l’appoggio acritico e il recepimento da parte dell’opposizione. 

La valutazione del Consiglio giudiziario plenario Nell’Odg di revoca dell’incarico all’ex Magistrato dirigente Valeria Pierfelici, il Consiglio giudiziario plenario trattò la questione ai punti 6 e 7: “6. In un documento depositato agli atti della Commissione Consiliare per gli Affari di Giustizia del 30.10.2017 – inizialmente qualificato dallo stesso Magistrato dirigente come “appendice” alla relazione sullo stato della Giustizia 2016, successivamente, riqualificato come “allegato al verbale” della Commissione Giustizia (cfr. p. 6 verbale Commissione 30.10.2017 e p. 3 verbale 22.11.2017) – ha testualmente riferito che il suddetto Giudice di appello «era sodale di [esponenti politici, ora imputati] e di altri associati» membri di un gruppo criminoso descritto in un decreto di imputazione del c.d. processo Mazzini. L’esistenza di un asserito sodalizio tra il Magistrato d’Appello e gli «associati» a delinquere è stata dal Magistrato Dirigente affermata senza che si fosse attivata – in via preventiva rispetto ai suddetti riferimenti in Commissione consiliare per denunciare fatti di cui si è dichiarata a conoscenza; senza informare tempestivamente il Consiglio giudiziario; senza promuovere l’adozione di alcun provvedimento nei confronti dello stesso Magistrato, e neppure adottando alcuna altra idonea iniziativa istituzionale, condotte tutte doverose per il magistrato dirigente, nell’esercizio delle funzioni di sorveglianza che ad esso competono;

7. Davanti alla Commissione Affari di Giustizia ha fatto illazioni riguardanti il medesimo Magistrato, testualmente indicato quale «ispiratore di lettere anonime che di fatto sono firmate» e quale portatore di «interesse a far saltare il concorso per il reclutamento del nuovo giudice d’appello, perché così non c’è nessun giudice che può occuparsi del processo c.d. Mazzini, che può avviarsi verso la prescrizione assicurando l’immunità ai suoi sodali»”

Così il Consiglio giudiziario. Ma cosa era stato detto in Commissione sul “caso Guidi”? La Commissione del 30 ottobre In quella sede si iniziò con il parlare di una lettera anonima. “Il Magistrato Dirigente precisa di aver trasmesso la lettera anonima – inviatale dalla Segreteria Istituzionale per conto dell’Ecc. ma Reggenza – alla Commissione di concorso, perché era giusto che ne fosse messa a conoscenza, considerato che nella stessa si adombra il sospetto di un vincitore già preventivamente scelto.

Il Segretario di Stato per la Giustizia ritiene che, proprio per tenere distinta la questione Guidi dal reclutamento del nuovo giudice, forse si sarebbe dovuti essere più “reattivi’’ nel segnalare l’orientamento alla proroga dell’incarico del prof. Guidi che quindi cessa dal servizio al compimento del 68° anno di età; orientamento peraltro già delineatosi considerato che nessuna relazione del magistrato dirigente attestante le comprovate esigenze di servizio a tale proroga è mai stata resa. Il non essere stati sollecitamente reattivi in proposito ha poi determinato conseguenze quantomeno incresciose e inopportune quali ad esempio il fatto che – per quanto almeno a lui consta – il prof. Guidi abbia continuato a recarsi in Tribunale e ad avere accesso agli uffici.

Il Magistrato Dirigente precisa che il prof. Guidi ha minacciato il Cancelliere, ha fatto abuso d’ufficio e altro. Il Cancelliere avrebbe dovuto denunciarlo”. Ecco, proprio su questo punto, la denuncia venne in seguito fatta dalla stessa Pierfelici. Il caso è stato però archiviato, avendo riscontrato l’inquirente – il Commissario della legge Simon Luca Morsiani – che i fatti non sono andati come descritti in Commissione (vedi sotto). Una archiviazione i cui strascichi vedono oggi un esposto per calunnia presentato da Guido Guidi verso Valeria Pierfelici.

In Commissione, poi, si parlò anche di due ricorsi fatti da Guido Guidi verso la pendenza della sua mancata proroga nell’incarico. 

Il Magistrato dirigente “osserva che con un ricorso il prof. Guidi ha impugnato la delibera di avvio delle procedure di reclutamento adottata dal Consiglio Grande e Generale, quando l’articolo 10, ultimo comma, della Legge n.68/1989 esclude espressamente dalla giurisdizione amministrativa gli atti emanati dal Consiglio Grande e Generale. Inoltre, rispetto a tale ricorso si chiede anche dove sia l’interesse ad agire del prof. Guidi. Infatti quale vantaggio deriverebbe al prof. Guidi se, in ipotesi, il giudice amministrativo annullasse tale delibera?”23:29 06/12/2018

In commissione si tornò poi sul punto della lettera anonima circa il reclutamento del nuovo giudice di appello.

Il Consigliere Bronzetti “Con riferimento alla questione Guidi afferma di avere appreso solo oggi i vari accadimenti verificatisi nell’ultimo mese, citando lettera anonima e ricorsi. Interviene brevemente

il Segretario di Stato per la Giustizia per precisare che la lettera anonima è solo marginalmente afferente alla questione e non in maniera comprovata.

Il Magistrato Dirigente tiene a precisare che determinati contenuti della lettera sono gli stessi che Guidi le ha direttamente rivolto. Non ha tuttavia elementi per dire che la lettera anonima sia stata scritta da lui.

Il Consigliere Bronzetti prosegue il proprio intervento evidenziando una concatenazione di eventi e tempistiche che fanno riflettere. Vi sono, a suo parere, una serie di elementi da cui si può desumere che quei ricorsi hanno forse un obiettivo preciso. Tenuto inoltre conto del comma specifico sull’argomento, in sede di Consiglio Giudiziario, chiede se non sia il caso di approfondire tale questione i cui contorni paiono abbastanza inquietanti.

Il Consigliere Santolini, intervenendo sulla questione Guidi, esprime preoccupazione in merito alla mancata ufficializzazione del provvedimento di pensionamento da parte dell’Ufficio del Personale e vorrebbe capirne i motivi. Nella sua nota, infatti il magistrato dirigente parla di “manovre” del Prof. Guidi che avrebbero trovato appoggio da parte di soggetti politici. Chiede dunque di sapere come e dove sia intervenuta la politica nell’iter di cessazione dell’incarico del Prof. Guidi e sulla base di quali elementi sia supportata tale affermazione.

Il Magistrato Dirigente invita a prendere nota del domiciliatario del ricorso – l’Avv. Ragini – molto vicino a talune delle parti del Conto Mazzini. Coglie altresì l’occasione per precisare che nessuna accusa deve intendersi rivolta all’Ufficio del Personale ed al suo Dirigente. (…) Ciò che emerge, comunque, è un chiaro tentativo di “intorbidire” la questione, mettendo indirettamente il Dirigente dell’Ufficio del Personale in condizioni di dover “tentennare”.

Il Consigliere Bronzetti è dell’avviso che i vari “collegamenti politici” siano ben chiari. Non c’è dietro solo la questione del Prof. Guidi, ma anche tutte le persone coinvolte in processi importanti, con sentenze di primo grado in attesa di appello. Per questi motivi la vicenda si costruisce in un contesto molto più ampio. Ciò che la spaventa deriva dal fatto che tale vicenda si inserisca in una fase in cui, apparentemente, “la politica fa quadrato” su tali questioni, indipendentemente dalle appartenenze e dagli schieramenti. Si chiede, pertanto, per quale motivo tali atti arrivino proprio oggi in Commissione.

Il Consigliere Ciavatta, tenuto conto di quanto affermato dal Magistrato Dirigente circa l’incompatibilità del Prof. Guidi – dallo stesso dichiarata – a seguire il Processo Conto Mazzini, si chiede quale possa essere l’interesse per i cosiddetti amici o conoscenti di Guidi affinché lo stesso Guidi permanga in Tribunale.

Il Magistrato Dirigente spiega che l’interesse è proprio quello di “far casino”. Cita altresì il deplorevole episodio del Consiglio Giudiziario in cui Guido Guidi pretendeva una risposta immediata circa la sua proroga, per esigenze legate al suo ruolo a tempo all’Università”.

In mezzo alle tante perplessità della maggioranza sulla situazione, sul perché non si sia agito con chiarezza sulla questione “Guidi”, sull’accostamento al clima del 2005 e sulla volontà non meglio precisata né provata di bloccare processi, indagini e “fare casino”, a tirare le fila di un teorema, poi rilanciato anche pubblicamente, fu il consigliere Roberto Ciavatta che tenne a “evidenziare il passaggio contenuto nella relazione aggiuntiva, in cui il Magistrato dirigente teme il riproporsi dei soliti “giochini politici” e delle indebite pressioni da parte delle maggioranze e opposizioni di turno. E’ dell’avviso che con le sue affermazioni il Magistrato dirigente abbia inteso appellarsi alla Commissione affinché la stessa si riappropriasse di quello spirito ed atteggiamento di responsabilità che ha animato la Commissione Affari di Giustizia nel corso della precedente legislatura. E’, a suo parere, un appello a fare attenzione agli attuali attacchi all’operato della Magistratura, forse determinati da pressioni politiche, che si esemplificano con una serie di elementi: lettere anonime, procedimenti in corso che devono essere fermati, difficoltà nell’assegnare procedimenti ai giudici, ecc… Concorda pertanto sull’opportunità di approfondire la relazione aggiuntiva, ma avvalendosi del solo referente istituzionale della Commissione, ovvero il Magistrato Dirigente. Ciò anche per capire se vi siano veramente pressioni tendenti a creare artatamente un’immagine del Tribunale distrutta o spaccata con lo scopo di impedire l’avanzamento dei processi in corso”.

Da questa lettura scaturirono le successive veementi prese di posizione politiche e pure un procedimento penale a carico, tra gli altri, di Guido Guidi, che però è stato archiviato a luglio scorso dal Commissario della legge Morsiani, di fatto smentendo (vedi  articolo) tutto quanto era stato riferito in Commissione affari di giustizia e posto alla base della propalazione del teorema del “colpo di Stato”

 

 

 

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