San Marino. “Conto Mazzini”, inizia l’appello

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“Conto Mazzini”, inizia l’appello: udienza fissata per il 10 ottobre

Antonio Fabbri

Il giudice delle appellazioni, Francesco Caprioli, ha fissato la data di inizio del secondo grado del processo “Conto Mazzini” che ha già visto in prima istanza finire sotto accusa 21 persone fra cui 8 ex segretari di Stato e 5 ex Capitani Reggenti.

In primo grado, dei 21 imputati, quattro sono stati assolti e gli altri condannati con pene che vanno da un minimo di due anni, a un massimo di 9 anni e 6 mesi, pena questa comminata al patron di Finproject, Gian Luca Bruscoli. Tra le condanne più pesanti, poi, quella a carico di Giuseppe Roberti a 9 anni, 8 anni a Claudio Podeschi e 7 anni e mezzo a Fiorenzo Stolfi. La data di inizio del giudizio di appello arriva a quattro anni esatti dall’inizio del primo grado. 

Infatti la prima udienza del “Conto Mazzini” venne celebrata dal Giudice Gilberto Felici (foto) il 19 ottobre 2015 al Kursaal.

Poi le udienze si sono susseguite a ritmo serrato per oltre un anno e mezzo fino al 29 giugno 2017, quando il Giudice Felici ha dato lettura della sentenza di primo grado di quella che è stata definita la “Tangetopoli sammarinese”.

Il giudice delle appellazioni Francesco Caprioli ha fissato la prima udienza di secondo grado per il 10 ottobre 2019 alle ore 9. In sedici hanno impugnato la sentenza.

Quella del 10 ottobre sarà presumibilmente una prima udienza interlocutoria per valutare un calendario di convocazioni, considerato il numero degli avvocati che dovranno intervenire, le questioni che verranno sollevate e le dichiarazioni che gli imputati possono comunque chiedere di rilasciare in ogni momento del processo.

I tempi, salvo sorprese, dovrebbero però essere più contenuti rispetto al primo grado, posto che, comunque, buona parte delle memorie, deduzioni e controdeduzioni ha già avuto il suo corso in maniera cartolare, così come previsto per la procedura di appello. Alcune contestazioni per episodi minori e più datati potrebbero essere già prossime alla prescrizione. Non così per le contestazioni più gravi sulle quali, tuttavia, le difese si preparano a reiterare in udienza quanto già fissato nelle memorie, dando battaglia sull’istantaneità della consumazione del reato e quindi puntando, quanto meno in subordine, sulla prescrizione anche per i reati più gravi contestati ad alcuni, ovvero associazione a delinquere e riciclaggio.

Tra le sanzioni comminate in primo grado c’è anche l’imponente confisca che è stata disposta in diversa misura per i diversi imputati, per un valore complessivo che comunque arriva a quasi 400 milioni di euro. 

Si vedrà se l’accusa e la sentenza di primo grado reggeranno al vaglio dell’appello. Ciò che si nota è che la campagna di delegittimazione delle indagini e della sentenza di primo grado è iniziata da un po’ di tempo a livello politico, giudiziario e mediatico. Tanto che il Segretario di Stato alla Giustizia, Nicola Renzi, si è così espresso giusto tre giorni fa: “Se penso che a breve inizierà il secondo grado del “Conto Mazzini”, vedo che c’è una profonda attività tesa a screditare le persone che hanno fatto le indagini o portato avanti il primo grado di quel processo che ha visto la sua sentenza di prima istanza. Io chiedo solamente una cosa: che le persone che dovranno affrontare una prova così difficile come un processo di appello di quella portata, possano essere serene nel gestire le udienze e la sentenza finale, scevre da pressioni, sollecitazioni, intimidazioni, cosa che era accaduta anche durante le indagini e durante il primo grado di giudizio”.

 

 

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