A tenere banco, ancora una volta, è la presenza di due segretari rinviati a giudizio nel nuovo Congresso di Stato.
È quanto si apprende dalla nota di San Marino News Agency sui lavori della seduta mattutina odierna del Consiglio Grande e Generale, ossia il Parlamento sammarinese.
“Può esserci la minima proporzione tra i reati di malversazione, corruzione e riciclaggio e due persone che stavano facendo del loro meglio per il Paese?”, si è chiesto Marco Nicolini (consigliere di Rete), riferendosi ai suoi colleghi Roberto Ciavatta ed Elena Tonnini.
“Il nostro ordinamento – è la domanda di Sara Conti (consigliere di Repubblica futura) – permette che una persona in attesa di giudizio, sospesa dal suo posto di lavoro, possa diventare segretario di Stato? È una questione legittima”.
Immediata è stata la risposta di Alessandro Cardelli (consigliere del Partito democratico cristiano sammarinese): “Il dibattimento deve ancora andare in primo grado, ma abbiamo due persone che continuano ad essere attaccate, solo sulla base di questo, non sulla base delle loro posizioni politiche.
“Il tema è un altro – ha osservato invece Alessandro Bevitori (consigliere di Libera) -. Un rinviato a giudizio crea imbarazzo all’istituzione che rappresenta? In passato per persone indagate erano state chieste le dimissioni”.
Duro è stato l’intervento di Giovanni Zonzini (consigliere di Rete): “Per quanto mi riguarda, la Tonnini e Ciavatta sono colpevoli di essere stati alla testa di un movimento che si è opposto al tentativo di trasformare il Tribunale in una sede di Polizia politica. Quelli intentati alla Tonnini e a Ciavatta sono processi politici”.
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