San Marino. Il Consiglio approva l’odg per bloccare i finanziamenti a Zte

San Marino. Il Consiglio approva l’odg per bloccare i finanziamenti a Zte

“Il Consiglio Grande e Generale impegna il Congresso di Stato (…) a richiedere ad AASS, in qualità di azionista unico, di sospendere in via cautelativa qualsiasi trasferimento economico verso “Public NetCo s.p.a.” in attesa che il Congresso di Stato valuti se la prosecuzione del progetto possa alterare lo status neutrale della Repubblica di San Marino’ nello scenario geopolitico Internazionale”.

È questo il succo dell’ordine del giorno approvato, con votazione elettronica palese, poco prima delle 21 di ieri dal Consiglio con 35 voti favorevoli, 8 contrari e 1 astenuto.

Un odg presentato dalla stessa maggioranza come primo atto della nuova legislatura settimana scorsa con l’obiettivo di fare chiarezza sul progetto, avviato dallo scorso governo, che prevede la creazione di una rete di telecomunicazioni di proprietà pubblica attraverso la società Public NetCo s.p.a. partecipata al 100% da AASS con il supporto del colosso cinese ZTE.

Gli accordi, come ha spiegato a più riprese l’allora segretario di Stato con delega alle Tlc Andrea Zafferani, prevedono l’uso della tecnologia cinese nella futura rete dello Stato, consentendo l’accesso di più operatori nella stessa antenna grazie al ran sharing. Obiettivo annunciato è di portare in territorio nuovi operatori quali Wind-Tre e Vodafone. È stato anche annunciato il business plan che, nei prossimi 25 anni, prevede costi di manutenzione e gestione della rete per 80-90 milioni e ricavi per 135 milioni.

Fin da subito sono fioccate polemicheinterpellanze e accuse da parte dell’allora opposizione, oggi maggioranza. 

Ma il progetto è partito e i primi stanziamenti da parte del Titano sono stati effettuati l’estate scorsa, con la Commissione di Controllo della finanza pubblica che ha autorizzato AASS a trasferire i primi 6,1 milioni di euro alla controllata seppur con diverse raccomandazioni e dubbi.

 

Ma torniamo al Consiglio di ieri. 

La maggioranza si presenta con un nuovo testo, identico nel merito ma dai toni più morbidi verso il gigante asiatico. Per regolamento tutto il Consiglio deve essere d’accordo per discutere un testo variato. Ma così non è perché l’opposizione si dice contraria e così in discussione va il testo originale.

Per William Casali (Pdcs) i dubbi riguardano “anche il lato finanziario. Su questo progetto è stato pagato il 50 per cento in via anticipata”. Matteo Ciacci (Libera) parla di “accozzaglia di ordini del giorno. L’altra volta si parlava di spionaggio cinese: mi viene da sorridere”. “Obiettivo dell’Odg non è cestinare il progetto, ma fare chiarezza. Ci sono alcune vere e proprie opacità – afferma Adele Tonnini (Rete) -.  I soldi spesi da AASS vengono sottoposti al controllo della Commissione Finanza pubblica, ma una volta trasferiti a NetCo la Commissione non ha più contezza su come vengono spesi. C’è l’aspetto legato alle criticità dei dati sensibili, che possono essere intercettati da diverse entità anche straniere”.

“Nell’Odg presentato ci sono affermazioni gravi di cui dovete prendervi la responsabilità – incalza Andrea Zafferani (Rf) -. Di fatto si impedisce a NetCo di onorare gli impegni presi. Spero lo capiate, e spero capiate anche le conseguenze dal punto di vista dell’immagine e le conseguenze legali”.

“Questo Odg non cambia la realtà dei fatti: ovvero che San Marino è uno dei primi Paesi ad avere rapporti ufficiali con la Cina dal 1971” osserva Francesco Mussoni (Pdcs). “Su questo progetto, che si può condividere dal punto di vista dello scopo, vi sono stati elementi dal punto di vista amministrativo e procedurale che lasciano dei punti di opacità”. 

“Richiedere degli approfondimenti non significa bocciare il progetto con Zte” è il commento del Segretario di Stato agli Esteri e alle Infrastrutture, Luca Beccari che ammette: “Credo che l’Odg nella prima formulazione si presti a livello grammaticale a lanciare un messaggio errato. In realtà i rapporti con la Cina non sono in discussione”. 

Voce fuori dal coro in maggioranza è Gian Franco Terenzi (Pdcs), presidente dell’Associazione San Marino Cina e amico storico della Cina. “Senza offendere nessuno – dice – credo che stiamo facendo un atto non degno dell’Aula. L’Odg andava modificato nella forma, ma non nella sostanza. Se dobbiamo continuare a farci dei dispetti, non fate un favore a questo Paese. L’ostruzionismo politico non giova a nessuno”. 

Ecco l’ordine del giorno approvato

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