Oggi è il primo febbraio e la firma con Roma non c’è.
La Repubblica ha atteso pazientemente la fine di gennaio fiduciosa che il Segretario agli Esteri non avrebbe avuto il coraggio di bluffare ancora sulla data. Invece la grande sorpresa di oggi è che l’ha avuto.
L’Antonella Mularoni c’è riuscita un’altra volta! È la sesta, la settima? Comunque la sua ennesima promessa di firma è sfumata come le altre e a tutte abbiamo creduto contando sulla ferma convinzione con la quale ce le raccontava.
Come c’era piaciuto il suo spot elettorale del 2008, lei tutta elegante e sorridente sullo sfondo del Palazzo Pubblico che ci diceva “…ho scelto di tornare per ridare prestigio a San Marino e autorevolezza alla politica”. Forse non avrebbe dovuto essere così precipitosa nel rispondere all’incalzante chiamata di AP. Ha sacrificato inutilmente il suo prestigioso incarico europeo senza essere riuscita a salvare la Repubblica dal suo misero destino.
Del resto stando a quello che ci dice il governo tutto va bene, i rapporti con l’Italia sono normalizzati, nelle banche c’è la trasparenza, la strada dell’integrazione europea è stata imboccata e un mucchio di altre bellissime cose di cui non riusciamo, ahimè, a vedere uno straccio di ricaduta positiva sulla vita vera. Peccato solo per quelle notizie che tutti i giorni riempiono le pagine della stampa italiana e che ci dicono realmente come stanno le cose, delle infiltrazioni mafiose, dei poteri occulti, delle cricche romane, delle istituzioni compromesse.
Che delusione Segretario Antonella Mularoni. Per noi e per lei, per questo Paese, per i lavoratori, per l’industria, per i commercianti e gli artigiani, per i disoccupati, per i giovani e gli anziani.
Ci permettiamo di dare un saggio consiglio a lei e alla sua maggioranza: abbiate il coraggio e l’umiltà di fare un passo indietro nell’interesse generale di questo Paese. E solo a lei: per carità, niente più date.
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