Operazione “Galateo”, coinvolto anche San Marino

Operazione “Galateo”, coinvolto anche San Marino

Operazione “Galateo”, sequestrati beni per 7 milioni di euro. Coinvolta anche San Marino

Operazione “Galateo” della Finanza, maxi frode internazionale: sequestrato un patrimonio da 7 milioni di euro. Coinvolte le province di Rimini, Forlì, Ravenna e Brindisi ma anche San Marino.

È scattato all’alba di ieri il blitz del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini che ha dato esecuzione a un provvedimento col quale la Procura della Repubblica di Rimini ha esteso un imponente decreto di sequestro emesso dal Gip di Rimini nel mese di dicembre 2018, ai beni immobili, del valore di oltre 7 milioni di euro, riconducibili al principale indagato nell’ambito dell’operazione ribattezzata “Galateo”.

Le nuove indagini sono scaturite, nel dicembre 2018, allorché il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Rimini, dopo aver fatto luce su una sofisticata frode fiscale internazionale nel settore del commercio all’ingrosso di apparati elettronici ed elettrodomestici, aveva accertato l’emissione di fatture false per oltre 108 milioni di euro. In seguito a un provvedimento del Gip era stato disposto il sequestro di beni e disponibilità finanziarie fino all’ammontare dell’Iva evasa, stimata nella cifra in circa 13,5 milioni di euro. Le imprese, tutte romagnole, avevano potuto beneficiare di questa frode utilizzando nella loro contabilità fatture false per un imponibile di circa 62 milioni di euro.

In tutto erano state 45 le persone coinvolte, di cui cinque hanno utilizzato fatture false. Tra loro anche due riminesi di 63 e 64 anni che si alternavano nella gestione della medesima società. Gli altri 40 indagati, invece, fungevano da prestanome. Le indagini, durate oltre due anni, hanno riguardato in totale 56 società, di cui 38 in Italia e 18 con sede all’estero.

In quell’occasione, le operazioni di sequestro avevano consentito di reperire e sottoporre a sequestro beni e disponibilità finanziarie per “soli” 6 milioni di euro e pertanto i finanzieri hanno avviato nuove investigazioni finalizzate a individuare ulteriori beni da sottoporre a sequestro al fine di soddisfare integralmente il decreto del Gip di Rimini e quindi l’intera pretesa erariale. Le indagini si sono subito focalizzate sul principale indagato, il quale, pur risultando nullatenente per il Fisco, aveva continuato a ostentare, anche dopo il sequestro, un elevatissimo tenore di vita di gran lunga superiore alle proprie possibilità, potendosi permettere autovetture di grossa cilindrata e svariati viaggi di lusso in prestigiose località turistiche internazionali.

Gli accertamenti, inoltre, hanno consentito di dimostrare che l’indagato aveva la diretta disponibilità – tramite una società immobiliare a sua volta “schermata” da compagini estere (con sedi a Dubai e Hong Kong) – di un importante patrimonio immobiliare, costituito Rimini e quindi l’intera pretesa erariale. Le indagini si sono subito focalizzate sul principale indagato, il quale, pur risultando nullatenente per il Fisco, aveva continuato a ostentare, anche dopo il sequestro, un elevatissimo tenore di vita di gran lunga superiore alle proprie possibilità, potendosi permettere autovetture di grossa cilindrata e svariati viaggi di lusso in prestigiose località turistiche internazionali. Gli accertamenti, inoltre, hanno consentito di dimostrare che l’indagato aveva la diretta disponibilità – tramite una società immobiliare a sua volta “schermata” da compagini estere (con sedi a Dubai e Hong Kong) – di un importante patrimonio immobiliare, costituito da due ville di lusso (di oltre) 26 vani e 900 mq) e ulteriori 5 immobili per complessivi 500 mq per un valore stimato di oltre 7 milioni di euro. Essendo stata appurata la riconducibilità degli immobili di lusso all’indagato,

il Sost. Procuratore Paolo Gengarelli ne ha ordinato il sequestro, portando così ad oltre 13 milioni il valore dei beni complessivamente sottoposti a sequestro. Nei confronti dei soggetti riminesi era stata sequestrata una società immobiliare di Brindisi, invece a Forlì erano finiti sotto sequestro una villa, due appartamenti e un garage. Ulteriori rogatorie sono state avviate a San Marino, in Svizzera e nel Principato di Monaco.

 

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