Orazione Ufficiale di S.E. Aurelia Frick, Ministro degli Affari Esteri, Istruzione e Affari Culturali del Principato del Liechtenstein

Orazione Ufficiale di S.E. Aurelia Frick, Ministro degli Affari Esteri, Istruzione e Affari Culturali del Principato del Liechtenstein

Cerimonia di Investitura degli Eccellentissimi Capitani Reggenti

Orazione Ufficiale di S.E. Aurelia Frick, Ministro degli Affari Esteri,

Istruzione e Affari Culturali del Principato del Liechtenstein

San Marino, 1° ottobre 2013 

Piccoli Stati: partner affidabili in un contesto in continuo cambiamento 

Eccellentissimi Capitani Reggenti,

Eccellenze,
Signore e Signori,

è per me un grande onore e privilegio essere qui oggi a pronunciare questa Orazione Ufficiale in occasione della Cerimonia di Investitura delle Loro Eccellenze. Desidero esprimere i miei più sentiti ringraziamenti per l’invito, la cordiale accoglienza e l’ospitalità accordatami. Da anni, le relazioni fra San Marino e il Liechtenstein sono improntate all’amicizia e a forti legami. È un vero onore per me e per il Liechtenstein partecipare a questo evento così speciale, che affonda le sue radici nelle tradizioni del vostro Paese. Desidero esprimere le mie più vive congratulazioni e i migliori auguri alle Loro Eccellenze a nome del Governo e del Popolo del Liechtenstein.

San Marino e il Liechtenstein sono due fra i più piccoli Stati d’Europa e, certamente, entrambi ci confrontiamo con questioni che interessano specificamente i Paesi di piccole dimensioni, quali ad esempio:

• Come possiamo preservare la nostra indipendenza e sovranità?

• In che modo possiamo mantenere la nostra economia in salute?

• Come possiamo sostenere i nostri Governi nel migliore dei modi?

• Come possiamo far sentire la nostra voce all’interno della comunità internazionale?

Entrambi i nostri Paesi hanno adottato un proprio approccio nell’affrontare tali sfide e hanno raggiunto risultati apprezzabili. A tal proposito, vorrei citare un importante politico del Liechtenstein che ha affermato:

Se facciamo buon uso dei nostri punti di forza, possiamo immaginare una piccola nazione che non rappresenti un pericolo per nessuno, ma che si meriti il rispetto di tutti”.

Il politico che pronunciò queste parole riferendosi al Liechtenstein era Peter Kaiser. Egli dichiarò quanto appena riportato in occasione dell’Assemblea della Confederazione Germanica, tenutasi a Francoforte nel 1848. Le sue parole guidano la nostra azione e il nostro impegno.

La nozione di piccolo Stato meritevole del rispetto di tutti non potrebbe essere più vera per San Marino, la più antica Repubblica del mondo e simbolo di pace, democrazia e stabilità politica.

San Marino rappresenta un modello per questi nobili valori, in un mondo che si sta trasformando con una velocità senza precedenti. Nel corso degli ultimi mesi e anni, abbiamo assistito quasi quotidianamente a cambiamenti radicali di portata storica. I confini scompaiono e il centro dell’attenzione si sposta. La mappa politica ed economica sta cambiando a una velocità sconosciuta. Questo è diventato ormai un mondo di interdipendenza e di distanze che si stanno via via riducendo.

La pace, i diritti umani e la stabilità sono valori per il cui perseguimento si impegna l’intera umanità. Tuttavia, ogni giorno, milioni di persone vedono questi valori minacciati. In molte regioni del mondo la stabilità è stata compromessa. Milioni di persone dipendono dall’assistenza umanitaria. Il mondo continua a essere fortemente preoccupato per il conflitto in corso in Siria, dove si registrano perdite dolorose di vite umane, sfollamenti di massa e un’impunità persistente. E vi sono altri numerosi focolai di crisi nel mondo in cui i diritti umani basilari sono oggetto di gravi violazioni.

Inoltre, da due anni l’economia mondiale deve far fronte alla crisi dell’euro e finanziaria. L’area dell’euro ha dovuto affrontare forti instabilità dall’inizio della crisi greca nel maggio 2010. Queste turbolenze continuano a tenere politici e cittadini di tutta Europa con il fiato sospeso. L’Europa sta lottando per trovare una via d’uscita dalla crisi economica. Nuove regole vengono imposte ai mercati finanziari.

Tali sviluppi non si fermano ai confini nazionali, poiché problemi mondiali hanno conseguenze mondiali e, dunque, conseguenze dirette anche sul nostro Paese. L’economia del Liechtenstein ha risentito della crisi economica mondiale, così come siamo stati colpiti dalla crisi finanziaria e dell’euro. Un franco svizzero forte ha reso le nostre esportazioni più costose, mentre il dibattito sull’imposizione fiscale acquista sempre maggior vigore. Sempre più forte si fa l’appello per uno scambio automatico di informazioni.

Non sono tuttavia solo il Liechtenstein o gli Stati di piccole dimensioni a risentire della crisi globale. Nessun Paese oggi può sfuggire al contesto strategico che lo circonda. In qualità di Ministro degli Esteri del Liechtenstein, un Paese circondato da Nazioni amiche con le quali abbiamo stretti legami di collaborazione, sono ben consapevole della grande fortuna data dalla nostra posizione geografica. La nostra posizione nel cuore dell’Europa contribuisce al nostro benessere. Tuttavia non è sempre così. Solamente cento anni fa, avevamo innanzi a noi due Guerre Mondiali. Per via della nostra posizione geografica ci è facile capire l’orrore che ha portato la comunità degli Stati a fondare le Nazioni Unite nel 1945 al termine della Seconda Guerra Mondiale e che ha aperto la strada alla creazione dell’Unione Europea.

Tuttavia, date le nostre dimensioni, siamo potenzialmente più esposti alle influenze e agli shock politici ed economici esterni rispetto agli Stati più potenti e di maggiori dimensioni. Il percorso che abbiamo intrapreso per mantenere la nostra indipendenza e sovranità, nonché la solidità della nostra economia, si basa su una politica interna prudente, un quadro economico liberale, una tradizione imprenditoriale che si è sviluppata e rafforzata di generazione in generazione e, naturalmente, sulle nostre relazioni internazionali.

Il Governo del Liechtenstein ha sempre avuto ben chiaro che si doveva perseguire una politica interna estremamente prudente. Si è evitato di accumulare un debito che le generazioni future possono non essere in grado di sostenere. La difficile congiuntura economica ha ancor più rafforzato il nostro convincimento che dobbiamo continuare ad avere come obiettivo bilanci in pareggio e un aumento della produttività.

Abbiamo inoltre avviato una riforma generale e strutturale del bilancio al fine di ridurre la spesa pubblica di oltre il 15% e reperire nuove forme di reddito per il Governo. Il nostro obiettivo per gli anni a venire è poter garantire ai conti pubblici un equilibrio finanziario di lungo termine. Siamo tuttavia fortunati ad avere come obiettivo la necessità di non incorrere in un debito futuro, piuttosto che dover ridurre un pesante debito già esistente.

Nonostante gli attuali tagli alla spesa dovuti alla crisi economica, ci troviamo ancora in una posizione fortunata. Non abbiamo debito pubblico e abbiamo accumulato riserve superiori alla spesa pubblica annuale. Poiché non abbiamo risorse naturali, dobbiamo fare affidamento prevalentemente sulle capacità imprenditoriali della nostra popolazione. Inoltre, il Governo del Liechtenstein fa quanto possibile per garantire un contesto normativo sano e favorevole all’impresa, nonché un’amministrazione pubblica efficiente.

Per il Liechtenstein è assolutamente essenziale prevedere, per quanto possibile, come potrebbe evolvere il proprio contesto strategico: da un lato, nella speranza di poter in qualche modo influenzare il pensiero e le attività di tale contesto e, dall’altro, per capire come adeguarsi a questi cambiamenti in modo tale da trarne dei benefici per il Paese.

La nostra dimensione ci offre anche dei vantaggi. Ciò è particolarmente vero se pensiamo all’assenza dell’urbanizzazione e al fatto che siamo circondati da sistemi politici stabili e sicuri. Il nostro territorio è limitato. Non dobbiamo sostenere ingenti costi per la difesa e la sicurezza. Dobbiamo affrontare pressioni migratorie minori rispetto ad altri Stati grazie alla nostra posizione geografica e al fatto che siamo l’unico Stato in Europa doppiamente senza sbocco sul mare.

Tuttavia, una sfida particolare di un Paese con le dimensioni del Liechtenstein è riuscire ad esprimersi nello scenario mondiale, così che la propria voce sia ascoltata, e ottenere quanta più libertà d’azione possibile. Le nostre risorse disponibili per la politica estera sono dopotutto modeste rispetto a quelle delle controparti. Allo stesso tempo, dobbiamo sempre rivedere l’utilizzo delle nostre risorse, in modo particolare in tempi di ristrettezza di bilancio. Pertanto, è per noi una massima priorità utilizzare le nostre risorse in modo quanto mai avveduto ed efficace. È ovvio che ci troviamo innanzi alla sfida di essere considerati a livello internazionale come partner su basi paritarie. Tuttavia, al fine di far valere i nostri interessi, la parità di trattamento e di rispetto sono indispensabili. Per ottenere tale obiettivo, il mio approccio è di presentare il Liechtenstein come un partner affidabile e impegnato, solidale con l’Europa e il mondo.

Questo è uno dei motivi per cui il Liechtenstein crede fermamente nell’importanza di un proprio ruolo attivo nell’integrazione europea e nella cooperazione internazionale. La nostra appartenenza allo Spazio Economico Europeo, il SEE, e la nostra associazione a Schengen svolgono un ruolo chiave a tale proposito.

Il Liechtenstein è legato all’Unione Europea da una serie di accordi bilaterali e multilaterali di cui il SEE è certamente il più importante e di maggiore portata. Ora che il Liechtenstein è divenuto membro a pieno titolo dell’Area Schengen ed è entrato a far parte del sistema di Dublino, un ulteriore importante passo in avanti è stato compiuto nel rafforzare la nostra integrazione con l’Unione Europea e ne siamo ben fieri.

Circa tre anni fa, il mio Paese ha celebrato il 15° anniversario del suo ingresso nel SEE. Ricordo ancora molto bene i due referendum che si sono svolti nel Liechtenstein sulla possibile adesione al SEE. In realtà, siamo l’unico Paese che ha approvato l’adesione al SEE per due volte con voto popolare: la prima volta supponendo che il nostro vicino, la Svizzera, vi avrebbe anch’essa aderito, e una seconda volta sapendo che lo avremmo fatto da soli.

In occasione del 15° anniversario della nostra adesione al SEE, il Liechtenstein ha compiuto una valutazione generale dell’esperienza conseguita all’interno dello Spazio. L’esito di tale valutazione è stato estremamente positivo. Sono convinta che anche oggi le risultanze sarebbero pressoché le stesse. Tuttavia, la situazione ora è diversa: ciò che importa oggi non è tanto capire quanto abbiamo ottenuto con il SEE. Negli ultimi mesi, infatti, ci siamo concentrati piuttosto sui seguenti punti:

• dove vorremmo essere nei prossimi 5-10 anni, e

• se l’Accordo SEE, nel suo impianto attuale, è ancora il modello giusto per adattarsi ai cambiamenti del processo di integrazione europea.

Vi posso dire che all’interno dello Spazio Economico Europeo abbiamo appena concluso il primo vero processo di revisione sull’Accordo, coinvolgendo entrambe le Parti. La Norvegia e il Liechtenstein hanno effettuato una valutazione esaustiva del funzionamento dell’Accordo SEE e delle sue potenzialità future di ulteriore sviluppo. L’Unione Europea ha fatto altrettanto.

L’obiettivo dello studio commissionato dal Liechtenstein era analizzare l’attuale funzionamento del SEE e delle sue istituzioni. Ha, inoltre, messo in relazione i risultati con gli sviluppi intercorsi all’interno della stessa Unione. Le conclusioni hanno portato non solo a una lista di possibilità di futuri cambiamenti all’Accordo sul SEE, ma hanno anche fatto luce sugli scenari di un futuro sviluppo dell’integrazione con l’Unione Europea in modo più ampio e approfondito. È stato anche preso in considerazione il fatto che al SEE possano ispirarsi altri accordi di associazione multilaterale o bilaterale con l’Unione Europea. Gran parte di tale lavoro potrebbe essere interessante per San Marino. Sono lieta che il nostro studio abbia avuto grande eco negli ambienti dell’Unione Europea. Il rapporto è considerato un riepilogo estremamente utile e un’analisi delle caratteristiche fondamentali del SEE.

Il nostro obiettivo era fornire un contributo sostanziale e oggettivo alle decisioni e discussioni sul futuro dell’Accordo. Attualmente, il Governo del Liechtenstein sta esaminando in maniera approfondita le risultanze del suo studio in relazione all’esito delle valutazioni che l’UE ha fatto sull’Accordo e che non ha ancora completato. Riteniamo che lo studio offra un utile contributo al dialogo costante con le istituzioni e gli Stati membri dell’UE, così come al dibattito accademico sull’integrazione europea e sul SEE in particolare.

La buona notizia è che a tutt’oggi nessuna delle Parti al SEE è giunta alla conclusione che vi sia la necessità pressante di cambiare qualcosa di sostanziale all’Accordo. Infatti, entrambe le Parti hanno espresso la ferma convinzione che l’Accordo sul SEE sia ancora in linea con i tempi. Si tratta di un importante segno di stabilità che ci garantisce un rassicurante livello di sicurezza e certezza giuridica. Naturalmente, è necessario apportare alcuni miglioramenti all’applicazione quotidiana e al funzionamento dell’Accordo e stiamo lavorando al fine di raggiungere tali obiettivi. La massima priorità per il Liechtenstein resta la rilevanza, l’efficacia e la stabilità del SEE.

È chiaro che l’integrazione europea continua a essere un “laboratorio”, al quale il Liechtenstein deve contribuire attivamente come partner. Per il momento, San Marino ha scelto un approccio diverso per quanto riguarda l’integrazione europea. A prescindere dall’approccio che adotterete in futuro, sono certa che il risultato sarà positivo e voi potrete sempre contare sul Liechtenstein quale partner affidabile e Paese amico.

Il mondo continuerà a cambiare. I problemi globali che dobbiamo affrontare richiedono risposte globali. I valori condivisi della comunità internazionale costituiscono la base per risolvere insieme i problemi che riguardano noi tutti. Ciò che possiamo fare come piccoli Paesi è anticipare i cambiamenti così da essere partner affidabili e fungere da esempio. San Marino, con la sua antica tradizione di pace, democrazia e stabilità politica, sarà certamente un esempio eccellente.

Grazie.

 

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