Ordinanza custodia cautelare, Operazione Staffa, Napoli, giudice Isabella Iaselli

Ordinanza custodia cautelare, Operazione Staffa, Napoli, giudice Isabella Iaselli

N.  11341/10            R.G.  notizie di reato
N.  21600/11            R.G.  35° G.I.P.
N.   526/11               R.O.C.C.
 
 
TRIBUNALE DI NAPOLI
UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
UFFICIO XXXV
ORDINANZA CUSTODIA CAUTELARE (*)
 (Artt. 272 e segg. c.p.p)
Il giudice Isabella  Iaselli,
esaminata la richiesta avanzata in data 27.5.11 dal Pubblico Ministero dr. Sergio Amato e Roberta Simeone nel procedimento n. 11341/10 per l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di:
1. Stolder Raffaele nato a Napoli il 05.03.1958
2. Bacciocchi Livio nato a San Marino il 23.06.1958
3. Carcas Regnaud Marika, nata a Benevento il 05.02.1979
4. Colurciello Salvatore (alias Giacchettell’) nato a Napoli il 24.12.1959
5. D’Amore Gennaro (alias ò Pescatore) nato a Brusciano (NA) il 12.01.1968
6. De Maio Luigi, (alias l’elettricista), nato a Napoli il 04.12.1954
7. Di Mauro Antonio nato a Napoli il 09.06.1951
8. Di Tella Francesco nato a Casal di Principe (ce) il 24.08.1966
9. Esposito Antonio nato a Napoli il 16.10.1978
10. Esposito Gennaro, (alias ò Capocchio), nato a Pomigliano D’arco (Na) il 26.05.1973
11. Ferraiuolo Gennaro (alias ò Trombone) nato a Napoli il 09.03.1972
12. Ferriero Patrizia nata a Napoli il 06.08.1960
13. Ferriero Rosaria nata a Napoli il 24.02.1963
14. Fiandra Bruno nato a Napoli il 28.03.1980
15. Giaquinto Giulio nato a Napoli il 27.09.1969
16. Improta Giuseppe nato a Napoli il 12.09.1979
17. La Manna Domenico nato a Palermo il 09.12.1961
18. Mango Vincenzo nato a Napoli il 01.01.1955
19. Marigliano Gaetano nato a Napoli il 06.02.1945,
20. Marotta Salvatore nato a Napoli il 12.10.1977
21. Panico Giustina  (alias “Tina”) nata a Brusciano il 24.01.1972
22. Pannone Luigi (alias Piscitiell) nato a Napoli il 18.01.1986
23. Quinzio Nicola nato a Napoli il 24.09.1963
24. Salice Salvatore (alias ò Cavall) nato a Napoli il 22.11.1962
25. Santaniello Salvatore nato a Napoli il 17.01.1960
26. Schiavon Gianfranco nato a Padova il 25.03.1962
27. Simmi Fabio Luca nato a Roma il 28.09.1974  
28. Vallefuoco Francesco nato a Brusciano (NA) il 22.06.1967
29. Zavoli Roberto nato a San Marino il 24.08.1951
30. Zonzini Oriano nato a San Marino il 22.07.1971
Indagati
STOLDER – COLURCIELLO – FERRIERO ROSARIA – FERRIERO PATRIZIA – FIANDRA – IMPROTA – MANGO – MAROTTA – QUINZIO – GIAQUINTO – FERRAIUOLO –  SANTANIELLO – DE MAIO
a) per il delitto di cui all’art. 416 bis I, II, III, IV, V, VI  comma c.p., per avere partecipato all’associazione di tipo camorristico denominata “clan Stolder”, promossa, diretta ed organizzata da Stolder Raffaele il quale, appena riottenuta la libertà, dopo oltre 16 anni di detenzione, preso atto del vuoto di potere creatosi all’interno del comprensorio della “Duchesca, Forcella e Maddalena”, conseguente ai numerosi arresti e pentimenti di diversi componenti di vari gruppi criminali inquadrati nei clan Giuliano, Mazzarella e Misso”, si prodigava per riallacciare i contatti con diversi soggetti pregiudicati, i quali, ognuno per proprio conto e nella consapevolezza della rilevanza causale del proprio apporto, realizzavano diverse azioni criminose  finalizzate avvalendosi nella fattispecie della forza di intimidazione, del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva – in particolare, diretti:
– alla consumazione di delitti contro la persona e contro il patrimonio, e comunque, finalizzati all’illecita accumulazione di ricchezza (sequestri di persona a scopo di rapina, rapine in danno di istituti di credito e gioiellerie, operate con la c.d. tecnica del “buco” attraverso la rete fognaria, estorsioni in danno di commercianti ed imprenditori, furti in appartamenti, traffico di stupefacenti, detenzione di armi, gestione di punti scommesse e di case destinate a cittadini stranieri e/o clandestini, usura, contrabbando di merci e di tabacchi lavorati esteri, riciclaggio e reimpiego di denaro proveniente da delitto, trasferimento fraudolento di valori, usura e false attestazioni finalizzate a ricevere finanziamenti in danno di agenzie preposte);
– all’affermazione del controllo egemonico del territorio, realizzata anche attraverso l’azione di atti dimostrativi di forza;
– ad acquisire in modo diretto e indiretto la gestione e comunque il controllo di attività economiche;
– a programmare il traffico illecito di sostanze stupefacenti
Con le circostanze aggravanti previste dai commi IV, V e VI dell’art. 416 bis c.p., trattandosi di associazione armata volta a commettere delitti, nonché ad acquisire e mantenere il controllo del territorio, mediante risorse finanziarie di provenienza delittuosa.
Accertato in Napoli nel maggio 2009 con condotta perdurante
MAROTTA
b) del delitto di cui agli artt. 110, 112 n. 1, 628 c. 1 e 3 n. 1 e 3 bis c.p. perché, in concorso ed unione con altre persone allo stato non identificate, al fine di procurarsi un ingiusto profitto,  accedendo mediante rete fognaria presso la Banca Unicredit, sita in Napoli Piazza Medaglie d’Oro n. 32, con violenza e minaccia consistite nel puntare pistole del tipo semiautomatico nei confronti del direttore e dei dipendenti della banca, nel colpire con schiaffi al volto il direttore ed il cassiere collettore, nel costringere i predetti e gli altri bancari ad attendere l’apertura automatica delle casseforti, nel prelevare il denaro ivi custodito, si impossessava della somma di euro 393.909,41, sottraendola all’istituto bancario ove era depositata. Con le circostanze aggravanti di aver commesso il fatto in più persone riunite, in numero superiore a cinque, con armi, con il volto travisato ed in  uno dei luoghi di cui all’art. 624 bis. c.p.
In Napoli il 25.01.2008
b2) del delitto p. e p. dagli artt. 61 n. 2, 81 cpv., 110, 112 n. 1 c.p., 10, 12, 14 L. 497/1975 perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di commettere il delitto di cui al capo che precede, in concorso con altre persone allo stato non identificate, in numero superiore a cinque, illegalmente deteneva e portava in luogo pubblico un’arma comune da sparo, non meglio specificata.
                     In Napoli il 25.01.2008
STOLDER – COLURCIELLO – DI MAURO – IMPROTA – QUINZIO – FERRIERO PATRIZIA
c) del delitto di cui agli artt. 56, 110, 112 n. 1, 624 bis, 625 nn. 2 e  5, 61 n. 5 c.p. perché, in concorso tra loro, effettuando vari sopralluoghi presso l’appartamento di proprietà di M. B., onde controllarne gli orari, munendosi di strumenti atti allo scasso quali grimaldelli, chiavi inglesi, forbici, lime ed attrezzi per limare le chiavi, nonché una chiave limata marca Silva che riusciva ad aprire la porta della predetta abitazione, introducendosi all’interno dell’edificio ove è posto l’appartamento, dividendosi i compiti, tra pali, esecutori materiali e coordinatori, compivano atti idonei diretti in modo non equivoco ad impossessarsi dei beni siti nel predetto appartamento, sottraendoli alla vittima che li deteneva, non essendo riusciti nell’intento per cause indipendenti dal proprio volere (intervento della P.G. operante). Con le aggravanti di aver commesso il fatto in cinque persone, profittando di circostanze di tempo (notte) e luogo (privata dimora) tali da ostacolare la pubblica e privata difesa, con mezzo fraudolento.
                             In Napoli tra il 21 ed il 22 agosto 2008.
STOLDER – FERRIERO ROSARIA – FIANDRA – IMPROTA
d) del delitto di cui agli artt. 110, 628 c. 1 e 3 n. 1 e 3 bis c.p. perché, in concorso ed unione tra loro e con altre persone allo stato non identificate, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, con violenza e minaccia consistite nell’introdursi nello studio legale di S. V., nel puntare contro il medesimo e sua moglie Y  pistole e coltelli, nel rovistare all’interno dell’appartamento e nella borsa della donna, si impossessavano dei beni ivi riposti, nonché delle chiavi dell’abitazione delle vittime, sottraendo gli oggetti alle medesime che li detenevano. Ulteriormente, mentre alcuni si allontanavano per recarsi presso l’abitazione appena indicata onde perpetrare un furto poi non compiuto, altri piantonavano le due vittime nello studio. Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone riunite, con armi, col volto travisato ed in uno dei luoghi di cui all’art. 624 bis c.p.;
d1) del delitto di cui agli artt. 61 n. 2, 110, 605 c.p. perché, in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, al fine di commettere il delitto di cui al capo precedente, privavano della libertà personale S. V. e Y;
d2) del delitto p. e p. dagli artt. 61 n. 2, 81 cpv., 110 c.p., 10, 12, 14 L. 497/1974 perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di commettere i delitti di cui ai capi d) e d1), in concorso tra loro e con altre persone allo stato non identificate, illegalmente detenevano e portavano in luogo pubblico armi comuni da sparo, non meglio specificate.
                                              In Napoli il 25 settembre 2008
STOLDER – FERRIERO PATRIZIA – FERRIERO ROSARIA – FERRAIUOLO – FIANDRA – IMPROTA
e) del delitto di cui agli artt. 110, 112 n. 1, 628 c. 1 e 3 n. 1 e 3 bis, 61 n. 5 c.p. perché, in concorso ed unione tra loro e con altre persone allo stato non identificate, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, con violenza e minaccia consistite nell’introdursi nell’abitazione di X, nel puntare contro il medesimo due pistole tipo Beretta, nell’intimargli di aprire la cassaforte e, al rifiuto del medesimo, nell’aprirla con la fiamma ossidrica, si impossessavano di beni e preziosi del valore di euro 130.000, sottraendoli alla vittima che li deteneva. Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone riunite, in numero superiore a cinque, con armi, col volto travisato ed in uno dei luoghi di cui all’art. 624 bis c.p., nonché avendo profittato di circostanze di tempo (notte) e luogo (privata dimora) tali da ostacolare la pubblica e privata difesa
e1) del delitto di cui agli artt. 61 n. 2, 110, 112 n. 1, 605 c.p. perché, in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, al fine di commettere il delitto di cui al capo precedente, in numero superiore a cinque persone, privavano della libertà personale X … , imbavagliandoli e legandogli polsi e caviglie con fascette di plastica;
e2) del delitto p. e p. dagli artt. 61 n. 2, 81 cpv., 110, 112 n. 1 c.p., 10, 12, 14 L. 497/1974 perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di commettere i delitti di cui ai capi d) e d1), in concorso tra loro e con altre persone allo stato non identificate, in numero superiore a cinque persone, illegalmente detenevano e portavano in luogo pubblico due pistole tipo Beretta.
             In Napoli tra il 21 ed il 22 novembre 2008
STOLDER – FERRIERO ROSARIA – FIANDRA – ESPOSITO ANTONIO – MAROTTA -SCHIAVON
f) per il delitto di cui agli artt.110, 56 e 628 co. 2 n. 1, 3 e 3 bis c.p., perché in concorso ed unione tra loro effettuando i sopralluoghi preventivi, predisponendo i mezzi necessari alla realizzazione del delitto e distribuendosi compiti e ruoli con modalità analoghe a quelle di cui alle precedenti imputazioni per procurarsi un ingiusto profitto compivano atti idonei diretti in modo non equivoco ad impossessarsi dei soldi e degli altri valori custoditi presso l’istituto di pegni denominato Finmazza così sottraendoli allo stesso che li deteneva, non verificandosi l’evento per cause indipendenti dalla loro volontà essendosi dati alla fuga per la presenza delle forze dell’ordine. Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone riunite, in numero superiore a cinque, con armi, col volto travisato ed in uno dei luoghi di cui all’art. 624 bis c.p., nonché avendo profittato di circostanze di tempo (notte) e luogo tali da ostacolare la pubblica e privata difesa.
                   In Napoli fino al dicembre 2008
STOLDER
g) del reato p. e p. dall’art. 9 c. 2 L. 1423/1956 e succ. mod. perché, essendo sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di Napoli, in virtù del provvedimento n. 237/85 R.G.M.P. emesso dal Tribunale di Napoli Misure di Prevenzione in data 27.10.1986, modificato con decreto n. 369/86 del 28.02.1990 e confermato con decreto n. 9/91 del 28.05.1996 della locale Corte d’Appello, violava le prescrizioni impostegli.
                  In Napoli e provincia dal marzo 2008
SALICE – SIMMI – MARIGLIANO
h) per il delitto di cui all’art. 416 cc.p,. perchè si associavano tra loro e con altre persone non individuate all’esito delle indagini al fine di commettere una pluralità di delitti di truffa commessi ai danni di società finanziarie, di falso, questi ultimi connessi alla necessità di predisporre la documentazione  necessaria per la consumazione dei primi, e di usura
                Accertato in Napoli nel maggio 2009 con condotta perdurante
VALLEFUOCO FRANCESCO – BACCIOCCHI – CARCAS – D’AMORE – DI TELLA – ESPOSITO GENNARO – LAMANNA – PANICO – PANNONE – ZAVOLI – ZONZINI) per il delitto p. e p. dagli artt. 416 c.p. nonché 110 e 416 bis commi 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6° e 8° c.p. perché quali componenti di una struttura criminale autonoma stabilmente dedita ad attività di riciclaggio e reimpiego dei profitti illeciti conseguiti da associazioni mafiose o comunque localmente denominate attive sul territorio nazionale nonché al recupero crediti realizzato anche mediante ricorso a minacce e violenze perpetrate prevalentemente con metodo mafioso proprio in ragione del sistematico richiamo del ruolo assunto dalla loro organizzazione fornivano un contributo esterno rilevante alla vita ed alle attività della organizzazione camorristica facente capo a Raffaele Stolder, meglio descritta nella imputazione sub a), atteso che Vallefuoco Francesco, capo promotore delle attività delittuose stipulava un patto illecito con lo Stolder al servizio della cui organizzazione e per i predetti fini metteva la struttura criminale a lui facente capo, agendo, altresì
Bacciocchi Livio e Zonzini Oriano quali promotori per essere, rispettivamente, il maggiore azionista ed il direttore generale della Fincapital S.A., società finanziaria con sede nella Repubblica di S. Marino impiegata per il perseguimento dei predetti fini illeciti, e, quindi, i dominus della relativa gestione,
Zavoli Roberto quale associato residente nella Repubblica di S.Marino preposto, in particolare, ai rapporti tra il Vallefuoco ed il Bacciocchi nonchè quale socio insieme al primo della ZA.VA. Group, impiegata per il perseguimento dei predetti fini illeciti,
Gennaro D’Amore e Gennaro Esposito quali associati alle dirette dipendenze del Vallefuoco impiegati per le numerose attività logistiche e di supporto del sodalizio loro affidate, in particolare, a Napoli,
Di Tella Francesco quale stabile referente della struttura per le operazioni compiute nell’interesse dell’ organizzazione mafiosa denominata dei casalesi,
Marica Carcas, quale associata in qualità di segretaria della ISES, società facente capo al Vallefuoco e da questi utilizzata in funzione della realizzazione degli scopi illeciti del sodalizio, quale preposta, nella consapevolezza del fine illecito delle sue azioni, alla gestione contabile,
Panico, moglie del Vallefuoco, quale associata preposta alle necessarie attività logistiche e di supporto del sodalizio.
Accertato in Napoli nel 2009 con condotta perdurante
Per tutti con l’aggravante di cui all’art. 7 L. 203/1991, avendo commesso i reati diversi da quelli di cui al capo a) ed i) (limitatamente al delitto di cui agli artt. 110 e 416 bis c.p.) avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’operatività di clan mafiosi e camorristici, tra i quali ultimi quello facente capo a Raffaele Stolder
Con la circostanza aggravante per Raffaele Stolder di cui all’art. 7 l. 575/1965 per avere commesso i reati mentre era sottoposto a misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S.
OSSERVA
Premessa
La complessità delle contestazioni
La richiesta del P.M. si fonda sulla ricostruzione di tre distinte associazioni, ovvero quella che viene denominata clan Stolder, promossa e diretta da Stolder Raffaele subito dopo la sua scarcerazione nel 2009 (capo A); quella costituita da tre soggetti per la commissione di reati di truffa e di usura (capo H); quella promossa da Vallefuoco Francesco avente ad oggetto attività di riciclaggio e di estorsione per il recupero crediti vantati da organizzazioni di stampo camorristico (capo I). Ai soggetti accusati di essere promotori e partecipi di quest’ultima associazione, operante su tutto il territorio nazionale, viene contestato altresì di essere concorrenti esterni nel clan Stolder in relazione al contributo fornito all’attività del gruppo di Stolder Raffaele, in ragione di un patto stabile nel settore specifico del riciclaggio e del reimpiego di capitali provenienti da delitti emerso dalle intercettazioni disposte nel corso delle indagini.
Già la pluralità e la complessità delle contestazioni relative ai reati associativi fa comprendere quale sia stato il gravoso impegno degli investigatori che, partiti da una intercettazione ambientale volta a comprendere l’assetto del clan Stolder dopo la scarcerazione del vecchio capo, si sono trovati di fronte 1) ad un gruppo immediatamente operativo, capace di commettere una serie di reati allarmanti, dei quali solo per una parte si sono raggiunti gravi indizi per specifiche contestazioni, sebbene le intercettazioni rivelino una più ampia attività delittuosa riguardante anche estorsioni in corso; 2) ad un “mare” di contatti che il capo ed i suoi uomini più fidati (via via individuati e sottoposti ad intercettazione) hanno mantenuto con altri gruppi criminali aventi una loro identità e tuttavia legati allo Stolder da collaterali patti di solidarietà, evidentemente accresciuti durante e/o a causa della lunga detenzione sopportata dal boss.
Non è certamente opera semplice mettere ordine in una così vasta attività.
Le richieste formulate dal P.M. impongono di verificare: 1) i gravi indizi in relazione alla configurazione attuale del clan Stolder, anche alla luce dei reati fine accertati;  2) i gravi indizi in relazione ai legami di tale clan con il gruppo Vallefuoco, analizzando altresì la esistenza in fatto di elementi per ritenere sussistente un’autonoma associazione come contestata, per poi passare alla questione giuridica sulla compatibilità della duplice contestazione (416 e 110, 416 bis c.p.); 3) i gravi indizi in relazione all’associazione di cui al capo H ed i suoi legami con il clan Stolder; 4) le individuali responsabilità di ciascuno degli indagati per i reati configurabili.
Occorre, tuttavia, in via ancora preliminare, comprendere quale sia stato l’avvio delle indagini ed affrontare il tema della utilizzabilità delle intercettazioni, principale (anche se non unica) fonte degli elementi di accusa.     
L’avvio delle indagini
L’esistenza di un clan camorristico denominato clan Stolder è stata storicamente accertata dalla sentenza di condanna emessa in data 17.7.1997 dalla VII Sezione Penale Corte di Appello di Napoli, passata in giudicato in data 20.07.1999, con la quale il medesimo Stolder Raffaele veniva condannato per l’associazione di tipo mafioso da lui organizzata ai fini della commissione di furti e rapine sfruttando la rete fognaria, nonché della commissione di reati nel settore degli stupefacenti, fatti commessi in Napoli nel novembre 1991 con condotta perdurante al momento dell’esercizio dell’azione penale.
Tra i condannati figurano anche due indagati il cui coinvolgimento nella presente indagine emerge dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali, ovvero Ferriero Patrizia (la moglie)  e Colurciello Salvatore (cfr. sentenza allegata agli atti).
Come è agevole rilevare, la sentenza si ferma ad un periodo storico antecedente di ben dieci anni  quello ora in contestazione con la formula “accertato nel maggio 2009 con condotta perdurante” e tuttavia il provvedimento divenuto irrevocabile attesta la esistenza sin dagli anni ‘90 di un gruppo camorristico promosso dallo Stolder, con l’ausilio della moglie, consentendo su tale base di innestare gli ulteriori elementi raccolti nel corso delle indagini richiamate nella richiesta del P.M., ovvero le intercettazioni e le contestuali tradizionali attività di investigazione (osservazione, pedinamento, controlli su strada ai fini della identificazione degli interlocutori delle conversazioni intercettate, acquisizione di documentazione, assunzione informazioni) svolte dal Centro Operativo della DIA di Napoli.
Ed invero, proprio a seguito della espiazione della pena inflitta con la sentenza di condanna sopra ricordata, Stolder Raffaele in data 11.3.2008 è stato scarcerato.
Nel medesimo contesto viene sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Napoli adottato nei suoi confronti dal Tribunale di Napoli Misure di Prevenzione, confermato dalla Corte di Appello in data 28.5.96 (cfr. provvedimenti in atti e verbale di sottoposizione alla misura datato 11.3.08 redatto presso il Commissariato di Sulmona).
La circostanza è colta dagli investigatori per verificare l’attuale operatività del gruppo facente capo allo Stolder che, nonostante il periodo di detenzione del capo, aveva continuato a rimanere compatto sul territorio intorno alla figura della moglie del detenuto, Ferriero Patrizia, la quale (secondo quanto relazionato dagli investigatori) aveva anche subito in quegli anni un processo per aver indotto medici del Policlinico ad affermare la incompatibilità del marito con lo stato di custodia cautelare in carcere.
Così i verbalizzanti organizzano un servizio di osservazione nel giorno in cui lo Stolder deve essere scarcerato, accertando che alle ore 10:15 circa si avvicina al cancello dell’Istituto Penitenziario, la Casa Circondariale di Sulmona (ove lo Stolder è ristretto), un’autovettura modello Opel Zafira 2.0 16v DTI, di colore grigio, targata CB …, con a bordo quattro persone che si fermano a circa 100 mt. dall’ingresso del carcere. Alle ore 10:30 circa, si avvicina alla Opel un’altra autovettura modello Mazda 1.3 TD, di colore azzurro, targata DG …, intestata a Stolder Alessio (figlio di Raffaele) con una sola persona a bordo. Tutti scendono dalle macchine e si fermano a parlare, poi effettuando una serie di telefonate con i propri telefoni cellulari. Alle ore 10:55, sopraggiunge una pattuglia di P.S. con i colori d’Istituto, più altra autovettura con targa di copertura, la quale si ferma dinanzi alla garitta di accesso all’Istituto di Pena, al fine di accompagnare lo Stolder Raffaele appena scarcerato presso il locale commissariato per la sottoposizione alla misura di sorveglianza. Nel momento in cui lo Stolder esce dal carcere, alcuni dei soggetti che erano a bordo delle auto  sopra indicate si avvicinano per farsi notare dallo Stolder e ciò consente di procedere alla immediata identificazione dei presenti.  Si accerta così che a bordo della Opel Zafira sono Ferraiuolo Gennaro, figlio di Stolder Antonietta (sorella di Raffaele), Ivone Gustavo (classe 1966),  Ivone Gaetano (classe 1978) e Tubelli Biagio (classe 1968), mentre a bordo della Mazda è Stolder Alessio. Tutti sono invitati a recarsi presso il commissariato in via Sallustio, ove gli investigatori notano l’autovettura Lancia Y 1.3 MJ 16V, di colore blu, targata CY …, da loro già conosciuta per essere in uso a Ferriero Patrizia, che infatti è a bordo dell’auto. A circa 100 metri, sulla carreggiata opposta, angolo via Cavriani, si notano due soggetti a bordo di una Fiat Punto, di colore bianco, targata CR…, intenti a guardare verso la Ferriero. Gli stessi sono identificati, previa intesa con la P.S. Sulmona, da una pattuglia all’uopo inviata, in Morra Giuseppe (classe 1952) passeggero e Improta Luigi (classe 1952) conducente. Alle ore 12:30, altra pattuglia di PS procede al controllo, sempre in via Sallustio, di autovettura Mini Cooper, targata CJ …, con a bordo due soggetti, identificati in Stolder Alain, figlio di Raffaele e Imperatore Rosaria, nato a Napoli il 12.06.1984, ivi residente in C.so Garibaldi n.240,  e Stolder Ivanfilippo, figlio di Raffaele e di Ferriero Patrizia, nato a Napoli il 02.05.1988, ivi residente in Vico Palazzo Due Porte n.16.
Alle ore 13:30, Stolder Raffaele esce dal commissariato e sale a bordo dell’autovettura Lancia Y in uso alla moglie e insieme si recano in una strada adiacente ove incontrano tutti gli occupanti delle autovetture indicate, salvo Morra e Improta.
Tutti, a bordo delle rispettive autovetture, si dirigono verso lo svincolo autostradale della Napoli/Roma e rientrano presso le rispettive abitazioni. Alle ore 18:00 del medesimo giorno, tuttavia, lo Stolder deve recarsi presso il Commissariato di P.S. di Napoli Vicaria Mercato come prescrittogli al momento della sottoposizione alla misura di prevenzione con obbligo di soggiorno. L’occasione viene colta dai verbalizzanti per installare a bordo dell’auto Lancia Y in uso a Ferriero Patrizia idonea apparecchiatura per captare le conversazioni ambientali autorizzate con decreto n. 1250/08 emesso dal G.I.P. in data 11.3.08 a convalida del decreto urgente disposto dal P.M.
Le intercettazioni. Considerazioni preliminari sulla utilizzabilità
Come già evidenziato sopra, l’indagine si sviluppa proprio sulla base delle intercettazioni che consentono di individuare e monitorare nel tempo le diverse utenze cellulari in uso allo Stolder nonché quelle in uso ai propri interlocutori.
In via preliminare occorre verificare la correttezza delle operazioni compiute.
Il P.M. ha depositato i decreti con i quali sono state autorizzate le intercettazioni,  nonché gli atti allegati e richiamati nei predetti provvedimenti, dalla cui lettura si evince la piena utilizzabilità, sotto il profilo del rispetto delle regole procedurali, dell’attività svolta.
Ed invero:
– con decreto urgente 1250/08 emesso dal p.m. in data 11.03.08, convalidato ritualmente dal g.i.p., viene disposta l’intercettazione delle conversazioni all’interno dell’auto Lancia Y targata CY … in uso alla moglie di Stolder Raffaele, Ferriero Patrizia, perché il marito appena scarcerato viene ritenuto dagli investigatori in contatto con i propri affiliati, nonostante la detenzione, proprio attraverso i colloqui con la moglie (a sua volta resasi molto attiva per ottenerne la scarcerazione anche con perizie false);
– con decreto n. 1425/08 in data 21.3.08 è autorizzata la intercettazione sulla utenza fissa, installata presso l’abitazione dei coniugi Stolder, 081…, intestata al figlio Stolder Ivan Filippo, utenza rivelatasi utile per la individuazione delle ulteriori utenze entrate in contatto con gli Stolder che, secondo quanto comincia ad emergere dalla ambientale dell’auto Lancia, sono in fase di riorganizzazione;
– sulla scorta delle emergenze delle predette intercettazioni è autorizzato, con decreto n. 1559/08, emesso in via urgente dal p.m. e convalidato dal g.i.p. in data 1.4.08, l’ascolto delle conversazioni sulla utenza 349 … risultata in uso a Ferriero Patrizia;
– con decreto 1636/08 emesso in data 4.4.08 in via urgente dal p.m. e convalidato in data 5.4.08 dal g.i.p. è disposta la intercettazione su tre utenze cellulari emerse dal monitoraggio della utenza fissa: 1) 331…, la prima delle numerose utenze cellulari in uso allo Stolder Raffaele; 2) 334 … la utenza in uso a Ferraiuolo Gennaro,  nipote di Stolder Raffaele in quanto figlio di Salvatore e Stolder Antonietta (sorella di Raffaele); 3) la utenza 333 … in uso ad Esposito Antonio (nato il 16.9.78) titolare del bar in Piazza Principe Umberto 8/B, coniugato con Stolder Nunzia, figlia di Raffaele. Quest’ultima utenza è individuata sulla base della ambientale del 18.3.08 quando in auto Stolder Raffaele e la moglie commentano che devono parlare con Nunzia ed Antonio dal momento che quest’ultimo ha la possibilità di contattare un politico perché è “il periodo in cui si va a parlare con tutti i politici” (cfr. ambientale n. 93 ore 16.53 del 18.3.08) e dopo una settimana giunge sulla utenza fissa degli Stolder una telefonata di Antonio, genero dello Stolder, che usa in tale circostanza il numero cellulare sopra indicato;     
– con decreto 2232/08 del 15.5.08 è autorizzata la intercettazione ambientale presso l’abitazione dei coniugi Stolder essendo emerso dalle intercettazioni che la casa viene utilizza come luogo di incontro degli associati per discutere della organizzazione delle attività illecite in corso e, come si vedrà, è proprio questa una delle intercettazioni più importanti al fine di verificare l’operatività del gruppo;
– con decreto 3053/08 del 4.7.08 è autorizzata, prima dal p.m. in via urgente e nella stessa data dal g.i.p., la intercettazione di numerose utenze, ovvero: 333 …e 331… (intestate entrambe a soggetti inesistenti e ritenute in uso a Marotta Salvatore), 334 … (in uso a Colurciello Salvatore), 339 … (intestata a Carbone Carmelina ed in uso a tale Luigi, prima identificato in Improta Luigi e poi in Di Maio Luigi), 349 …(intestata ed in uso a Mango Vincenzo), 334 … (intestata ed in uso a Santaniello Salvatore), 339 … (intestata ed in uso a Giulio Giaquinto), 334 … (intestata ed in uso a Salice Salvatore). Le predette utenze sono state individuate sempre attraverso le intercettazioni sulla utenza fissa e sui cellulari in uso allo Stolder Raffaele, a seguito di contatti per fissare appuntamenti nella abitazione, che consentivano altresì agli investigatori di predisporre servizi di osservazione al fine di individuare coloro che fisicamente si recavano poi all’appuntamento. Unica utenza per la quale la individuazione dell’usuario inizialmente effettuata non ha trovato corrispondenza è quella relativa al Luigi che gli investigatori hanno ritenuto inizialmente di poter attribuire a Improta Luigi (identificato nel corso del servizio di osservazione organizzato nel giorno della scarcerazione dello Stolder Raffaele) anche se, poi, ascoltando le conversazioni e verificandone il contenuto con ulteriori indagini i medesimi verbalizzanti hanno verificato che la utenza è in uso a Di Maio Luigi, fabbro;
– segue il decreto 3114/08 del 14.7.08 avente ad oggetto la nuova utenza in uso a Stolder Raffaele 331…, emersa dalle pregresse intercettazioni;
– con decreto 3392/08 del 29.7.08 sono intercettate ancora due utenze cellulari, 339 … e 366…, che lo Stolder usa alternativamente, a seconda degli interlocutori, sempre nella speranza di eludere eventuali controlli da parte degli investigatori, e deve dirsi che il tentativo resta vano proprio per la continuità con la quale gli investigatori procedono a monitorare le utenze che via via emergono come maggiormente significative ai fini della indagine in corso;
– con decreto 3563/08 del 13.8.08 sono autorizzate le intercettazioni sulle utenze cellulari ulteriori emerse nel corso delle operazioni già in corso, ovvero 366 … in uso a Stolder Raffaele (del quale ormai i verbalizzanti individuano la voce), 334 … intestata alla società DIXON srl ed in uso a Marotta Salvatore, 338 … intestata ed in uso a Tambone Eugenio, 331 … intestata a tale Kapoor nato in India ed in uso a Fiandra Bruno, 331 … intestato a tale Tharanga nato in India ed in uso a Improta Giuseppe, 338 … intestata a De Luca Vincenzo ed in uso a tale Antonio, poi identificato nel corso dell’ascolto in Pangione Antonio, 340 … in uso a tale Rosario non identificato, nonché le intercettazioni ambientali all’interno dell’auto Fiat 500 CS …, auto notata dai verbalizzanti parcheggiata in via Niutta nei pressi del vico Palazzo a due Porte n. 16 ove si trova l’abitazione dello Stolder, risultata intestata a Del Prete Antonio e della quale si parla nel corso delle ambientali all’interno di casa Stolder;    
– segue il decreto 3879/08 adottato in via urgente dal P.M. in data 11.9.08 e convalidato dal G.I.P. in data 12.9.08, avente ad oggetto. 1) le utenze 333 … e 338… in uso a tale Pippo identificato nel Castiglia Giuseppe controllato in data 8.9.08 nei pressi dell’abitazione dello Stolder; 2) 392 … intestata alla società s.r.l. IN di Gattafoni Paola con sede in provincia di Macerata ed in uso a tale Mimmo, individuato in La Manna Domenico sulla base delle verifiche effettuate in data 27.8.08 presso l’Hotel Ramada ove il predetto Mimmo riferiva aver alloggiato, nonché sulla base di attività di osservazione presso l’abitazione dello Stolder in occasione di appuntamenti presi al telefono; 3) 335 … intestata alla Impresit 2000 s.r.l. in uso a Vallefuoco Francesco, originariamente identificato nel Casciello Francesco; 4) 366 … in uso a soggetto non identificato;
– con decreto 4071/08 emesso in via urgente dal P.M. in data 23.9.08 e convalidato dal G.I.P. in data 24.9.08 sono intercettate le utenze: 1) 335 … intestata ed in uso a Benedettini Moreno, 2) 347 … intestata a Giardi Erik di San Marino ed in uso a tale Giovanni poi identificato in Abete Giovanni, 3) 335 … intestata ed in uso a Zavoli Roberto, 4) 339 … intestata ed in uso a La Manna Domenico, nonché le conversazioni in ambientale nell’ auto Alfa Romeo 147 DG … nella disponibilità di La Manna Domenico e nell’auto Audi A6 San Marino J … nella disponibilità di Vallefuoco Francesco;
– con decreto 4589/08, emesso dal GIP in data 23.10.08 a convalida del decreto urgente del P.M., si intercetta la utenza 392…  in uso a D’Amore Gennaro, cognato di Vallefuoco Francesco, la cui partecipazione ai fatti oggetto di indagine si evince dalla intercettazione della utenza in uso al Vallefuoco quando questi contatta il gruppo facente capo a Stolder inviando come intermediario il cognato Gennaro. In una occasione il medesimo Gennaro contatta per un appuntamento l’utenza in uso a Giaquinto Giulio, (già monitorata), con il cellulare sopra indicato che viene immediatamente sottoposto ad intercettazione;
– con decreto 4643/08 il P.M. in via urgente in data 24.10.08 ore 14.55 dispone la intercettazione della utenza 334 … in uso a Stolder Raffaele, emersa da un contatto con la utenza di D’Amore Gennaro, al quale pure lo Stolder suggerisce di cambiare le schede. Il decreto del P.M. è convalidato nei termini (25.10.08 ore 13.15) dal G.I.P.;
– con decreto 4830/08 emesso in via urgente dal p.m. in data 4.11.08 e convalidato dal G.I.P. nella medesima data è intercettata, sempre sulla base dei contatti monitorati sulla utenza del D’Amore (che non ha ancora cambiato scheda), la utenza 366 … intestata ad un soggetto nato in Ceylon ma in uso a Stolder Raffaele il quale gli riferisce di aver da poco in uso la utenza con la quale lo ha contattato e chiede all’interlocutore se ritenga “sicura” anche la sua;
– con decreto 5070/08 emesso in via urgente dal P.M. in data 13.11.08 e convalidato dal G.I.P. in data 14.11.08 sono stati intercettate le utenze: 1) 334 … intestato ad un soggetto nato in India ma in uso ad un soggetto con l’accento napoletano, emersa a seguito della intercettazione del cellulare monitorato di Stolder che prende contatti con un gruppo operante nella zona dell’Italia settentrionale per conto del quale il predetto soggetto con accento napoletano (non meglio identificato all’epoca) fa da tramite; 2) 366 … in uso intestato ad un cingalese ma in uso a Ferriero Rosaria, cognata dello Stolder, la cui partecipazione attiva al gruppo emerge dalle indagini sulla rapina ai danni dell’avv. S. V.;   
– con decreto 5669/08 disposto dal G.I.P. in data 13.12.08 sono state autorizzate le intercettazioni sulle seguenti utenze individuate sulla base del monitoraggio delle utenze già intercettate: 1) 340… in uso a Stolder Raffaele (intestata a Manzo Giuseppe); 2) 331… in uso a Ferraiuolo Gennaro (intestata a Fresta Sebastiano; 3) 334… in uso a Colurciello Salvatore (intestata a Corvino Donato); 4) 334 … in uso a Mango Vincenzo (intestata a soggetto straniero); 5) 366… in uso a Santaniello Salvatore (intestata a soggetto straniero); 6) 334… in uso a Fiandra Bruno (intestata a tale Jaliya Yamaha, straniero); 7) 334… in uso ad Improta Giuseppe (intestata al medesimo Jaliya della utenza in uso al Fiandra), 8) 338 … in uso a Giglio Gennaro (intestata a De Bernardo Carmela); 9) 334 … ritenuta in uso allo Stolder e poi, dall’ascolto delle conversazioni, rivelatasi in uso a La Manna Domenico (intestata a soggetto straniero), 10) 392 … in uso a Vallefuoco Francesco;
– con decreto 429/09, emesso di urgenza dal P.M. in data 23.1.09 e convalidato dal G.I.P. in data 24.1.09, è stata infine di nuovo disposta la intercettazione ambientale all’interno dell’auto in uso a Vallefuoco Francesco, AUDI A/6 targata San Marino J… essendo emerso che il soggetto manteneva contatti non solo con lo Stolder ma con soggetti campani e di altre regioni utilizzando la predetta auto per incontri nel corso dei quali discutere di attività illecite (la intercettazione ambientale era stata già svolta con decreto n. 4071/08).
Tutti i decreti risultano ritualmente motivati anche, ma non solo, con espresso richiamo alle annotazioni allegate nelle quali si da piena contezza delle indagini in corso e, per i decreti urgenti, delle specifiche ragioni della urgenza.
Sempre con riguardo alla utilizzabilità in questa sede delle intercettazioni giova evidenziare che agli atti mancano le bobine delle registrazioni ma sono allegate le trascrizioni effettuate dai verbalizzanti nonché i riassunti contenuti nei brogliacci.
Sul punto va ricordata la sentenza delle Sezioni Unite Penali 22 aprile – 27 maggio 2010 n. 20300 che risulta qui rilevante sotto due profili:
1) anzitutto ha ribadito il principio consolidato secondo il quale nella fase cautelare è possibile utilizzare il contenuto delle intercettazioni telefoniche, anche se compendiate in brogliacci, ovvero riportate in forma riassuntiva, pur se non trascritte o sommariamente trascritte con semplici riferimenti riassuntivi (nella motivazione si richiamano le sentenze della Cassazione Sez. 4°, 26 maggio 2004, n. 39469; Sez. 6°, 28 marzo 2002, n. 20715/2003; Sez. 6°, 3 marzo 2000, n. 1106; Sez. 1°, 28 aprile 1999, n. 3289). Sullo stesso tema ha precisato altresì che l’omesso deposito del brogliaccio non è sanzionato da alcuna nullità, o inutilizzabilità, delle intercettazioni (Sez. 6°, 26 novembre 2009, n. 49541; Sez. 4°, 21 gennaio 2004, n. 16890), in quanto il deposito di cui al quarto comma dell’art. 268 c.p.p. rientra nella procedura finalizzata alle successive operazioni di stralcio eventuale e di trascrizione da effettuarsi in contraddittorio delle parti, ai fini dell’inserimento nel fascicolo per il dibattimento, come tale del tutto distinta dalla procedura incidentale de libertate, ove non di deposito è a parlarsi, ma di allegazione agli atti posti a fondamento della misura. Trattasi, perciò, di incombenti a finalità diverse, con scansioni temporali non coincidenti (l’epoca del deposito, invero, prescinde del tutto da quella di celebrazione del procedimento cautelare di regola anteriore) e con oggetti non necessariamente coincidenti: il deposito riflette tutto il materiale relativo alle operazioni, nel mentre la allegazione ai fini cautelari può riguardare solamente le trascrizioni sommarie del contenuto delle comunicazioni o gli appunti raccolti durante le intercettazioni (Sez. Un., 27 marzo 1996, n. 3; Sez. Un., 20 novembre 1996, n. 21/1997; Sez. VI, 8 ottobre 1998, n. 2911; Sez. VI, 3 giugno 2003, n. 35090);
2) proprio partendo da tali presupposti le Sezioni Unite hanno richiamato la sentenza della Corte Costituzionale dell’8-10 ottobre 2008, n. 336 che ha dichiarato la illegittimità costituzionale dell’art. 268 c.p.p. nella parte in cui non prevede che, dopo la notificazione o l’esecuzione dell’ordinanza che dispone una misura cautelare personale, il difensore possa ottenere la trasposizione su nastro magnetico delle registrazioni di conversazioni o comunicazioni intercettate, utilizzate ai fini dell’adozione del provvedimento cautelare, anche se non depositate. La Suprema Corte chiamata ad intervenire, nel mutato quadro normativo determinato dalla pronuncia della Corte Costituzionale ha stabilito il principio secondo il quale il diritto di accesso alle registrazioni che spetta al difensore, dopo la esecuzione della ordinanza cautelare, deve essere esercitato mediante richiesta da inoltrare al pubblico ministero che procede. Sul tema le Sezioni Unite così motivano testualmente “Nella sua disponibilità materiale e giuridica, difatti, si trovano i documenti in questione nella fase delle indagini, come puntualmente rilevato da Sez. VI, 7 maggio 2009, n. 28386, cit.; e solo il pubblico ministero è in grado di procedere alla selezione delle registrazioni all’uopo rilevanti, nell’intero contesto di tutte quelle effettuate, ad individuare solo quelle poste a fondamento della richiesta della misura cautelare ed a verificare, quindi, gli eventuali limiti al rilascio delle copie richieste, in relazione alla tutela della riservatezza di altri soggetti estranei ai fatti, le cui conversazioni siano state captate, o a contenuti delle registrazioni che non siano rilevanti ai fini che occupano. In tal senso anche Sez. III, 30 settembre 2009, n. 41256; sostanzialmente Sez. V, 24 giugno 2009, n. 39930; Sez. VI, 26 marzo 2009, n. 19150”.
Superate quindi le questioni procedurali si può scendere nell’esame del merito della richiesta in relazione ai singoli capi di imputazione.
Attuale esistenza ed operatività del clan Stolder
Configurabilità dell’associazione contestata al capo A)
La contestazione riguarda il periodo immediatamente successivo alla scarcerazione di Stolder Raffaele, già condannato per essere promotore del clan omonimo (come ricordato in premessa), il quale appena rimesso in libertà prende immediatamente contatti con i suoi affiliati, organizzando una serie di attività delittuose sul territorio da lui controllato.
Senza scendere qui ad esaminare i reati fine (sui quali occorre soffermarsi nel trattare dei relativi capi di imputazione), va subito detto che le intercettazioni offrono un complesso ed articolato panorama di relazioni con altri clan e di attività di intimidazione tipiche di una organizzazione di stampo camorristico a dimostrazione che il vecchio boss non ha perso tempo a riprendere le fila di un gruppo, fondando anzitutto sul contributo di persone rimaste a lui maggiormente legate, nonostante la lunga detenzione, anche – ma non solo – in virtù dei vincoli parentali.
Ed invero l’esame di alcune delle tantissime intercettazioni, che si rilevano dai brogliacci allegati alla segnalazione, solo in parte trascritte dai verbalizzanti, ma tutte di estremo interesse, consente
di verificare l’esistenza di un’organizzazione stabile di persone facenti capo allo Stolder, dedita alla commissione di reati (in particolare furti e rapine, oltre che estorsioni), caratterizzata da struttura gerarchica e potere di intimidazione anche nei confronti di altri gruppi o soggetti criminali.
La lettura in ordine cronologico delle trascrizioni effettuate vale a ricostruire con precisione i fatti a dimostrazione di quanto sopra indicato sin dai primi momenti della scarcerazione dello Stolder.
Già all’indomani della scarcerazione dello Stolder Raffaele nell’auto Lancia Y la moglie Ferriero Patrizia si rivolge ad un uomo (non identificato) e si intercetta la conversazione n. 40, delle ore 16.53 del 12.03.08 nel corso della quale la donna chiede di “ritrovare” un’auto che è stata “presa”, ovvero sottratta.
La conversazione rivela che la donna è a conoscenza degli ambienti criminali ove si ricettano le auto rubate, tant’è che l’uomo discute con lei con estrema naturalezza e non esita a mettersi a disposizione. Invero la donna gli dice “devo trovare una macchina.. si sono presi in via Pietro Colletta…ieri mattina con le chiavi dentro…dentro ad un parcheggio….una Peugeot 206 celeste”. L’interlocutore le risponde “una 206…ma non è una macchina di scasso…hai capito?..non è una macchina che ci compriamo…”. La donna continua “se la sono presa con le chiavi vicino… a parcheggio stava … stava proprio a Pietro Coletta…non in mezzo al Trianon… il ragazzo non teneva spazio e la mise lì…il parcheggiatore”. L’uomo ribatte “signora questa non è una macchina di scasso…la può tenere qualcuno in mano…ma non è venuto nessuno….da stamattina” e ripete “…la tengono in mano … Non è venuto nessuno, questa giornata… se dovessero arrivare… a disposizione…”.
Dopo qualche giorno si intercetta la conversazione n.93, delle ore 16.53 del 18.03.08 sempre all’interno dell’auto Lancia Y tra Ferriero Patrizia (P) e Stolder Raffaele detto Lello (L) le cui voci sono state individuate dai verbalizzanti. Risulta che un “cinese” si è rivolto a loro per intercedere con Vittorio e lo Stolder commenta con la moglie, la quale è d’accordo con lui, che se il giovane si comporta bene ed è opportunamente guidato, può vincere la storia del cognome che si porta dietro (cognome oramai associato ad un clan perdente, i cui storici esponenti da tempo hanno collaborato con la giustizia, come risulta dai provvedimenti giudiziari in atti).
Questo il contenuto testuale:
L: Uaaa!! Stavano proprio distrutti … quel cinese….brava gente…..ma che peste!!! Madonna mia…quell’altro là…il cineseP: sono limitati … E’ gente limitataL: si! Lo so!P:  loro …non sono, né carne né pesceL:….loro mi raccomandavano assai il fatto di Vittorio….loro a quello ci tenevano …il fatto di Vittorio…dice…quello….quello è quello che è …. purtroppo mò, ormai, si chiama Giuliano ma quello bastasse che fosse un uomo non sarebbe niente… si comportasse ad uomo … sarebbe guadagnato … Ma se si comporta una chiavica…?
P: vabbè!! Può darsi pure che……guidato….
L: si!!…Perchè il fatto che si chiama Giuliano, che cazzo c’entra?….
P: non c’entra proprio niente!!!!..
L: che cazzo c’entra, che si chiama Giuliano…si chiama Giuliano..ma se è un ragazzo in gamba e poi ..si chiama Giuliano? …il padre è morto …almeno ufficialmente!!!….ufficialmente…..
I verbalizzanti sottolineano che risulta chiaro dal contenuto della conversazione il riferimento a Pio Vittorio Giuliano classe 86, figlio di Carmine e di Stolder Amalia residente nella zona di Forcella (via Forcella n.26).
Ancora sempre nell’auto Lancia Y si intercetta la conversazione n.124 delle ore 16:25 del 20.03.2008 tra Stolder Raffaele, la moglie Patrizia ed un’altra donna non identificata nel corso della quale i due coniugi esprimono giudizi su una famiglia criminale (non si comprende il nome della stessa). Lo Stolder dice “…invece…don Peppe Mallardo mi diceva che era una buona famiglia...” e Patrizia “appartengono ad una famiglia di Casal Di Principe”. Stolder continua “pure a Giugliano … a Casal di Principe ed a Giugliano … loro stanno bene con il Mallardo, me lo disse Peppe … me lo disse”. Nel prosieguo Stolder chiede alla moglie quanto le ha dato quella persona che sta con loro in macchina e Patrizia risponde 1.500 euro.
Quindi sempre Stolder chiede alla moglie “ma Gennarino  dove è andato adesso? ….quello, doveva andare al rione a prendermi una cosa di soldi!”.
Nello stesso contesto, due ore dopo, si intercetta la conversazione n. 129 (ore 18:12 del 20.03.2008) nel corso della quale Stolder Raffaele chiede alla moglie se c’è “qualcuno dietro che li scorta” e la donna risponde affermativamente.
E’ evidente che il soggetto appena scarcerato ha riallacciato i rapporti con il territorio e ragiona  con la moglie della situazione attuale delle altre “famiglie” operanti nelle zone circostanti, oltre che di “somme di danaro” da riscuotere.
Peraltro, lo Stolder ritiene di dover essere “scortato” e la moglie ha provveduto in tal senso.  
Ma ancora sul tema dei rapporti con gli altri clan si riporta la conversazione n. 290 delle ore 17:48 dell’1.04.2008 sempre all’interno dell’autovettura Lancia Y tra i due coniugi, le cui voci sono ben note ai verbalizzanti.
Stolder “…hanno fatto venire quei zulù… qua sono arrivati quelli di Miano…… di là quelli di San Giovanni … vedi un po’ questi zulù… si sono fatti prendere Napoli da questi zulù…tutti zulù sono..”.
Patrizia “ora, per esempio,…. sai cos’è che non condivido? … se era  uscito un altro, che era di là … sempre di Forcella ….. dice oggi ci sto io…. apposta …ma era di Forcella!!!… non era di un altro paese … per quanto riguarda quel Gennaro, a me piaceva molto!!… non faceva abusi...
Stolder “qua, si dovrebbe fare una pulizia…. la sera per la mattina”.
E’ evidente il riferimento (che tornerà in altre conversazioni) all’ingerenza dei gruppi di Secondigliano in una zona ritenuta il cuore di Napoli e la insoddisfazione per la circostanza che a Forcella (zona storica del clan Giuliano) siano subentrate persone che non sono nel quartiere.
Stolder comincia a meditare sul da farsi.
A riprova dei rapporti di forza della famiglia Stolder, dopo la scarcerazione del capo, è la conversazione n.325 delle ore 11:53 del 03.04.2008 quando a bordo della Lancia Y sono Ferriero Patrizia e la cognata Stolder Assunta (chiamata per nome e riconosciuta dagli investigatori), nel corso della quale Patrizia afferma “perchè lui dice: Lello, qua a noi c’è gente di Forcella che ci vuole bene …ma ce ne sta altra che ci odia…. aspettavano a te che uscivi, perchè aspettavano te che uscivi …perchè diceva…no! …che tu venivi qua dietro e ce ne cacciavi ….a me ed a Eugenio … disse Lello: e perché avrei dovuto cacciarvi? … perchè loro dicevano che avevano invaso il campo di Lello …..quello, Giulio, prima di aprire il garage, è venuto da me…..” .
Risulta evidente da tale conversazione che:
– esiste un “campo” ove opera lo Stolder Raffaele, chiamato Lello dalla moglie, ovvero un territorio che non può essere occupato da altri;
– un gruppo di Forcella attendeva la scarcerazione dello Stolder per mandare via Giulio ed Eugenio in quanto avrebbero invaso il territorio predetto;
– la moglie di Stolder aveva invece autorizzato lei stessa Giulio ad aprire il garage e quindi non vi  era stato alcun abuso.
In poche battute si dipinge la situazione di alcuni quartieri di Napoli ove per aprire attività commerciali non ci si rivolge agli organi pubblici per le autorizzazioni, ma al rappresentante del gruppo dominante nella zona. Dal riferimento al garage ed ai nomi Giulio ed Eugenio, i verbalizzanti identificano il primo in Giaquinto Giulio ed il secondo in Tambone Eugenio in quanto proprio sotto l’abitazione dello Stolder si trova il Garage di Eugenio Tambone e Giulio Giaquinto. Peraltro questi due soggetti saranno a loro volta interlocutori dello Stolder come si vedrà infra.
Continuando nell’esame cronologico delle conversazioni risulta confermato il ritrovato potere carismatico dello Stolder ed invero nella conversazione n.370 delle ore 17:53 del 05.04.2008 l’uomo a bordo dell’auto riferisce alla moglie di essere stato avvicinato da persone le quali gli hanno detto che, per qualsiasi problema, sono a sua disposizione. Patrizia risponde che nei pressi del bar la gente di strada, quando è successo qualche problema, si è messa a disposizione, pensando che il locale e l’attività fossero dello Stolder. In effetti gli investigatori hanno verificato che il genero dell’uomo, Esposito Antonio, gestisce un bar, chiamato Bar DAVID, in Napoli alla Piazza Principe Umberto 8/bis.
Nel medesimo contesto Stolder dice “Umberto è venuto!… Umberto è venuto!.. Umberto, il fratello di coso… là …ora è venuto un’altra volta! ..mi è venuto a portare l’imbasciata… ora è venuta la sorella e me lo ha detto … ha detto se ne parla lunedì …e quello si è fatto buttare 40 mila euro dentro … ha detto Umberto … ha detto: se ti posso essere utile” Patrizia chiede “comanda?” e Stolder risponde “con quelli là però … era un periodo che sta di casa … da vent’anni…. però essendo che lui stava lì, gliela hanno data in mano a lui”.
Ma la moglie dello Stolder si interessa anche delle vicende di eventuali “pentimenti”, come risulta dalla conversazione n. 476 delle ore 12:43 del 14.04.2008 a bordo della Lancia Y tra la donna e tale Totore che chiama la Ferriero “zia”.
Totore “zia…hai saputo niente, il fatto del o’ Ndrink  .. se veramente è questo fatto?
Patrizia “no… non è vero”
Totore: non è vero?..
Patrizia: no!!…inc
Totore: quell’altro scemo di  o’ Filoscio … quell’altro pentito della Sanità nuovo là…. non è venuto creduto.. perché quell’altro che facemmo l’agguato…a tutti e due..sono andate le guardie ed hanno detto ma tu davvero…?… e lui ha detto: …io non so proprio niente di queste cose!!.. …  Hai capito che tarantelle?”.
Quindi Totore esce dall’auto per andare a parlare con qualcuno per far votare la zia Patrizia Ferriero.
E’ interessante evidenziare che nel commentare di eventuali nuovi “pentiti” si parla di un agguato che il gruppo fece ai danni di qualcuno che aveva iniziato a collaborare e che poi aveva opportunamente ritrattato.
Lo Stolder si interessa dei detenuti con i quali ha preso contatti in carcere. A dimostrazione di ciò è la  conversazione n. 480 delle ore 14:57 del 14.04.2008  quando la moglie a bordo della Lancia Y riferisce a tale Gigino di un impegno del marito.
Questo il contenuto rilevante:
Gigino: ma dove doveva andare adesso…nel Vasto doveva andare..?Patrizia: dall’avvocato di Ciruzziello, perchè gli ha promesso che s’interessava quando stava in galera… disse vado a parlare io con l’avvocato tuo… e questo ha Ricciulli, quello che sta a via Torino,…  nel Vasto..G: …ma Ciruzziello chi?… quello di sopra il Rione? P:  …bravo! ..si!..inc…G: …e, quello, non è uscito?…P: …quando mai!!! …quello sta inguaiato!!… povero Dio… allora.. poichè tu, te lo ricordi,… quello è veramente un bravo ragazzo…G: …come..P: …allora disse: …il minimo che posso fare mi ha chiesto di andare a parlare con l’avvocato e non me la sento di non farglielo …  e, perciò, è andatoCiò dimostra la considerazione della quale gode lo Stolder cui ci si rivolge anche per trattare con i propri difensori (sebbene egli non sia né un parente nè un legale).
Allo Stolder si rivolgono anche per chiedere consigli su come comportarsi in caso di torti subiti ed è sintomatica la conversazione n.585, delle ore 12:23 del 22.04.2008 quando nell’auto Lancia Y, alla richiesta di un consiglio sulla possibilità di presentare una denuncia, Stolder Raffaele replica all’interlocutore:
 “…noi stiamo in mezzo alla strada… riguardo al fatto delle denunce …. queste cose qua …non deve proprio esistere nella famiglia nostra”.
In effetti per una famiglia camorristica rivolgersi alla giustizia sarebbe un controsenso ed una dimostrazione di debolezza.
Addirittura ci si rivolge allo Stolder per assicurarsi la presenza di cantanti ad una festa. In tale senso sono le conversazioni n. 965 delle ore 21:13 del 16.05.2008, intercettata sull’utenza in uso a Patrizia Ferriero e n. 896 delle ore 18:57 del 19.05.2008, intercettata sull’utenza in uso a Stolder Raffaele, il quale discute con Carmine Ivone (identificato dai verbalizzanti come agente di cantanti neomelodici) di una festa da organizzare per la quale si sono rivolti a lui per assicurare la presenza di alcuni cantanti. Nella conversazione n. 902 delle ore 23:18 (sempre del 19.05.2008), intercettata sull’utenza in uso a Stolder Raffaele, Ivone Carmine conferma la presenza dei cantanti, precisando che gli hanno assicurato la presenza per “rispetto” nei confronti dello Stolder.  
Ma una famiglia camorristica trova la sua ragione di esistere nella commissione di reati in via esclusiva nella zona di proprio competenza ed in tal senso sono significative le prime intercettazioni relative ad una forma di imposizione della fornitura di merce da parte di Ferraiuolo Gennaro, la cui utenza è stata individuata ed intercettata proprio per i suoi rapporti con la famiglia Stolder. Il predetto è, come si vedrà infra, dei soggetti più attivi nel gruppo e proprio sulla sua utenza sono registrate le seguenti telefonate:
–  n.1709 ore 09:18 del 25.04.2008 intercettata sulla  utenza monitorata di Ferraiuolo Gennaro il quale compone il numero 081…, attivo presso la Pizzeria Trianon di Piazza Colletta n. 44/46 Napoli e chiede a tale Peppe se ci sono i pomodori. Quest’ultimo risponde che ci sono già tre, quattro, casse di pomodori.
Gennaro chiede, allora, chi gli stia portando i pomodori e la conversazione prosegue così
Gennaro: ma chi glieli sta portando …don Peppe questi pomodori…..?
Peppe: ..non lo so…
G: come …state voi la mattina lì…P: si ma la mattina io vado via alle 9:30 …  10…..G:  ma se io questa settimana non glieli ho portati … c’è qualcun altro che glieli sta portando questi pomodori la mattina?P: io personalmente non lo so…vi dico una fesseriaG: dove sta Ciro!… chiamatemi Ciro
P: Ciro sta giù nel laboratorio…fate una cosa Gennà… chiamate tra un’ora… quello sta sopraG: fra un’ora?
P: si, tra un’ora sale sopra...
– n.1710 ore 09:19 del 25.04.2008 quando, immediatamente dopo la precedente telefonata, Ferraiuolo non soddisfatto della risposta ricevuta chiama tale Oliva e si svolge tra Ferraiuolo Gennaro (G) e il suo interlocutore chiamato Oliva (O) il seguente dialogo:
G: Oliva .. ma dove li ha presi Ciro .. questi pomodori  nella pizzeria?...
O: e che ne so io….
G: ha quattro casse di pomodori… dove le ha prese?.
O: boh non lo so….inc… e una cosa che si deve chiarire con lui questa.. a me  mi fa il biglietto non mi mandare oltre questo perchè te le mando indietro… io che devo fare
G: no! ma dico questi pomodori, da dove li ha presi?..si può vedere, si può domandare dove li ha presi?..si può vedere si può domandare dove li ha presi questi pomodori?..O: a chi devo domandare?…
G: a lui!! .. a lui proprio!!..O: vabbè..G: scusa,  noi i pomodori glieli abbiamo portati giovedì passato, Oliva ! …e, come cazzo fa a tenere altre quattro cassette per terra, questo???O: boh..G:  mi stai capendo?....
O: si … ma scusa lui a me mi fa il biglietto….. mi devi portare solo questo… se poi lui se lo va a comprare ad un’altra parte .. e una cosa che si deve chiarire… scusa..
G: si! ma dico.. scusa, tu ora stai scendendo..  e, puoi, parlare tu con questo Ciro e gli chiedi Ciro a te i pomodori chi te li sta portando?.. a chiederglielo solo senza fare  nessuna discussione  …e poi è  un cazzo che mi devo piangere io … solo

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