Orietta Ceccoli: “500 milioni di debito estero”

Orietta Ceccoli: “500 milioni di debito estero”

500 milioni di debito estero

Ogni euro dell’ulteriore indebitamento deve far crescere il Prodotto Interno Lordo (PIL), la ricchezza nazionale.

Queste sono le indicazioni che gli esperti di finanza internazionale dicono, affinché un Paese grande o piccolo, che si indebita, sia credibile con i propri elettori e con gli interlocutori internazionali.

Dal dibattito nel nostro parlamento sono emerse tante preoccupazioni sulla scelta dell’indebitamento estero, ma pochi interventi hanno fornito informazioni sui numeri, cioè hanno comunicato dati. Si è differenziato un consigliere democristiano: egli ha esposto un breve dettaglio su come questo poderoso ammontare di debito estero sarà suddiviso. Riferendosi “al rendiconto finanziario ha parlato della destinazione di 13,8 milioni per gli interessi passivi, 28,9 milioni per mutuo, 85 milioni per il rimborso del debito, 272 milioni per poste compensative per disavanzi, cioè per coprire le perdite del settore bancario, ed infine 100 milioni per il fondo di solidarietà per il rilancio economico”

In sostanza da questi dati risulta che 400 milioni dovrebbero coprire i debiti e 100 milioni per lo sviluppo dell’economia. Ma la domanda è: questa linea di politica economica è compatibile con la sostenibilità di questo rilevante debito estero, quando un Segretario ha dichiarato “le nostre entrate si sono ridotte e siamo passati da una condizione in cui ….. collezionavamo avanzi che permettevano un equilibrio.” Da notare che non siamo nella condizione della vicina Italia, che ha sì,  un avanzo primario positivo, ma un grosso deficit annuale, per il costo degli interessi dell’enorme debito interno ed estero. Noi abbiamo avanzi primari negativi e nello stesso tempo la nostra classe politica dice che è inevitabile la strada di un rilevante indebitamento estero. La sottoscrizione di tutto il parlamento dell’ordine del giorno sul debito è un fatto tangibile.

Il dibattito pubblico sui reali contenuti dell’indebitamento estero è inesistente, non ci sono studi e dati pubblici, le relazioni in parlamento sono brevi e di carattere discorsivo, non tecnico, per capire in modo serio, se le scelte sono giuste o errate e compatibili. Ora ci troviamo nella stessa situazione della precedente trattativa sull’accordo di associazione con l’Unione Europea, il più ampio riserbo, pochi uomini al comando, il popolo sarà informato a tempo debito! Cambiano gli uomini, ma le strategie sono sempre le stesse! Su scelte importanti, che cambiano i paradigmi della nostra Repubblica, il modus operandi è sempre verticistico. Oggi poi il coronavirus offre delle belle giustificazioni: l’emergenza economica richiede tempi celeri. Nella pratica si dice:  voi cittadini tutti a casa, decidiamo noi, per questa generazione e per le future generazioni. Se poi le nostre scelte sono errate, noi classe politica pensiamo al breve periodo, per il medio o lungo periodo ci dovranno pensare i nostri figli e nipoti!

Tant’è con grande candore, lo stesso espresso dalla Pivetti, di impiegare la sovranità di San Marino, perché ha eccellenti relazioni diplomatiche con la Repubblica cinese, lo ritroviamo nella dichiarazione di un consigliere di maggioranza, che per onestà intellettuale ha detto :” Noi questo debito non lo paghiamo alla scadenza. Pertanto è evidente che alla scadenza delle obbligazioni questo debito andrà rifinanziato tutto o in parte.” In parole povere le soluzioni sono, già a priori, di rinegoziazione del debito o come taluni dicono, di default o di ripudio del debito. Questo consigliere probabilmente sa che, da  diciannovesimo secolo ad oggi, ci sono stati nel mondo 320 casi di ripudio del debito e che generalmente non riguardano il debito interno. Ripudiare il debito interno è molto più spiacevole e infrequente, perché si colpiscono i propri cittadini ed elettori. Ma forse egli non sa che i casi ripudio del debito nei paesi avanzati sono stati molto rari. Lo stesso Carlo Cottarelli sostiene che ristrutturare il debito estero ha costi concreti e pesanti per un paese, forte degli studi, in tal senso, anche del Fondo Monetario.

Entrare nella trappola del debito, in particolare del debito estero, che esponenti politici di rilievo giustificano con “la necessità di trovare una pluralità di prestatori” e nel contempo pensano che il mercato sia animato dai buoni sentimenti verso gli Stati, senza porre loro i condizionamenti, perché “quello del mercato è un percorso che dà garanzie perché non dipende da altre scelte politiche se non quelle di San Marino,” può essere una strategia possibile. Speriamo che la Repubblica non diventi Cappuccetto Rosso che va in casa del lupo. Il nostro Santo Marino può non essere il cacciatore, che salva la Repubblica. Nella storia i Santi hanno protetto questo paese nei confronti del Papato, ho i miei dubbi che possano influire sui Morgan, i Rothschild o altri.

Dotarsi di una task force pubblica che studi la problematica del debito e sia capace, poi, della sua gestione, è certamente una strategia di prudenza e di buona politica, che detta in parole povere, s’ha da fare!

Il mito della libertà perpetua ha salvato San Marino da Napoleone, ho i miei dubbi che possa proteggere la Repubblica dall’ingenuità interna dei suoi uomini. La mano invisibile del mercato e della finanza si sostanzia nelle parole di Adam Smith, non ho mai visto far niente di buono da chi si prefigge di operare per il bene comune,” perché non è compito degli individui, pensare al bene comune, alla ricchezza e benessere delle nazioni, quando agiscono nel mercato. Questa filosofia e questo pensiero dominante sono ancora imperanti, non dimentichiamolo!

                                                                                                                      ORIETTA CECCOLI

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