PAFLASMÓS, viaggio nell’anima della Grecia

PAFLASMÓS, viaggio nell’anima della Grecia

NOTE PER COMUNICATO STAMPA SU

PAFLASMÓS, viaggio nell’anima della Grecia

di CESARE PADOVANI, edizione Diabasis

Alle soglie dei miei settant’anni, ho voluto dar ordine a queste note di viaggio, raccolte nel corso di un ventennio, durante i miei soggiorni estivi in Grecia. Si tratta di una “rapsodia” di luoghi della grecità, riunita in dodici capitoli, che possono essere considerati come racconti autonomi, tenuti insieme dalla poetica dell’interrogare persone, cose, avvenimenti, e dell’interrogarmi. Ogni capitolo è preceduto da una breve sosta, dedicata ad un poeta, ad un filosofo, oppure ad un’epoca del pensiero remoto o recente, dal cui spirito viene tinteggiato il sottofondo dell’intero episodio.

In questa mia avventura “acustica” (paflasmós, infatti, è il rumore dell’onda che s’infrange sulla battigia), mutuando un aforisma di Heidegger ho inteso scrivere per capire e, appunto in virtù di questa disponibilità, essere più greco dei greci: ho cercato di ricucire ogni incontro (isole, cimeli, paesaggi, figure umane, cibi, naufragi, evocazioni mitologiche, personaggi) con il filo del mio vissuto, spesso indagando sui perché delle cose e dell’esistere, mentre “inciampavo” su scorie di un mondo che va seppellendo la sua stessa identità.

Inevitabilmente, e quasi senz’accorgermene, la mia scrittura spesso ha preso il sopravvento “costringendomi” a narrare stati d’animo che mai mi si sarebbero rivelati. Sicché, anche un fenomeno semplice, quotidiano, anche scaduto nel mare delle nostre ovvietà (un tramonto, il vento che solleva la sabbia, la luna, l’ombra di una colonna, lo sciabordio dell’onda…), mi faceva da specchio: scorgendovi riflessi reificati dei miei pensieri, tracce del mio vissuto, sapori della mia esistenza. Ecco allora che posso affermare quanto questo mio modo di viaggiare abbia trovato il suo senso nelle trasfigurazioni cui ho dato vita: ogni “passo” ha aperto un dialogo con qualcosa e con qualcuno che, più che esistere, avrebbe saputo esistere, perché in ogni cosa – volto, memoria, mito, bocca dialogante… – io mi riflettevo; e credo che parecchi che mi leggeranno potrebbero riconoscere tra questi sentieri qualche propria esperienza, magari latente, silenziosa, non sempre venuta alla luce. Penso, allora, che lungo questi miei camminamenti anche gli sbalzi di stile, le impennate dovute alle suggestioni e le calme acque delle descrizioni, possano far parte di questo mio procedere, spesso senza essere auriga del carro della mia narrazione.

L’opera verrà presentata al pubblico MARTEDI’ 2 DICEMBRE alle ore 17,30, alla Sala Conferenze del Centro Sociale di Dogana (R.S.M.). Inform.: tel. 0549.885518.

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