Patrizia Cupo, Corriere Romagna: Conto Mazzini, il tribunale convoca 7 politici

Patrizia Cupo, Corriere Romagna: Conto Mazzini, il tribunale convoca 7 politici

Corriere Romagna

Il bancomat dei vip. In arrivo gli avvisi di garanzia e l’indagine si avvia
alla conclusione. Giallo sui soldi cambiati in dollari e si indaga
sull’acquisizione del Credito sammarinese

 Conto
Mazzini
, il tribunale convoca 7 politici

In otto dal giudice: tra
loro il leader del Psd Stolfi,
due consiglieri Upr e l’ex tesoriere Dc

Patrizia Cupo

 

SAN MARINO. Quel conto da 5 milioni
usato come un bancomat dai vip
del Titano. Svolta nelle indagini sammarinesi:
il tribunale di San Marino
convoca sette politici. Tra tutti, il leader
del Psd Fiorenzo Stolfi, e diversi
membri dell’Upr, all’epoca esponenti
di punta della Dc, tra cui i due parlamentari
Giovanni Lonfernini e
Gian Marco Marcucci. Convocato anche
l’ex tesoriere della Balena bianca:
in arrivo gli avvisi di garanzia e
l’inchiesta si avvia alla conclusione.
I sette noti politici, oltre
a un’ex funzionaria vicina
al Psd, sfileranno tutti
di fronte al giudice Simon
Luca Morsiani tra oggi e
domani. A loro, il commissario
della legge spiegherà
la propria posizione
nell’ambito dell’in dagine
che, da due anni, cerca
di far luce sui cinque
milioni e mezzo di euro
che, passati per un libretto
al portatore intitolato a
Giuseppe Mazzini e depositato
all’ex Banca commerciale
sammarinese,
finirono in parte proprio
in altri libretti poi estinti
dagli stessi politici.
Collegata a doppio filo a
quella “scorta” di milioni
vi sarebbe, secondo il tribunale,
l’acquisizione da
parte di Lucio Amati del
Credito sammarinese.
Lui, Amati, è stato sentito
proprio nelle settimane
scorse da Morsiani: in
quattro lunghe ore di audizione
ha raccontato come
avvenne l’acquisizione
e a chi versò quei soldi
(circa 4 milioni e mezzo).
Erano tangenti “inconsapevoli”?
Giallo su quella
parte di denaro cambiata
in dollari.
Intanto, sono già indagati
(non per corruzione,
ma per riciclaggio) i due
ex funzionari della banca:
Gilberto Canuti, ex direttore;
Giuseppe Roberti,
ex responsabile antiriciclaggio,
considerato dagli
inquirenti al centro del
giro di soldi.
Gli otto convocati. Ci sono
volti noti della politica
sammarinese, la maggior
parte dei quali ancora in
“at tività ”, nella lista di
persone che Morsiani incontrerà
tra oggi e domani.
Tra le fila del Psd, c’è
Fiorenzo Stolfi, uomo di
punta del partito, non
candidato alle ultime elezioni
dopo la “censura”
della commissione consiliare
antimafia chiamata
a indagare sui rapporti
tra la politica sammarinese
e il clan casalese dei
Vallefuoco, ma mai davvero
uscito dalla scena
politica. C’è Mirella Frisoni,
donna vicina ai Socialdemocratici
e che, secondo
le indagini bancarie
della polizia giudiziaria,
avrebbe estinto uno
dei libretti “f ig li ” d el
Mazzini, per almeno
100mila euro. C’è l’ex tesoriere
della Balena bianca,
Ernesto Benedettini.

Poi, ex democristiani in
gran parte ora esponenti
dell’Unione per la repubblica:
Giovanni Lonfernini,
Cesare Antonio Gasperoni,
Gian Marco
Marcucci, Pier Marino
Menicucci, Remo Giancecchi.

L’indagine verso la
c hi us ur a
. Le posizioni
delle persone citate sono
tra di loro diverse, ma solo
una volta notificata la
comunicazione giudiziaria
e solo una volta disposti
i loro interrogatori, sarà
possibile per il commissario
della legge dissecretare
gli atti e portare
l’indagine alla sua chiusura.
Il nodo restano ovviamente
le movimentazioni
dei denari
che, tra
il 2004 e il
2008, partiti
dal libretto
Mazzini e
confluiti in
decine di altri
libretti minori, sono finiti
nella disponibilità di
gran parte dei politici citati.
Già: ma a che titolo,
in che ruolo, e da chi hanno
preso i soldi? E poi,
quegli stessi soldi, che fine
hanno fatto? Le somme
e le destinazioni sulle
quali la magistratura ha
fatto luce sono tra di loro
diversissime. Ci sono i libretti
“A r ri v e d e r c i ” e
“Gi u li o ” che, figli del
“Mazzini”, sono stati protagonisti
di movimentazioni
di denaro, in capo
solo a Stolfi, per ben
745mila euro. Di contro,
ci sono operatività
ben
minori come
quelle
l e g a t e a
Gianc ecchi
(assegni e
c o n t a n t i
per circa 30mila euro), o
come quella ricollegata a
Menicucci (a cui farebbero
capo circa 35mila euro).
C’è un gruppo, poi, di
libretti che, figli sempre
del “M a z z i ni ”, vengono
nominati coi numeri da
uno a 11. Il
più attivo è
il “Tre” che
registra oltre
una dozzina
di prelievi
effettuati
tra il
2004 e il 2008 da Giovanni
Lonfernini e per importi
che vanno dai 600 euro a
oltre 20mila euro.

I soldi cambiati in dollari.
Di una cospicua parte
dei soldi movimentati
sul libretto Mazzini, il
commissario della legge
Morsiani ha già ricostruito
la destinazione finale,
questo grazie alle indagini
bancarie disposte. E c’è
una parte, pari ad almeno
50mila euro, che venne
cambiata in dollari. Il
dubbio degli inquirenti è
che possa essere stata usata
per pagare i viaggi
dal l’est ero
di alcuni el
e t t o r i . I l
che aggraverebbe
di
non poco alcune
posizioni
e aprirebbe
il vaso di Pandora
su un’altra vicenda, quella
del voto di scambio. Appena
pochi mesi fa, un altro
commissario della legge,
Laura Di Bona, archiviò
un’indagine sull’attentato
alla libertà del voto
a San Marino, perché
non si riuscì a dimostrare
il collegamento diretto
tra la politica e il viaggio
di alcuni elettori, ma nel
decreto di archiviazione
non mancarono i dubbi
su alcune modalità di pagamento
delle trasferte
dei turisti argentini che
si mossero in gruppo alla
volta del Titano proprio
nei giorni delle elezioni, e
con un viaggio pagato (in
contanti) dagli amici e
dai parenti sammarinesi.
Ora, l’inchiesta sul conto
Mazzini potrebbe far davvero
luce su un malcostume
prima solo descritto
dalle chiacchiere da bar.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy